Archivio per la categoria Messico

In memoria del massacro di emigranti in Messico

Júlio Moreira

Il 24 agosto 2010, il mondo rimase sgomento per i 72 corpi di emigranti ritrovati nel territorio del municipio di San Fernando, nello stato messicano di Tamaulipas. Un giovane ecuadoriano che aveva finto la propria morte scappò e camminò per 23 km con un proiettile nel collo, fino al commissariato di polizia più vicino, per dare la notizia del massacro. Quando gli agenti arrivarono, gli assassini stavano ancora lì, e ci fu uno scontro a fuoco. I corpi degli emigranti stavano presso una casa di campagna, con gli occhi bendati e le mani legate, come le fotografie mostrarono al mondo. C’erano 21 cittadini dell’Honduras, 16 del Salvador, 6 del Guatemala, 5 dell’Ecuador oltre il sopravvissuto, e 4 del Brasile. Cercavano di raggiungere gli Stati Uniti, così come milioni di lavoratori,  per trovare un lavoro che per lo meno gli permettesse di sostenere le proprie famiglie.

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Danni collaterali

Pablo Rojas

 

Collaterale non è lo stesso di “accidentale” o “senza intenzione”, ma piuttosto “secondario”. Peggio: a nessuno gli importa. Ha lo stesso significato.

La peculiarità della guerra che il governo dice di aver intrapreso contro i gruppi delinquenziali, è che i suoi “danni collaterali” sono molto più alti dei risultati in termini poliziesco-militari ed anche molto più alti dei caduti di una o dell’altra fazione: poliziotti e criminali, buoni e cattivi, buonissimi e cattivissimi, nella retorica che riempie pagine e schermi. È la retorica della guerra, e a nessuno importa di coloro che muoiono “collateralmente”, anche se sono la maggioranza.

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Il Centroamerica nel mirino dell’Impero

Pubblichiamo un articolo di Marcelo Colussi sulla crescente militarizzazione del Centroamerica da parte degli Stati Uniti. Con la scusa di combattere il narcotraffico e la violenza della bande giovanili vengono mantenute numerose basi, avviati programmi di cooperazione militare e dislocate truppe statunitensi nella regione. Dietro ci sono grandi affari e la necessità di mantenere posizioni strategiche in un periodo di declino del controllo Usa sul suo giardino di casa. Prosegui la lettura »

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Sono 127 i cadaveri rinvenuti nelle fosse clandestine nel nord del Messico

Le autorità hanno informato che il numero di cadaveri ritrovati nelle fosse clandestine nel nord del Messico  è salito a 127, di cui 116 sono stati rinvenuti nelle ultime settimane nello stato di Tamaulipas (nordest), mentre altri 11 sono stati rintracciati martedì in Sinaloa (nordest).

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Annessione a bassa intensità

Eduardo Nava Hernández

La rinuncia dell’ambasciatore statunitense in Messico, Carlos Pascual, volontaria, a dire del Dipartimento di Stato, appare come l’epilogo spettacolare della crisi diplomatica che Felipe Calderón ha reso pubblica in una intervista con il Washington Post, durante la sua recente visita alla capitale statunitense. In effetti, lì ha detto che le rivelazioni di WikiLeaks sui cablogrammi inviati dall’ambasciatore ai suoi superiori a Washington avevano generato un  grande scontento nei circoli governativi messicani e particolarmente nell’Esercito, che era mostrato nei suddetti cablogrammi come incapace ed anche come codardo nella lotta contro il narcotraffico.

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La creazione di “nemici interni”, la paura e l’impunità

Pablo Ruiz

Intervista a David Barrios, dell’Osservatorio Latinoamericano di Geopolitica della UNAM

A fine gennaio a Ciudad Juárez, in Messico, organizzazioni sociali e per i diritti umani hanno fatto un digiuno per rendere visibile e sollecitare il governo ad azioni più risolutive per frenare la violenza e le morti che là ci sono.

 

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La guerra, l’affare che ci uccide

Víctor Flores Olea

La più acuta, veritiera e rivelatrice, delle analisi pubblicate sullo stato di guerra che predomina in Messico, è quella del subcomandante Marcos, sulla La Jornada del 16 febbraio 2011, scritta sotto forma di un riverente riconoscimento dei valori intellettuali e morali di Luis Villoro, che confermano anche la forza intellettuale e morale del Subcomandante Insurgente. Onore a chi merita onore, che in questo caso lo è doppiamente.

