Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha decretato un nuovo stato d’emergenza, durante una crisi energetica e a pochi giorni dalla consultazione popolare. Il documento ha specificato che il motivo della misura risponde all’emergenza nel settore elettrico, con l’obiettivo di garantire la continuità del servizio pubblico di energia elettrica.

Il nuovo stato d’emergenza, che durerà 60 giorni, apre la strada ad un intervento di emergenza e urgente delle istituzioni statali per prevenire,  secondo l’Esecutivo, l’approvigionamento del servizio elettrico.

Con questa decisione, il presidente Noboa ha aperto la strada al personale militare affinché, da questo venerdì, sorvegli le centrali idroelettriche. La disposizione avviene in mezzo a denunce, da parte del governo, di un presunto sabotaggio nel settore elettrico.

Giovedì, l’amministrazione ha accusato dei funzionari del settore per il repentino svuotamento della diga Mazar, uno dei bacini più importanti del paese che alimenta un complesso di impianti idroelettrici nel sud del paese.

Il segretario della Comunicazione della Presidenza, Roberto Izurieta, ha affermato poco prima in un’intervista al canale locale Teleamazonas che “sono state aperte le saracinesche” e “hanno lasciato scorrere l’acqua”.

Il Governo si ostina ad affermare che la diga è stata svuotata deliberatamente come sabotaggio contro la consultazione popolare di domenica prossima, un processo chiave per il futuro del mandatario e del paese.

L’accusa ha ricevuto una risposta da parte dell’amministratore della divisione Sud della Corporación Eléctrica del Ecuador (Celec), José Gómez, che con dichiarazioni alla televisione RTS ha affermato che “sfortunatamente è circolata un’informazione che non è quella giusta”. Secondo Gómez, la diga non ha saracinesche e ha aggiunto che tutta la programmazione dei livelli la fa l’Operatore Nazionale dell’Elettricità (Cenace) e loro si limitano solo a rispettare le sue disposizioni.

In questo contesto, l’Ecuador si prepara ad andare alle urne questa domenica, quando circa 13 milioni di cittadini dovranno rispondere ad 11 domande della consultazione popolare e un referendum proposti da Noboa.

Con questa iniziativa, il presidente ecuatoriano cerca di riformare delle leggi vigenti sul controllo di armi e munizioni da parte delle Forze Armate, così come la tipificazione dei delitti per il porto di armi e l’incremento delle pene per terrorismo o delinquenza organizzata.

La proposta del mandatario ha ricevuto giudizi di essere erratica e non necessaria, dato che abbraccia temi che possono essere trattati nell’Assemblea Nazionale (Parlamento) senza la necessità di realizzare il processo.

Fonte: Revoluciona

20 aprile 2024

Resumen Latinoamericano