Articoli con tag Emigrazione

Deportate 235 mila persone dagli Stati Uniti nel 2015 e l’anno inizia con le retate

Redazione Desinformémonos

Nell’anno fiscale 2015, che si è concluso a settembre, gli Stati Uniti avevano deportato più di 235 mila persone. Nel secondo giorno del 2016, in una operazione di retate simultanee effettuate all’alba direttamente nelle case e in vari stati dell’Unione Americana, hanno arrestato più di 120 persone, tra i quali c’erano donne e bambini, che sono stati trasferiti in Texas per predisporre il ritorno al loro paese, che è stato effettuato ieri.

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Messico, le cifre di uno stato fallito

Geraldina Colotti

Migranti: oltre 200.000 arrestati.

Il Messico chiude l’anno con un altro record negativo: l’arresto di almeno 200.000 migranti, sui circa 300.000 che, secondo gli esperti, hanno cercato di attraversare la frontiera per raggiungere gli Stati uniti. Prosegui la lettura »

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Cresce nuovamente la tensione tra Nicaragua e Costa Rica

Migliaia di cittadini cubani bloccati sul confine delle due nazioni centroamericane.

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Emigranti, l’unica “mercanzia” senza libero transito nel TLC

Ignorati dai negoziati del Trattato di Libero Commercio, criminalizzati durante i 20 anni in cui è stato in vigore, e sospinti in massa verso la frontiera dalle medesime politiche neoliberiste, gli emigranti non hanno una prospettiva di ritornare in Messico né di una adeguata riforma emigratoria.

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Il sequestro di emigranti

Jorge Durand

La Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDU) ha recentemente pubblicato il Rapporto speciale sul sequestro di emigranti in Messico. Si tratta di un documento dettagliato e sostentato da un ampio lavoro di indagine in differenti luoghi di sosta migratori, dipartimenti governativi, case per emigranti e luoghi di transito. In più di 2 mila visite di lavoro sul campo si sono potuti costatare 214 casi di sequestro di indocumentati e, dato che si tratta di rapimenti di massa sono varie migliaia le persone coinvolte in queste azioni.

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In memoria del massacro di emigranti in Messico

Júlio Moreira

Il 24 agosto 2010, il mondo rimase sgomento per i 72 corpi di emigranti ritrovati nel territorio del municipio di San Fernando, nello stato messicano di Tamaulipas. Un giovane ecuadoriano che aveva finto la propria morte scappò e camminò per 23 km con un proiettile nel collo, fino al commissariato di polizia più vicino, per dare la notizia del massacro. Quando gli agenti arrivarono, gli assassini stavano ancora lì, e ci fu uno scontro a fuoco. I corpi degli emigranti stavano presso una casa di campagna, con gli occhi bendati e le mani legate, come le fotografie mostrarono al mondo. C’erano 21 cittadini dell’Honduras, 16 del Salvador, 6 del Guatemala, 5 dell’Ecuador oltre il sopravvissuto, e 4 del Brasile. Cercavano di raggiungere gli Stati Uniti, così come milioni di lavoratori,  per trovare un lavoro che per lo meno gli permettesse di sostenere le proprie famiglie.

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Sono 127 i cadaveri rinvenuti nelle fosse clandestine nel nord del Messico

Le autorità hanno informato che il numero di cadaveri ritrovati nelle fosse clandestine nel nord del Messico  è salito a 127, di cui 116 sono stati rinvenuti nelle ultime settimane nello stato di Tamaulipas (nordest), mentre altri 11 sono stati rintracciati martedì in Sinaloa (nordest).

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L’occupazione

Raúl Zibechi 

L’irruzione dei più poveri di Buenos Aires sullo scenario urbano, attraverso le massicce occupazioni di terreni per richiedere abitazioni degne, è stata sul punto di generare una crisi politica nel momento in cui svelava i limiti dell’attuale modello di accumulazione. Alla fine, quando la repressione e l’odio classista si sono mostrati impotenti a contenere ciò che minacciava di trasformarsi in una ondata di occupazioni, i governi, nazionale e della città, hanno messo da parte le loro discussioni preelettorali  per firmare un accordo che non apporta soluzioni di fondo ma stabilisce una difficile tregua tra tutti gli attori.

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Le carceri degli Stati Uniti vedono un affare negli immigrati

Una indagine sulla Legge Arizona ha trovato collegamenti negli Stati Uniti tra imprese che amministrano carceri e personaggi che promuovono iniziative per criminalizzare gli emigranti senza documenti.

Silvia Otero

Negli Stati Uniti le leggi antimmigrazione – come la SB1070 dell’Arizona –, hanno un obbiettivo: che centinaia di senza documenti entrino in prigione per i profitti che produrrebbero. Tra i promotori di queste legislazioni c’è la Corrections Corporation of America (CCA), impresa privata che amministra 65 carceri e centri di detenzione per migranti, e che solo per questi ultimi ha ottenuto nel 2010 guadagni per 74 milioni di dollari.

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Messico: massacro di clandestini

Secondo le informazioni delle autorità, nel Tamaulipas i sequestri di immigranti accadono con frequenza. Mai però era avvenuto un massacro come quello che si è visto nella tenuta di San Fernando, al sud dello stato, dove sono apparsi i cadaveri di 72 persone.

Alberto Nájar

Le autorità hanno confermato che tra le vittime c’erano persone senza permesso del Salvador, Honduras, Brasile ed Ecuador, si indaga se ci siano anche cittadini di altri paesi.

Secondo la versione di un sopravissuto, di origine ecuadoriana, le vittime sono state sequestrate da un gruppo armato che aveva preteso che lavorassero per loro. Rifiutandosi, i sequestratori li hanno assassinati tutti.

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Proteste contro la legge razzista dell’Arizona

La legge anti-immigrati approvata il 23 aprile scorso dallo stato nordamericano ha suscitato subito una grande protesta nel paese, con cortei in 70 città statunitensi, e nel continente latinoamericano. Prosegui la lettura »

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