Argentina: 195 scomparsi durante la democrazia


Correpi

Il 30 agosto è stato commemorato internazionalmente il giorno del detenuto-scomparso. Il governo nazionale lo ha celebrato reprimendo con la gendarmeria dei lavoratori sulla Panamericana, per poi condurli illegalmente detenuti a Campo de Mayo, e nelle numerose cerimonie e nei discorsi che in questo giorno si sono sentiti, poco si è detto di coloro che lo stato ha fatto scomparire dal 1983 fino a questo momento.

Sembrerebbe che parlare di scomparsi sia parlare del passato, della dittatura, di Videla. Ma chi pensa che questa prassi repressiva sia terminata con la dittatura del ’76 si sbaglia: sono 195 le persone che i governi democratici hanno arrestato, torturato e fatto scomparire sotto il velo della “democrazia”.

Nel 1983 la restaurazione democratica annunciava che l’organizzazione del popolo era schiacciata. Nonostante ciò, nessun governo ha mai smesso di reprimere le mobilitazioni e le proteste popolari, fatto che, fino ad oggi, ci è costato 66 persone assassinate dalla repressione contro le manifestazioni. Ma alla classe dominante non basta reprimere e ammaestrare chi si era già organizzato per lottare contro i loro interessi, ma ha anche bisogno di evitare questa organizzazione. Cosicché in tutti i quartieri del paese si diffondono il grilletto facile, le torture sistematiche e gli arresti arbitrari contro la gioventù dei settori più sfruttati.

Le forze repressive dello stato non sono solite nascondere il corpo delle loro vittime della repressione “preventiva” o “selettiva”, ma, quando bisogna dare qualche spiegazione, scelgono di parlare di mele marce, di deplorevoli polizie, di inventare scontri o prigionieri impiccatisi.

Ma la cosa certa è che, anche senza centri clandestini di detenzione o fosse comuni dove avere più facilmente a disposizione la tortura e i corpi, per continuare a far sparire persone, lo stato si arrangia con ciò che ha a disposizione. Molte volte, dopo averli arrestati e torturati, per disfarsene e nascondere il corpo, li gettano in un fiume o lasciano il corpo vicino alle vie ferroviarie per simulare un incidente. Anche la scomparsa di persone in discariche o in terreni incolti è frequente, o le sepolture clandestine. In questi casi, il corpo dello scomparso può essere ritrovato più facilmente, ma a volte l’apparato statale è, inutile dire, efficiente nel far scomparire e mai più si conoscerà la dimora della vittima.

Dal 1983 sono 195 le persone che calcoliamo scomparse. Sono state arrestate dalla polizia o da qualsiasi altra forza repressiva; sono state viste sotto tortura in un commissariato, per poi non essere più viste. Sappiamo che è possibile che ci siano altri casi di scomparsa dove lo stato ha agito efficentemente nel suo compito repressivo, senza lasciare tracce né testimoni.

Il kirchnerismo, che degli scomparsi della dittatura ha fatto una bandiera, è responsabile di più di 67 casi di scomparsa, superato solo dai dieci anni menemisti con quasi 80 scomparsi.

La repressione delle organizzazioni dei lavoratori, il grilletto facile, la tortura e anche la scomparsa di persone continuano ad essere una politica di stato, non può essere differente in una società divisa tra ricchi e poveri.

Fonte: Coordinamento contro la Repressione Poliziesca e Istituzionale, Bollettino informativo n° 671 di settembre 2012.

14 settembre 2012

da lafogata.org

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da:
Correpi, “195 desaparecidos en democraciapubblicato il 14-09-2012 in lafogata.org, su [http://www.lafogata.org/12arg/arg9/arg.13.3.htm] ultimo accesso 20-09-2012.

 

I commenti sono stati disattivati.