Le carceri degli Stati Uniti vedono un affare negli immigrati


Una indagine sulla Legge Arizona ha trovato collegamenti negli Stati Uniti tra imprese che amministrano carceri e personaggi che promuovono iniziative per criminalizzare gli emigranti senza documenti.

Silvia Otero

Negli Stati Uniti le leggi antimmigrazione – come la SB1070 dell’Arizona –, hanno un obbiettivo: che centinaia di senza documenti entrino in prigione per i profitti che produrrebbero. Tra i promotori di queste legislazioni c’è la Corrections Corporation of America (CCA), impresa privata che amministra 65 carceri e centri di detenzione per migranti, e che solo per questi ultimi ha ottenuto nel 2010 guadagni per 74 milioni di dollari.

In una intervista con EL UNIVERSAL, la specialista in temi di emigrazione Andrea Nill così rivela il risultato dell’indagine che ha realizzato insieme ai suoi colleghi del Center for American Progress – organizzazione non governativa e di analisi politica di Washington -, che mostra i presunti collegamenti della CCA con personaggi vicini alla governatrice dell’Arizona, Jan Brewer, ed al senatore Russell Pearce, e che inducono a mettere indubbio l’interesse reale di ambedue nel criminalizzare l’emigrazione.

Oltre al fattore economico rappresentato dalla CCA – che è quotata nella Borsa di New York –, c’è anche un fattore ideologico: una rete di avvocati che fanno parte dell’Immigration Reform Law Institute, un gruppo orgoglioso della sua posizione radicale antimmigranti a cui appartiene il repubblicano Kris Kobach, che ha redatto la SB1070 ed ha riscosso 13 mila dollari in Arizona. Con tutta la sua squadra, ha messo le sue conoscenze legali al servizio di altri stati dell’Unione Americana per replicare questa norma.

Nill riconosce che in questo non c’è nulla di illegale, però di fronte agli interessi in gioco “è importante informare il pubblico, che non sa chi stia scrivendo le sue leggi e che talvolta crede che i suoi rappresentanti quando stanno approvando queste norme abbiano in mente i loro più grandi interessi. Se tutta la gente conoscesse questo, non ci sarebbe una alta percentuale in appoggio della Legge Arizona e delle sue copie”.

Una relazione della Segreteria degli Affari Esteri (Secretaría de Relaciones Exteriores – SRE) rivela che da quando è stata approvata la SB1070, in meno di due mesi – tra il 28 aprile ed il 10 giugno –, i legislatori repubblicani hanno presentato in otto congressi statali degli USA iniziative che, in alcuni casi, sono copie integrali della Legge Arizona, e che permetterebbero che qualsiasi sospettato di essere senza documenti sia detenuto ed incarcerato.

Il potere dietro la legge

Nel 2010, il Center for American Progress ha iniziato una indagine sulla Legge Arizona, con la partecipazione di esperti come Andrea Nill. Nello scorso settembre ha consegnato una relazione finale che ha concluso che dietro le norme di stampo razzista e discriminatorio non c’era solo un disegno di politica migratoria.

Il documento ha rivelato che, a dicembre 2009, il Consiglio di Intercambio Legislativo (ALEC, nella sua sigla in inglese), gruppo di collegamento tra impresari e legislatori statunitensi a cui appartiene l’amministratrice delle prigioni CCA, è entrato in contatto con il senatore Russell Pearce, che fin dal 2005 portava avanti una proposta antimmigranti, per dare compimento finale ad una iniziativa di legge che desse ampi poteri alla polizia locale per arrestare qualsiasi persona sospetta di essere un immigrante senza documenti.

Dopo, nell’edizione di gennaio-febbraio del 2010 della rivista che l’ALEC pubblica, si è venuto a conoscere un testo che potrebbe considerarsi una versione preliminare della SB1070 e, ad aprile di quell’anno, Pearce ha presentato l’iniziativa finale.

Il Center for American Progress ha documentato che anche la governatrice dell’Arizona aveva nel suo gruppo di collaboratori nella campagna e nella sua amministrazione persone legate alla CCA, che probabilmente avranno influito sulle sue decisioni di approvazione della SB1070, come Pablo Senseman e Chuck Coughlin, identificati come consiglieri o gestori dell’impresa carceraria.

Persino i mezzi di comunicazione statunitensi, come la KPHO Arizona-TV e l’emittente radio NPR, hanno dato seguito a questa ricerca e documentato – tra le varie connessioni – che l’impresa Pershing Square Capital, con una importante partecipazione finanziaria nella CCA, ha riconosciuto che le entrate dell’impresa “dipendono da un numero crescente di immigrati in carcere”.

L’indagine ha investigato anche fuori dell’Arizona ed ha trovato che anche legislatori di altri stati probabilmente sono stati finanziati dall’ALEC-CCA per promuovere leggi simili alla SB1070 in Tennessee, Oklahoma, Colorado, Florida o Pennsylvania.

A partire dalla relazione realizzata dall’American Progress, Andrea Nill è sicura che l’obiettivo della CCA di promuovere leggi antimmigranti è evidente: “è una impresa di prigioni private a cui interessa questo sistema che le permette di tenere più prigionieri, più immigranti senza documenti nelle sue prigioni, che leggi come la SB1070 permetterebero”.

Utili milionari

La CCA, che è quotata in Borsa, nella sua relazione annuale al Nasdaq – la cui copia è in possesso del EL UNIVERSAL – rivela che solo nel 2009 ha ottenuto entrate per più di 1.660 milioni di dollari attraverso l’amministrazione delle prigioni e dei centri di detenzione per immigrati, ma riconosce che la perdita di un qualsiasi carcere statale che amministra – come quello della California, il cui contratto termina a giugno di quest’anno – avrebbe un impatto negativo sulle sue finanze.

Il documento indica che “il ritorno dei reclusi della California sotto il controllo statale potrebbe avere un impatto significativamente negativo sulla nostra situazione finanziaria, sui risultati operativi e sui flussi di cassa. Una diminuzione nei livelli dell’attività potrebbe causare una diminuzione nelle entrate e nella redditività (…) Una parte significativa delle nostre entrate viene creata in virtù di contratti di gestione di installazioni che prevedono rimborsi basati sull’attività giornaliera”.

Andrea Nill ha affermato che la governatrice dell’Arizona ha detto che la CCA non ha influito sulle sue decisioni, “però è molto difficile dire ciò quando dà incarichi di livello molto alto a persone, che lavorano per quella e che hanno collegamenti con la CCA”.

Ha commentato che la CCA nega anche qualsiasi influenza sulla promozione della legislazione, “però non può negare che si riunirono con Russell Pearce, questo è un fatto pubblico che tutti sappiamo, ma non vogliono prendere le proprie responsabilità; ugualmente non possono dire che non hanno interessi in questo tipo di leggi e nei benefici che ne trarranno. La cosa certa è che queste leggi daranno come risultato più prigionieri immigrati”.

26 gennaio 2011

EL UNIVERSAL DE MÉXICO (GDA)

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
Silvia Otero, “Cárceles de EU ven negocio en migrantes” traducido para El Universal por S., pubblicato il 26-01-2011 su [http://www.eluniversal.com.mx/primera/36244.html], ultimo accesso 27-01-2011.

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