Archivio per la categoria America Latina

Il fallimento della VI Conferenza delle Americhe

Raúl Zibechi

Dilma Rousseff ha interrotto il discorso di Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti perorava i progressi di vari paesi dell’America Latina dicendo che ora esiste “una prospera classe media” che è una opportunità di affari per le imprese del suo paese. “Improvvisamente sono interessati a comprare iPad, interessati a comprare aerei della Boeing”, “O Embraer”, ha interrotto Dilma raccogliendo applausi.

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La crisi ambientale di Caraibi e America Latina

Queste le trasmissioni suddivise per paese, presto pubblicheremo anche il testo.

17-01-2011 1. Argentina, Cile, Uruguay
24-01-2011 2. Brasile, Paraguay, Bolivia
07-03-2011 3. Perù, Ecuador, Colombia
21-03-2011 4. Venezuela, Caraibi
28-03-2011 5. Messico, Centroamerica

Ci siamo basati su un atlante prodotto dal dipartimento per l’ambiente dell’Onu che mostra gli effetti devastanti del capitalismo sui territori con approfondimenti, grafici e soprattutto foto aeree prese a distanza di pochi decenni che mostrano in maniera disarmante lo sviluppo urbano, la deforestazione, l’inquinamento, la diminuzione dei ghiacci e dei laghi… Paradossalmente prodotto dall’Onu con la collaborazione di USAID, l’agenzia di aiuti allo sviluppo degli Stati Uniti, spesso veicolo delle interferenze nella politica degli altri paesi. Promotrice di quello stesso sviluppo di cui ci vengono mostrati senza bisogno di troppi commenti gli effetti.

Lo potete scaricare in inglese e spagnolo da questo sito http://www.cathalac.org/lac_atlas/

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Cartagena, al di là dello scandalo del Servizio Segreto

Noam Chomsky

Anche se accompagnata dallo scandalo del Servizio Segreto, la Conferenza delle Americhe dello scorso mese a Cartagena, Colombia, è stata un avvenimento di grande importanza. Sono tre le ragioni principali: Cuba, la guerra contro il narcotraffico e l’isolamento degli Stati Uniti.

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Di nuovo Stefanoni e il pachamamismo

Hugo Blanco

Nel continente la avanguardia nello sviluppo della lotta contro il sistema la occupa indubbiamente il movimento indigeno.

Nonostante l’educazione che tutti abbiamo ricevuto: che sono culture primitive che da molto tempo sono state superate dallo sviluppo dell’umanità, sempre più gente tra coloro che lottano contro il sistema constata questa irrefutabile realtà.

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NO ENEL – MANIFESTAZIONE LUNEDÌ 30 APRILE

Per un modello energetico alternativo che metta al centro i diritti umani, la difesa della salute dei cittadini e la difesa del territorio come bene comune.

Grandi dighe in fase di realizzazione o di progettazione, centrali a carbone già funzionanti e proposte per nuovi impianti nucleari ritenuti molto a rischio. I rappresentanti delle comunità impattate dalle attività dell’Enel in Italia e in altri luoghi del Pianeta si danno appuntamento il giorno dell’assemblea annuale degli azionisti dell’azienda energetica italiana – partecipata per oltre il 30 per cento dal nostro governo – per fornire le loro testimonianze alla stampa e agli azionisti interessati.

Manifestazione:

lunedì 30 aprile, h. 13.30

Viale Regina Margherita, 125 – Roma

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APPELLO PER UNA CAMPAGNA NAZIONALE CONTRO IL MODELLO ENERGETICO DELL’ENEL

L’ENEL è la più grande società elettrica italiana e la seconda in Europa per potenza installata. Nel 1999 è stata privatizzata ed oggi è quotata in borsa contando 1,2 milioni di azionisti. In parte resta una società pubblica in quanto il 31% è proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze, quindi dei cittadini italiani.

Oggi sono 40 i paesi dove ENEL opera nel settore dell’energia elettrica e del gas. Nel 2009 con la definitiva acquisizione della società elettrica spagnola ENDESA, Enel ha ereditato impianti e progetti in numerosi paesi dell’America Latina. Ad accomunarli è purtroppo un evidente retaggio coloniale, come dimostra la gravità dell’impatto socio-ambientale e lo stesso atteggiamento dell’impresa nei confronti delle comunità coinvolte. L’arroganza di Enel si è gravemente manifestata anche in Italia verso i territori interessati dai suoi progetti e gli abitanti coinvolti.

