Messico: Conservatori, uniti a difesa di Dio e famiglia, Trump parla nella riunione


Arturo Cano

Le prime parole di Donald Trump sullo schermo del CPAC Messico sono state per ringraziare Eduardo Verástegui. Dopo, il recentemente reincorporato in Twitter ha detto: “È molto importante per i conservatori di tutto l’emisfero unirsi per difendere Dio, la famiglia… Dobbiamo proteggere le nostre frontiere e smantellare i cartelli criminali che fanno violenza alla nostra gente”.

I presenti alla Conferenza Politica di Azione Conservatrice (CPAC) si erano messi in piedi quando hanno visto apparire sullo schermo Trump, e applaudivano e gridavano, felici. Trump ha continuato sullo schermo: “Dobbiamo fermare la propagazione del socialismo e non lasciare che continui a correre dalla nostra regione o dalle nostre terre… E grazie di nuovo, Eduardo, per la sua importante guida”. Trump se n’è andato ed è entrato in scena Eduardo Verástegui tra le grida di “presidente, presidente”.

Prima di Trump, la CPAC Messico aveva mostrato sullo schermo l’immagine del presidente Andrés Manuel López Obrador, quando alcuni giorni fa fece riferimento a questa riunione e parlò dei fascisti, razzisti e corrotti conservatori.

Senza che importassero le buone forme che hanno prevalso tra Trump e López Obrador, Verástegui è andato contro il Presidente “del socialismo autoritario”, che applica una “agenda culturale di estrema sinistra”, che ha lanciato un “feroce” attacco contro i valori dei messicani, che “cancella” le nascite di natale.

L’ex attore ha anche parlato di militarizzazione, che il Presidente cerca di smantellare l’Istituto Nazionale Elettorale (che è “rispettato internazionalmente”) e di attacchi alla libertà d’espressione. E ha riassunto: con López Obrador “c’è più povertà e più corruzione”.

Poco prima, aveva cominciato con un basso tono: “Grazie, signor presidente”, ma il ringraziamento era, naturalmente, per Trump. Perché a López Obrador ha dato un altro trattamento: “Ora smetti le apparizioni mattutine, ora dimentica la tua popolarità. Era più popolare il Chavo del Ocho (serie televisiva messicana, ndt) e non ha mai voluto governare”.

Dio, patria, famiglia. Le tre parole sono state le più ascoltate nei due giorni della CPAC, movimento sorto nel 1974: l’apertura fu un discorso di Ronald Reagan.

La prima edizione in spagnolo -in realtà, in spagnolo, inglese e espanglish– della CPAC è un oceano di contraddizioni insuperabili che si risolvono con una parola d’ordine: sì alla vita (no ai diritti riproduttivi), e con una convinzione: è giunta l’ora di smettere di negare o di vergognarci di quello che siamo, difensori di Dio, patria e famiglia. Che importa che una delle nostre linee vitali sia la malvagità del “globalismo”, mentre allo stesso tempo cerchiamo un movimento globale contro il socialismo?

I nomi del male

Si è detto “socialismo”? Gli oratori che sfilano chiariscono: il male ha nomi diversi: comunismo, socialismo, progressismo, femminismo… Comunque: la malvagità ha nomi diversi per l’inganno.

La boliviana Eva Sara Landau, residente a Las Vegas, è venuta in Messico a dar forma alla malvagità e ha chiesto perdono ai messicani perché “AMLO ha ricevuto qui il narcopolitico Evo Morales”.

Con un’oratoria degna di un pastore evangelico, la Landau ha riepilogato gli orgogli di questa conferenza: Vox in Spagna, i bolsonaristi in Brasile e, certamente, Trump. E ha fatto anche riferimento ad una convinzione generale in questo spazio: la destra non perde, la sinistra ruba. “Una cosa è perdere un’elezione o trionfare con difficoltà per mancanza di sostegno elettorale, e un’altra è perdere un’elezione per le normali pratiche di frode con cui questi criminali vincono le contese”.

