Archivio per la categoria Argentina

È arrivato il giorno: Pedraza e la sua squadraccia sul banco degli accusati

Nel Tribunale Penale n° 21 c’è stata la prima giornata di udienze dove vengono indagati i fatti del 20 ottobre 2010 avvenuti nelle vicinanze della linea ferroviaria General Roca, a Barracas, e il cui risultato diretto fu la morte del giovane militante del Partito Operaio, Mariano Ferreyra. Oltre a Pedraza, accusato di essere “l’istigatore”, saranno giudicati altri 16 accusati, saranno sentiti circa 380 testimoni e verrà esaminato il tentativo di omicidio di Elsa Rodríguez, Nelson Aguirre e Ariel Pintos, feriti durante l’attacco del 20 ottobre.

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Lettera a Rodolfo Walsh

Osvaldo Bayer

17 anni fa, Osvaldo Bayer pubblicò una lettera a chi considerava il suo maestro, nonostante i due fossero nati lo stesso anno: Rodolfo Walsh. Ieri si è realizzato un atto di solidarietà con una scuola di Junín in cui una maestra era stata minacciata da militari per aver insegnato ai loro figli con testi dell’autore di “Operación Masacre”, “¿Quién mató a Rosendo?” o “Esa mujer”. Bayer e Walsh, due punti di riferimento non eludibili del giornalismo argentino. Il testo fu pubblicato su Página 12, il 1 aprile 1995.

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Loncopué ha fatto storia con un referendum che ha rifiutato le megaminiere

Darío Aranda

Si è svolto a Loncopué, Neuquén, il primo referendum dell’Argentina, un adempimento obbligatorio, con cui si è votato Sì a una norma che proibisce le miniere a cielo aperto sugli 8.000 ettari dell’ejido municipale (campi comunitari, n.d.t.). Sui 3.601 aventi diritto, affinché il referendum fosse valido, doveva votare il 50%, ma ha votato il 72% degli aventi diritto e una schiacciante maggioranza dell’ 82,08% ha approvato la norma che proibisce l’attività mineraria. In voti: 2.125 contro 388.

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Argentina: Ricchezza altrui. I piani del governo per la nuova YPF

Juan Kornblihtt

Chi realmente beneficia dell’acquisto di YPF? Siamo di fronte ad un governo rivoluzionario? Se vuoi sapere il perché di questa nazionalizzazione non ne vedremo un peso (moneta argentina, n.d.t.), leggi questo articolo.

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Argentina nazionalizza YPF

a cura di Aldo Zanchetta

La presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha annunciato la nazionalizzazione dell’impresa petrolifera detenuta dalla spagnola Repsol. Evviva Cristina Fernandez de Kirchner!!! Evviva Argentina!!!

Questo il messaggio semplificato, al quale molti subito hanno applaudito incondizionatamente all’udire la parola “nazionalizzazione”. La quale, beninteso, quando riguarda risorse strategiche, è sempre meglio di “privatizzazione”, comunque sia. Ma la realtà talvolta non è riducibile all’annuncio.

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Il gusto più amaro della Yerba mate

Lavorano fino a 12 ore al giorno per 60 pesos, l’equivalente di tre pacchetti di Yerba.

Darío Aranda
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Argentina: luci ed ombre del petrolio di stato

Cristina Fernandez – a reti unificate e con la figura di Evita Peron sullo sfondo – rende lo stato argentino azionista di maggioranza della Ypf (Yacimientos Petroliferos Fiscales), la prima azienda petrolifera del paese; e segna l’ennesima tappa di un percorso iniziato con la rinazionalizzazione delle linee aeree, dei fondi pensione e delle aziende idriche, prostrate da anni di mala gestione e liberismo.

Un saccheggio iniziato ai tempi delle grandi privatizzazioni del ’93-’99, periodo in cui l’azienda era stata scalata dall’iberica Repsol (a sua volta espressione di banche di banche ed enti istituzionali spagnoli, e partecipata dalla petrolifera messicana PEMEX) dopo essere stata artificialmente esposta ad altissimi livelli di indebitamento dalla propria dirigenza e svenduta in base a valutazioni truffaldine.

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La nazionalizzazione di YPF, filiale di Repsol, da parte del governo dell’Argentina

Alberto Garzón

Il governo dell’Argentina, presieduto da Cristina Fernández in Kirchner, ha confermato le voci degli ultimi giorni ed ha annunciato la nazionalizzazione dell’impresa YPF, filiale della multinazionale Repsol. In questo articolo riassumiamo le informazioni più importanti che abbiamo pubblicato in questi giorni su questa situazione.

