Articoli con tag Rivista Rebeldía
Guerra, politica, resistenze e alternative
Scritto da ccarlosfonseca in Messico il 11-11-2011
(Intorno al dibattito sull’etica e la politica)
Arturo Anguiano
La guerra della paura e dell’insicurezza
Il testo del Subcomandante Insorgente Marcos1 pone delle questioni centrali che caratterizzano l’attuale situazione del paese. La guerra contro il cosiddetto crimine organizzato, particolarmente contro le mafie del narcotraffico, che dall’inizio del suo mandato Felipe Calderón ha messo in pratica, è una guerra che non dice ciò che è, che si nasconde e, nei fatti, ha condizionato l’insieme della gestione statale, trasformandosi nel segno distintivo del panismo al potere. È chiaro che questa guerra non è stata imposta a Calderón, non è stata il risultato di una crisi specifica causata da qualche salto qualitativo del crimine organizzato che, senza rimedio, richiedeva di cambiare in modo radicale le priorità governative.
Il dolore delle vittime, l’indifferenza del potere
Scritto da ccarlosfonseca in Messico il 13-10-2011
Il Messico e la società messicana si trovano in mezzo ad un bivio: o permettere che sia portato avanti il processo di annientamento del tessuto sociale, o fermare la guerra senza senso che Felipe Calderón e la classe politica nel suo insieme hanno dichiarato ai messicani.
Danni collaterali
Scritto da ccarlosfonseca in Messico il 09-08-2011
Collaterale non è lo stesso di “accidentale” o “senza intenzione”, ma piuttosto “secondario”. Peggio: a nessuno gli importa. Ha lo stesso significato.
La peculiarità della guerra che il governo dice di aver intrapreso contro i gruppi delinquenziali, è che i suoi “danni collaterali” sono molto più alti dei risultati in termini poliziesco-militari ed anche molto più alti dei caduti di una o dell’altra fazione: poliziotti e criminali, buoni e cattivi, buonissimi e cattivissimi, nella retorica che riempie pagine e schermi. È la retorica della guerra, e a nessuno importa di coloro che muoiono “collateralmente”, anche se sono la maggioranza.