Presto sembra installarsi una specie di competizione su chi dice l’espressione più compromettente con la verità, quale frase sia la migliore per mettere in chiaro che qui sta la vera destra, quella che “non vuole patteggiare ma distruggere il comunismo”, quella che non gioca al centro, perché questa è una “parola da commercianti”, come dice Hermann Tertsch, eurodeputato di Vox.

In questo fraterno duello di frasi, la repubblicana Mercedes Schlapp, padrona del franchising della CPAC con suo marito Matt, fa riferimento al presidente López Obrador: “Incomincia a parlare di fascisti… Quelli di sinistra usano sempre questo tipo di nomi per accusarci di qualcosa che non siamo”.

“Loro ci indicano come loro sono”, dice la senatrice colombiana María Fernanda Cabal, stella del firmamento conservatore, a giudicare dalle grida d’approvazione che provoca. La chiamano “La mano di ferro contro Petro”.

La Cabal ha frasi da dare e distribuire: “Un mitomane, un megalomane, un narcisista diventa terribilmente pericoloso quando giunge al potere”. La sinistra è “persecuzione e incendio di chiese, tortura degli oppositori, aborto mascherato da diritto, umanizzazione degli animali e dittatura delle minoranze”; i progressisti cercano di “trasformare la gioventù in una gioventù promiscua, con desideri trasformati in diritti”.

Verso la chiusura dell’incontro, i presenti ricevono in piedi un altro “presidenziabile”, l’argentino Javier Milei, che fa un lungo intervento pieno di luoghi comuni, ma avvolto in una fraseologia da economista che scende dal piedistallo per spiegare ai mortali. Si riassume in una frase: “Sono molto lontani dall’essere Dio, per questo l’unica cosa che possono fare (i socialisti) ogni volta che mettono mano all’economia è fare un danno”.

Un partito cattolico

C’è una destra nella politica messicana? Così è stato chiamato uno dei tavoli. Due relatori, Elsa Méndez e Carlos Leal, ex deputati del PES, si sono aggiunti all’idea dell’ex attore: manca un partito cattolico.

“Né c’è né manca. È urgente un movimento conservatore che sia al di sopra della destra e della sinistra”, ha detto Juan Iván Peña Neder, priista da molti anni, fugace alleato di Elba Esther Gordillo e del suo partito Reti Sociali Progressiste, e ora dirigente di una versione binazionale del Partito Repubblicano.

Un partito che faccia appello al fervore nazionale per la famiglia e al fatto che il 90 per cento dei messicani sono cattolici. Questo, e che punti sulla classe media “che non si sottomette al voto-dispensa” (applausi).

Come sarà nelle strade un’eventuale “candidatura” di Verástegui? Un’idea approssimata: nell’ottobre del 2021, l’ex attore fu una star in una marcia contro la decisione della Suprema Corte di Giustizia della Nazione (SCJN), che dichiarò incostituzionale la penalizzazione dell’aborto.

La marcia, quel 3 ottobre 2021, focalizzò le sue batterie contro la SCJN, che a settembre di quel anno mise fine alla prigione per le donne che abortivano. Verástegui fu al centro dell’attenzione ed un eroe di quella protesta.

Un grande striscione fu disteso lungo il Paseo de la Reforma. Mostrava i visi di Hugo Chávez, Lula, Evo Morales, Cristina Kirchner e, al centro, López Obrador. Sopra i visi, il messaggio: “Pensano come Marx, governano come Stalin e vivono come Rockefeller. Ipocrisia socialista”.

Con striscioni così torneranno. Accompagnati da frasi come quella che Verástegui ha rilasciato nel suo discorso: “Siamo la maggioranza (e dobbiamo) costruire la vera alternativa”.

Dopo ha guardato in cielo e ha gridato: “Viva Cristo Re!”, “Viva!” lo ha accompagnato l’intero auditorium.

20 novembre 2022 

La Jornada

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Arturo Cano, Conservadores, uníos en defensa de Dios y la familia, clama Trump en cumbrepubblicato il 20-11-2022 in La Jornadasu [https://www.jornada.com.mx/notas/2022/11/20/politica/conservadores-unios-en-defensa-de-dios-y-la-familia-clama-trump-en-cumbre/] ultimo accesso 25-11-2022.

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