Il saldo della repressione politica in Messico


Miguel Concha

Il rapporto è un tentativo di spiegare perché fenomeni come la militarizzazione, la paramilitarizzazione e la criminalizzazione della protesta sociale crescano e disgraziatamente si rafforzino nella vita quotidiana della nostra società, invece di diminuire. Nonostante ciò ci sono speranze. Quelle che nascono dalla lotta per la verità, per la memoria e la giustizia.

Il 13 agosto 2001 furono illegalmente detenuti e torturati a Città del Messico Alejandro, Héctor y Antonio Cerezo Contreras, studenti dell’UNAM, insieme a Pablo Alvarado Flores, un indigeno venditore ambulante. Quelle violazioni ai diritti umani, e il successivo arresto dei detenuti nel carcere penale di massima sicurezza, dettero origine all’organizzazione per i diritti umani Comitato Cerezo Messico.

Inizialmente il suo obiettivo principale fu di dimostrare giuridicamente l’innocenza dei detenuti, accusati, oltre che di altri delitti, di terrorismo e associazione a delinquere, e di ottenere la loro libertà. Fu nel corso di quella lotta per la giusta attuazione della legge che i membri del comitato appresero l’importanza dei diritti umani e dell’ambito giurico nazionale ed internazionale che li protegge, così come questi, con una seria documentazione dei casi delle loro violazioni, erano gli strumenti necessari ed indispensabili per difendere i diritti delle persone ingiustamente ed illegalmente imprigionate.

Ciò che allora cominciò come una lotta per quattro detenuti, subito si trasformò nella lotta per ottenere la libertà di tutti i detenuti per motivi politici e di coscienza. Per questo il Comitato Cerezo negli anni 2002 e 2003 partecipò, con altre organizzazioni, al Coordinamento Nazionale per la Libertà dei Detenuti Politici e di Coscienza, e fino alla fine del 2006 alla commissione per i diritti umani Organizzatrice dell’Unità contro il Neoliberismo, che in quell’anno promosse la lotta per una legge federale di amnistia. Nell’ottobre del 2007, inoltre, si associò al Fronte Nazionale Contro la Repressione.

Furono questi anni difficili, poiché alle limitazioni materiali si aggiunsero le minacce di morte ai suoi membri (la prima nel dicembre del 2001, fino ad arrivare a 13) e la riprovazione come terroristi o facciata di gruppi sovversivi dei detenuti e di coloro che lottavano per la libertà. Nonostante ciò la perseveranza dette buoni risultati: nel marzo del 2005 Alejandro Cerezo Contreras ottenne la libertà e uscì dal carcere penale di massima sicurezza, assolto da ogni delitto. Nell’agosto del 2006 anche Pablo Alvarado Flores fu liberato e, infine, nel febbraio del 2009 Antonio ed Héctor Cerezo Contreras uscirono liberi dopo sette anni e mezzo che erano rimasti detenuti in tre differenti carceri del paese.

Questo mese il Comitato Cerezo celebre i 10 anni di attività, e la lotta per la libertà di tutti i detenuti per motivi politici continua ad essere l’asse principale del suo lavoro. Pe questa ragione hanno partecipato al Comitato Libertà e Giustizia per Atenco ed hanno collaborato all’elaborazione della relazione su quel caso, realizzando la Relazione sulle condizioni penitenziarie nelle carceri penali dell’Altipiano e di Molino de las Flores (2010). Quest’anno hanno anche curato il Rapporto sul caso di Miguel Márquez Ríos, prigioniero di coscienza dello SME. Nonostane ciò, all’asse principale della lotta per i prigionieri per motivi politici se ne sono aggiunti altri: la formazione di difensori dei diritti umani, capaci di accertare le loro violazioni, di documentarle e di accompagnare le vittime nella loro lotta per la verità, la giustizia, la riparazione integrale dei danni e la memoria.

Con questo obiettivo, soltanto in un anno il Comitato Cerezo ha realizzato 22 seminari per varie persone ed organizzazioni, e da aprile a luglio di quest’anno ha portato a termine la Scuola di Diritti Umani per la Memoria, la Verità e la Giustizia, in cui si sono diplomate 23 persone. Un altro asse del suo lavoro è il rafforzamento della cultura della sicurezza tra le organizzazioni sociali ed i difensori dei diritti umani, per la qual cosa il comitato ha realizzato 26 seminari da agosto 2010  ad agosto 2011, e promosso, attraverso l’associazione civile Azione Urgente per Difensori dei Diritti Umani, anche altri meccanismi di protezione per loro.

Altro asse di lavoro sono le relazioni: nel 2010 il Comitato Cerezo ha presentato la relazione Il carcere: una forma di criminalizzazione della protesta sociale in Messico (2002-2008). Il suo obiettivo era dimostrare con solidi dati che il carcere per motivi politici esisteva nel paese. Nonostante ciò, in quella relazione già superficialmente si prospettava che  l’esecuzione extragiudiziaria e la scomparsa forzata erano una forma di aggressione ai difensore che tendeva a salire, ed è questo il tema che tratta in maniera prioritaria la nuova relazione, Saldo della repressione in Messico 2009-2010: una guerra contro il popolo, che il Comitato Cerezo ha presentato lo scorso 24 agosto presso il Centro Culturale Universitario.

Nella suddetta relazione si prospetta la tesi che si sta vivendo un processo, anche se non esente da contraddizioni, avanzamenti e arretramenti dovuti alle resistenze che gli oppone la società organizzata, di formazione di uno stato terrorista che ha quasi completamente messo da parte la sua funzione di promuovere e garantire i diritti umani, e di indagare e punire le violazioni degli stessi. Si può o no essere d’accordo con la suddetta tesi, ma nella relazione possiamo trovare solidi dati che la sostengono: di 40 difensori aggrediti tra il 2009 ed il 2010, 18 (45 per cento) sono stati incarcerati, 15 (38 per cento) sono stati giustiziati extragiudiziariamente e 7 (17 per cento) sono stati detenuti e fatti scomparire. Possiamo inoltre riconoscere che il numero di arrestati e di giustiziati è quasi lo stesso, la qual cosa è grave. La relazione è un tentativo per spiegare perché fenomeni come la militarizzazione, la paramilitarizzazione e la criminalizzazione della protesta sociale disgraziatamente crescano nella vita quotidiana della nostra società, invece di diminuire. Nonostante ciò ci sono speranze. Quelle che nascono dalla lotta per la verità, la memoria e la giustizia.

27 agosto 2011

Comité Cerezo México

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
Miguel Concha, “Saldos de la represión política en México” traducido para Comité Cerezo México por S., pubblicato il 27-08-2011 su [http://www.comitecerezo.org/spip.php?article994], ultimo accesso 01-09-2011.

 

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