Chubut: Questo martedì si tratterà l’abrogazione della legge che permette l’attività mega-mineraria


Patricia Chaina

Dopo cinque giorni di proteste popolari il governatore Mariano Arcioni ha annunciato che si sospende la legge di zonificazione mineraria votata mercoledì nel legislativo e ha fatto appello ad un referendum che confermi o rettifichi la proposta. I membri delle assemblee continuano a stare in allerta.

La marcia indietro con la legge che autorizza zone adatte all’attività mega-mineraria e la convocazione di una consultazione popolare che la respinga o la convalidi sono gli elementi che si coniugano nel nuovo scenario conquistato da giovedì dalle diffuse proteste popolari nelle principali città del Chubut. La maggioranza delle proteste sono avvenute in modo pacifico. Ma a Rawson la rabbia per l’installazione di un mega progetto minerario metallifero venerdì ha assunto di fronte al governatorato la forma di uno scontro violento tra i manifestanti e le forze di sicurezza provinciale. Il saldo di vari feriti da proiettile curati nell’ospedale locale, di detenuti, dell’incendio di edifici pubblici e di danni nelle strade, hanno evocato la tragedia sociale del 2001. E configurano il detonatore che ha obbligato il governatore Mariano Arcioni a sospendere la legge. E anche a firmare un decreto che sollecita l’abrogazione e che questo stesso martedì può essere trattato nel Legislativo.

Così, mentre il popolo chubutense continua a protestare, con due blocchi stradali e con l’avallo di ampi settori sociali, anche l’ecclesiastico -dopo la repressione scatenata-, Arcioni ha annunciato che si sospende la legge di zonificazione mineraria votata mercoledì nel legislativo. Allo stesso tempo, il governatore, che prima di insediarsi, nel 2017, promise di rispettare la decisione popolare delle assemblee di non aprire le porte all’attività mega-mineraria, ha convocato un referendum che confermi o rettifichi la proposta di zonificare la provincia a questo fine e di garantire, secondo quanto sostiene, lavoro genuino ai chubutensi.

I membri dell’assemblea in allerta 

La consultazione popolare potrebbe concretizzarsi nei prossimi 180 giorni. E anche se Arcioni in Twitter ha spiegato che cerca di “aprire un nuovo processo di dialogo sociale con tutti gli attori coinvolti in questo progetto, sia che siano a favore o contro”, le assemblee ambientaliste che nella provincia nacquero nel 2003 continuano a stare in guardia: c’è un blocco all’entrata di Trelew lungo la Strada nazionale 3, e un altro lungo la Strada della cordigliera 40. Li promuove l’Unione delle Assemblee delle Comunità (UAC) che insieme alle altre organizzazioni sociali formano la Multisettoriale contro l’attività mega-mineraria e gli aggiustamenti. “Si impedisce il passaggio dei mezzi pesanti, e fino a quando non ci sarà l’abrogazione e sarà stata trattata l’Iniziativa Popolare presentata l’anno passato, non saranno tolti”, spiega da Trelew l’avvocata Mariela Flores Torres.

“Rispetto profondamente coloro che hanno manifestato pacificamente in questi giorni -Arcioni è andato all’incrocio- e voglio chiedervi di aprire una finestra di tempo durante la quale ci diamo un’opportunità. L’opportunità di pensare come diamo lavoro a coloro che non lo hanno, come creiamo investimenti per industrializzare la nostra produzione, con quali risorse miglioriamo la nostra educazione, la nostra sicurezza e la nostra salute”, ha spiegato nella sua rete sociale. E ha aggiunto: “Nel frattempo, abbiamo deciso: di abrogare la legge, e promuovere un referendum a livello provinciale per ascoltare tutte le voci del popolo”.

La decisione governativa si è conosciuta questo lunedì, a mezzogiorno, cinque giorni dopo che era stata approvata l’attività mega-mineraria in due dipartimenti della meseta chubutense (con epicentro nelle località di Gastre e Telsen). Il progetto è entrato all’improvviso e clandestinante -al contrario avrebbe perso lo stato parlamentare-, e si è riusciti ad approvarlo con 14 voti a favore contro 11 contrari. Di fronte alla reazione popolare, vari distretti che attraverso i loro legislatori avevano dato la propria approvazione, hanno cominciato a ritirarsi dalla scena. Tra loro il vicegovernatore e presidente del Legislativo Ricardo Sastre, e suo fratello gemello intendente di Puerto Madryn, Gustavo Sastre, hanno resa pubblica la decisione di chiedere di congedare la contestata legge. Anche da Comodoro Rivadavia, l’intendente del Frente de Todos, Juan Pablo Luque, si è dichiarato per l’abrogazione. Intanto, la Multisettoriale sostiene due importanti blocchi con la parola d’ordine: “Sospensione no, abrogazione sì”.