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Dichiarazione finale del V Vertice dei Popoli

Contemporaneamente alla Cumbre de las Americas a Cartagena ha avuto luogo una Cumbre del los Pueblos. Vertice delle organizzazioni sociali che dal basso propongono un altro tipo di continente. Questa la dichiarazione congiunta emersa dal forum sociale che si è concluso sabato 14 aprile con un corteo per le vie di Cartagena, lontano dai luoghi del vertice presidenziale. Prosegui la lettura »

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Il fallimento della Cumbre de las Américas

Articolo un po’ retorico ma puntualissimo nell’individuare i risultati del VI Vertice delle Americhe tenutosi lo scorso fine settimana a Cartagena, Colombia.


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Comunicato di Anonymous su dighe Enel in America Latina

Già qualche tempo fa #OperationGreenRights ed Anonymous si sono battuti contro i progetti idroelettrici di ENEL in Guatemala e nella Patagonia cilena. Migliaia di ettari saranno inondati ed il clima della Patagonia sarà sconvolto con enormi ripercussioni globali. Nel caso del Guatemala era coinvolto il popolo indigeno degli Ixil che, dopo essersi visti più volte aggrediti da uomini armati, hanno dovuto abbandonare le proprie terre. Mai gli Ixil sono stati consultati in merito ai progetti di ENEL, ciò viola i diritti dei popoli indigeni.

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Gli impantanamenti dell’economia latinoamericana

Claudio Katz *

Mentre si sta chiudendo il 2011, ricompaiono grosse nubi sull’economia latinoamericana. Il brusco aggravarsi delle crisi globale preannuncia un rallentamento della crescita, che suscita nervosismo. Durante l’ultimo quinquennio, il prodotto lordo regionale ha mantenuto un ritmo ascendente del 5% annuo, a parte la decelerazione registrata nel 2009. Il successivo recupero si è protratto nel corso del 2011, che dovrebbe finire con un incremento del 4,4% del Pil. Vi sono previsioni di un ulteriore aumento del 4,1% per il 2012, ma nessuno sa quanto potranno durare le barriere protettive di fronte alla nuova turbolenza internazionale.

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La grande differenza tra la foglia di coca e la cocaina

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Utilizzare schiavi

Guadalupe Rodríguez

Accedere alla terra come proprietari è praticamente impossibile per molti contadini del Latinoamerica. Da decenni lottano per i propri diritti e per la propria dignità contro i politici e i latifondisti delle piantagioni destinate a produrre combustibile. Contestano la politica della bioenergia e denunciano le violazioni dei diritti umani legate alla sua produzione ed espansione. Il caso estremo è l’esistenza di lavoro schiavizzato in piantagioni di canna da zucchero ed etanolo, in Brasile e Haiti. Due esempi che ci fanno arrossire.

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INIZIATIVA MARTEDÌ 20 csoa ExSNIA: FERMIAMO LA DISTRUZIONE DEI FIUMI IN AMERICA LATINA

Le multinazionali dell’idroelettrico, prima fra tutte l’italiana ENEL, stanno conducendo un’aggressiva battaglia per costruire centinaia di impianti idroelettrici in tutto il continente. Dalla Patagonia cilena alle terre indigene del Guatemala, dalla Colombia all’Amazzonia, grazie ai meccanismi del protocollo di Kyoto oggi le multinazionali possono avere doppi guadagni dal settore idroelettrico. I risultati sono: distruzione degli ecosistemi, delle economie locali, violazione dei diritti delle comunità indigene e contadine. Come in Val di Susa i governi rispondono con la repressione alla proteste delle popolazioni locali.

Come costruire una campagna di resistenza globale?

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Due continenti contro il neoliberismo

Raúl Zibechi

Dall’America Latina osserviamo con preoccupazione la rotta che sta prendendo la crisi economica e politica europea, e siamo speranzosi riguardo alle risposte che stanno dando, e sicuramente daranno, i diversi popoli, con la convinzione che il futuro dei “los de abajo” di entrambi i continenti avrà molto in comune.

In differenti periodi storici (durante la decade del 1990 in America del Sud, poi nel 2008 in Europa), il capitale finanziario ha lanciato brutali e miserabili offensive per strappare a “los de abajo” conquiste storiche, portando i settori popolari ad una situazione di sopravvivenza in condizioni di dominio. È necessario tener presente che tutto ciò non è una deviazione né un errore del sistema, bensì il modo, che sta diventando abituale, in cui il capitale si comporta in questa fase di decadenza, che si prolungherà, perché cerca di trascinarci tutti nella rovina per allungare la sua agonia.

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La terra, l’acqua e la resistenza

Raúl Zibechi

Ciò che sta succedendo in America Latina riguardo ai beni comuni (acqua, terra, biodiversità) è qualcosa di più di una successione di conflitti locali. Per il momento l’intensità degli scontri dà l’impressione di essere incamminati verso una conflagrazione generale, che per ora ha manifestazioni locali e regionali, ma che si ripetono in quasi tutti i paesi.

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