L’asse della riflessione di Marcos: come sempre la guerra è in primo luogo una questione di affari. Ci riporta alla memoria, tra gli altri, “Gli affari del signor Giulio Cesare, l’opera teatrale di Bertold Brecht. Con le sue sinistre e a volte ridicole conseguenze: per esempio, le bugie e le falsità inevitabili, l’abissale illegittimità, se ancora ce ne fosse bisogno, in cui è sprofondato Felipe Calderón. Affari con il sangue di molti messicani, la immensa maggioranza dei quali, 35 mila morti, non ha nulla a che vedere, né direttamente né indirettamente, con il “crimine organizzato”. Allora perché queste decine di migliaia di “danni collaterali”?

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FARP: tre chiarimenti

Jorge Lofredo   

In una intervista ancora inedita, le Forze Armate Rivoluzionarie del Popolo (FARP), scissione dell’EPR, hanno dato chiarimenti su distinti aspetti rilevanti.

Tre sono i temi riassunti: sequestri, attuale situazione del movimento rivoluzionario messicano e legami con gruppi simili.

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I diritti umani sono l’ultima cosa che interessa: reparti colombiani addestrano poliziotti e membri dell’esercito messicani

scritto da Cyril Mychalejko, tradotto da Jeremías Medina   

La Colombia addestra migliaia di soldati e poliziotti messicani, nello stesso momento in cui preme sui funzionari nello sforzo di appoggiare la lotta del Messico contro i cartelli della droga. Questo è un ulteriore abbaglio dello storicamente fracassato Plan Colombia e della guerra contro le droghe, che è appoggiata dagli Stati Uniti.

Gli addestramenti sono avvenuti soprattutto in Messico, ma ora le truppe della polizia e della milizia messicana vanno in Colombia per essere addestrate dai “reparti colombiani di polizia messi alla prova in battaglia”, secondo quanto sabato scorso ha rivelato il Washington Post. L’articolo suggerisce anche che la Colombia, oltre ad affermarsi come un potere regionale, attua come un incaricato di Washington, ciò avviene per il fato che non è politicamente possibile aumentare la presenza militare degli Stati Uniti in Messico.

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Il piano della campagna contro l’EZLN del 1994

 Gilberto López y Rivas

In tempi di diffusione di documenti riguardanti il potere, recentemente è giunto nelle mie mani un importante testo per comprendere la prospettiva strategica e le azioni tattiche dei militari messicani di fronte alla storica sollevazione dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale iniziata il primo gennaio del 1994. Si tratta del piano della campagna del comando generale della VII Regione Militare della Segreteria della Difesa Nazionale (Sedena) stabilita a Tuxtla Gutiérrez, Chiapas, datato ottobre di quell’anno.

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Guerra contro il narcotraffico: politica di dominio del regime messicano

Ramón I. Centeno

Avviata per superare la debolezza iniziale del governo di Felipe Calderón, la guerra contro il Narco si è trasformata nella principale strategia di dominio politico del regime messicano. Con la Nazione in primo piano, diminuisce il contrasto tra le classi sociali. Il Messico non è la Colombia, però quando Washington richiede questo paragone, i suoi effetti comportano rischi che debbono essere combattuti. La sinistra è obbligata a proporre una uscita all’attuale situazione, ma limitarsi ad esigere il ripiegamento dell’Esercito è insufficiente e pericoloso. La sfida – inusuale, senza dubbio – è contendere al potere il suo monopolio nella risposta alle richieste di sicurezza delle famiglie. Prosegui la lettura »

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Rivoluzione messicana

Cento anni fa una contesa elettorale interna alla classe dirigente messicana si trasformò in una rivoluzione popolare. La richiesta della non rielezione per la nona volta di Porfirio Díaz, il generale che aveva governato il Messico negli ultimi 35 anni, accese la richiesta popolare della restituzione delle terre usurpate e privatizzate dai latifondisti. Cento anni fa la rivoluzione messicana vedeva l’ingresso delle masse latinoamericane nella storia politica del proprio continente. Prosegui la lettura »

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Modifica del calendario del cineforum sulla Rivoluzione Messicana

Per questa settimana salterà la proiezione del film sulla Rivoluzione Messicana all’Ex 51. Giù la testa che doveva essere proiettato venerdì 3 dicembre slitta a venerdì 10 dicembre, il calendario coretto è quello riportato nel nuovo manifesto qui sotto.

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4 Film per il Cenenario della Rivoluzione Messicana all’Ex 51

Manifesto film sulla rivoluzione messicana

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Nuova aggressione a San Juan Copala: 2 morti ed un ferito grave

Municipio Autónomo de San Juan Copala

Ieri sera mentre si dirigevano a Yosoyuxi Copala sono stati barbaramente assassinati in una imboscata in località tre croci i compagni Teresa Ramírez Sánchez e Serafín Ubaldo, mentre risulta gravemente ferito il compagno Jordán Ramírez Gonzalez.

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