In primo luogo conviene fare alcuni chiarimenti sulla stessa misura, dal momento che le informazioni sono imprecise. Si parla sia di “espropriazione” come di “nazionalizzazione” e di “acquisto”, senza precisare molto di più. Le definizioni sono importanti e debbono accompagnare i concetti, ma fino al momento l’informazione disponibile ci indica che si tratta, effettivamente, di una nazionalizzazione – pertanto pagata, ma al momento senza prezzo stabilito – da parte del governo argentino. Non si tratta di una decisione volontaria delle due parti, ma di una decisione unilaterale che, nonostante tutto, assegna un prezzo alla società da acquisire.

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Il dilemma kirchnerista

Pablo Stefanoni

La cosiddetta “Tragedia di Once” potrebbe essere un prima e un dopo del kirchnerismo. “Potrebbe” perché in politica tutto dipende dalle strategie degli uni e degli altri che vanno determinando il modo in cui vengono interpretati i fatti e le responsabilità, e vengono incolpati o assolti i governanti.  Senza dubbio ci sono tutte le condizioni obbiettive  per cui il governo paghi un alto costo, si vedrà se le soggettive si allineano, e come gioca l’assenza di opposizione. Al di là delle ragioni puntuali per cui un treno con circa 1500 passeggeri non ha frenato in tempo e si è schiantato contro i marciapiedi della stazione di Once, c’è tutto un substrato che parla del modo di far politica del peronismo kirchnerista, e mette in evidenza che le rotture con la “lunga notte neoliberista” degli anni 90 non sono tante né così profonde come ci dice la narrazione nazionale e popolare.

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Argentina: In Catamarca cresce la resistenza contro la megaminiera

Centinaia di persone resistono con fermezza alla repressione e alle squadracce armate delle miniere.

I partecipanti all’assemblea che rifiutano la miniera a cielo aperto in Catamarca oggi hanno denunciato che c’è una presunta “squadraccia pro-miniera che controlla gli accessi” alla città di Andalgalá con l’obiettivo, sembrerebbe, di impedire l’ingresso dei manifestanti che arrivano per unirsi alla protesta.

Gli abitanti catamarchini hanno fatto conoscere la situazione attraverso un comunicato distribuito dall’Unione delle Assemblee Cittadine che manifesta in varie parti del paese per richiedere la protezione dell’ambiente.

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Falklands-Malvinas, la posta in gioco è il petrolio

A trent’anni dalla guerra che condannò la dittatura militare argentina, i paesi dell’America Latina sostengono le rivendicazioni di Cristina Fernandez all’Onu. La lotta per queste piccole isole strappate dalla Gran Bretagna nel 1830, rimpiazzando i vecchi abitanti con coloni anglosassoni, nasconde quella per il petrolio che si trova sotto le sue acque territoriali. Prosegui la lettura »

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La “festa della democrazia”: reclamando i diritti umani, e colpendo con le squadracce

CORREPI

Sabato scorso è andata avanti la “festa della democrazia”, e nel suo discorso inaugurale la presidente rieletta si è mostrata senza ipocrisie: ha chiesto ai lavoratori di essere “disponibili” riguardo al diritto di sciopero, e li ha invitati a non “ricattare”, prendendo come esempio di azioni delittuose la lotta degli insegnanti di Santa Cruz e dei ferrovieri.

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Morti globali

Gustavo Duch

Di fronte allo schermo del computer, mentre prende il suo primo caffé, studia gli indici della borsa. I debiti sovrani europei sono poco affidabili, la borsa continua in caduta libera ed il petrolio è troppo instabile, ci sono stati dei ritrovamenti insperati. Dove investire? Le curve dei cereali di base sono, per i suoi gusti, troppo piatte.

Prende il telefono e in pochi secondi le agenzie di stampa offrono nuovi titoli: gravi siccità nei paesi asiatici, una informazione di una agenzia internazionale mette in allarme su un prossimo deficit di alimenti in un pianeta di 7.000 milioni di persone, si constata un importante aumento del consumo di carne, in Europa si studia di incrementare l’uso degli agrocombustibili…

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Un anno senza Mariano: l’uovo del serpente

Ad un anno dall’uccisione di Mariano Ferreyra la giustizia ha già stabilito chi sono gli autori del crimine, che ruolo hanno avuto nel realizzarlo e perché lo fecero. “L’indagine giudiziaria dimostra che la squadraccia dell’Unione Ferroviaria fu organizzata per controllare con la violenza i lavoratori delle ditte in subappalto ed evitare che si ripetessero le loro proteste”, sintetizza un rapporto del CELS che riassume il contenuto della causa che il prossimo 20 febbraio sarà portata in dibattimento.

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Política & Miseria: il nuovo libro di Raúl Zibechi

Che impatto hanno sui movimenti sociali latinoamericani le politiche sociali dei governi progressisti? Perché la cosiddetta “lotta contro la povertà” occulta il vero problema della regione: la concentrazione della ricchezza? Le ONG sono la forma moderata dell’imperialismo? Chi mette in discussione il modello economico di estrazione delle risorse naturali? In questa intervista pubblica su MU, la rivista di lavaca, Zibechi sintetizza le sue ipotesi ed anticipa le battaglie a venire.

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