All’entrata nord della città di Trelew, le assemblee, le organizzazioni sociali e gli abitanti autoconvocati, riuniti in questa Multisettoriale, chiedono che si renda effettiva la richiesta presentata con l’Iniziativa Popolare che è riuscita a raccogliere 30.900 firme contro il progetto minerario. E chiedono che sia abrogata la proposta di zonificazione. Temono che la “sospensione” significhi solo “una manovra di distrazione”, appoggiata mediaticamente.

Tra i progetti in attesa di concretizzare l’estrazione mineraria nella meseta, il più avanzato stima un investimento di 1.200 milioni di dollari, in venti anni. Questo include due anni previsti per la costruzione della miniera, e la sua logistica di estrazione industriale e funzionamento, più diciotto anni di vita utile del giacimento.

La modalità assembleare si impone con forza nel Chubut dal 2003. É iniziata nella cordigliera organizzando le richieste ambientali di diversi gruppi sociali. Ed è sfociata nella Legge 5001 (oggi Legge XVII Nº68) che proibisce l’attività mega-mineraria con l’uso del cianuro nella provincia. Ma il testo di legge prevede di ammetterla in alcune zone: la meseta, situata nella piana centrale della provincia rimane così al centro dell’attuale discussione. Secondo gli studi effettuati, lì si trova uno dei giacimenti d’argento non sfruttati più importanti del mondo. E l’iniziativa governativa che ha provocato la sollevazione popolare autorizza lì l’attività mineraria metallifera chimica.

Coloro che conoscono gli andirivieni del governo provinciale sostengono che sicuramente tra il rumore dei tamburi dei manifestanti che continuano nei blocchi e il consenso sociale che li protegge, si è sviluppata la nuova proposta che, con data “lunedì 20 dicembre”, l’esecutivo ha inviato al Legislativo: si tratta di un progetto di legge “mediante il quale si promuove l’abrogazione della Legge di Sviluppo Industriale Metallifero Sostenibile promulgata con il decreto 1285/2021”.

Dato che questo martedì il legislativo deve tornare in sessione, si stima che potrebbe rimanere senza effetto la norma che dichiara “di interesse provinciale l’utilizzo delle risorse minerarie metallifere e lo sviluppo dell’attività mineraria sostenibile” secondo la zonificazione che stabilisce la legge. “Di fronte agli eventi” degli ultimi giorni, conclude il testo, si propone l’abrogazione della norma e “si dà per fondata la volontà delle autorità provinciali di continuare a creare spazi di dialogo”.

Iniziativa popolare

Diversi settori sociali sono uniti nella protesta contro lo sfruttamento minerario nella meseta chubutense. E non sono solo i membri delle assemblee ambientali che nel 2003 imposero un limite legislativo a questa modalità. “Ci sono pescatori, ci sono produttori agropastorali delle valli, ci sono docenti, molti si avvicinano per solidarietà” spiega Mariela Flores Torre a Página/12. E chiedono che l’Iniziativa Popolare costituita contro lo sfruttamento minerario sia trattata nella legislativo.

Il meccanismo è stato realizzato durante la pandemia, tra marzo e settembre del 2020. “Nonostante l’isolamento furono raccolte 30.900 firme, e il 24 novembre 2020 ebbe un accesso parlamentare nella Legislatura -spiega l’avvocata-, ma a maggio fu accantonata. Era il progetto 129/20. E quando bisognava trattarla, la settimana passata, hanno proceduto con il progetto di zonificazione di Arcioni, che era il progetto 128/20”.

21 dicembre 2021

Página/12

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Patricia ChainaChubut: este martes se trataría la derogación de la ley que permite la megaminería” pubblicato il 21-12-2021 in Página/12, su [https://www.pagina12.com.ar/390705-chubut-este-martes-se-trataria-la-derogacion-de-la-ley-que-p] ultimo accesso 22-12-2021.

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