Militari colombiani in congedo assassinano il presidente haitiano


José Antonio Gutiérrez D.

L’ex ministro della difesa colombiano, ed ex ambasciatore di questo paese negli USA, Juan Carlos Pinzón, quando recentemente cominciavano i negoziati di pace con le FARC-EP, si faceva vanto dell’esportazione di militari colombiani in tutto il mondo per ruoli di mercenari.

Un numero importante di colombiani lavorano come scagnozzi al soldo di alcune delle peggiori tirannie del pianeta, una buona quantità di loro negli Emirati Arabi o in Israele, e la maggioranza attraverso imprese di “sicurezza” degli USA [1]. In un’intervista, Pinzón diceva che:

La Colombia si sta convertendo in un esportatore di sicurezza, con questo cerca di contribuire alla stabilità della nostra regione, l’America Latina, così come alla pace globale (…) Abbiamo delle Forze Armate tra le più professionali del mondo, con un alto livello di addestramento in tutti i campi in cui devono lavorare, molto apprezzate a livello internazionale (…) Bisogna continuare con questa esperienza [2].

Pace, sicurezza, stabilità… il maneggio cinico che Pinzón dà a queste parole farebbe ridere se non fosse per l’enorme tragedia umana che c’è dietro all’industria sicariale d’esportazione per favorire le tirannie mediorientali e altri regimi di dubbie credenziali. Ora, il repertorio di servizi offerto da questi sicari in uniforme include ufficialmente l’uccisione di persone importanti. Lei è un oligarca maltrattato dal presidente del suo paese? Bene, lei può allora contrattare i servizi di professionisti colombiani, con addestramento negli USA, per sistemare il problema. E ora non ci riferiamo al fatto che dalla Colombia siano facilitati appoggi logistici, finanziamenti, e una piattaforma da cui cercare di assassinare presidenti di paesi vicini, come è stato fatto in due tentativi di assassinare Maduro da parte della squallida oligarchia del Venezuela [3]. No. Ora i militari viaggiano al proprio lavoro direttamente in altri paesi e assassinano un mandatario, come se nulla fosse.

Il 7 luglio, all’alba, un commando di 29 uomini è giunto nella casa del presidente haitiano Jovenel Moïse, nell’esclusivo settore di Pétionville, nella capitale di questo paese, facendosi passare per agenti della DEA. Hanno legato i lavoratori domestici di Moïse, hanno ferito sua moglie, e hanno ucciso il presidente finendolo con 12 colpi. Dopo hanno saccheggiato la casa e se ne sono andati come sono entrati, senza che nessuno li molestasse. Di questi 28 mercenari, niente di più niente di meno di 26 (sì, leggere bene, 26) erano colombiani [4]. Che facevano questi colombiani in Haiti? Bene, la stessa cosa che hanno appreso a fare in Colombia: uccidere a pagamento. E l’assassinio è stato fatto al modo “paraco”, perforare il corpo fino a che non rimanga dove fare altri buchi, e dopo rubare. Tutto il modus operandi puzza di paramilitarismo colombiano.

Moïse, l’uomo banana come era conosciuto, aveva troppi nemici: un presidente impopolare, corrotto, venale e autoritario, da anni affrontava proteste mentre lui si occupava di smantellare il parlamento, il gabinetto, concentrando tutto il potere in modo unipersonale. Se c’era un sentimento che lui risvegliava tra gli haitiani, era odio. Ma questo tipo di assassinio, con mercenari colombiani, che hanno infiltrato tutti gli schemi di sicurezza senza nessun problema, è un lavoro “interno”, al soldo dell’oligarchia haitiana, pagato da gente che può pagare 28 mercenari tratti da paesi stranieri (i due haitiani venivano dagli USA) e che li hanno potuti mantenere per tre mesi prima dell’assassinio. E gente con sufficienti collegamenti da poter riuscire a compiere la propria missione senza che scattasse nessun allarme. Poveri stupidi che hanno pensato che assassinare un presidente in un altro paese fosse la stessa cosa che uccidere un difensore dei diritti umani o un dirigente popolare in Colombia! Li hanno usati e ora li scartano. Tanto, Moïse ora è morto. E lo sono anche due dei colombiani para-mercenari.

Non conosciamo il profilo dei 26 colombiani, ma sì, conosciamo il profilo di un paio di loro. Tutti loro erano membri dell’esercito. Manuel Antonio Grosso Guarín, secondo El Tiempo “fu, fino al 2019, uno dei militari meglio preparati dell’Esercito colombiano. Ricevette un addestramento da Commando Speciale, con istruttori statunitensi. E, nel 2013, era assegnato al Gruppo di Forze Speciali Antiterroriste Urbane” [5]. Un altro dei catturati sarebbe Naiser Franco Castañeda, un soldato Lancere, come dire, contro-guerriglia, addestrato a Tolemaida dove ricevette un addestramento da istruttori degli USA. Degli altri sappiamo che erano soldati in congedo di vari ranghi, per cui possiamo dedurre che abbiano ricevuto la medesima formazione controinsurrezionale e che furono allattati nelle dottrine controinsurrezionali degli USA.

Non erano mele marce: hanno ampiamente dimostrato ciò che hanno imparato nell’esercito colombiano, un esercito addestrato alla dottrina della sicurezza nazionale degli USA e ora consigliato ufficialmente dal nazista cileno Alexis López, il nazista che è diventato una celebrità nei circoli militari e le cui teorie sono citate dall’ex presidente Álvaro Uribe in Twitter. Hanno appreso a disprezzare la vita, hanno appreso operazioni di tipo sicariale, hanno appreso ad essere militari di giorno e paramilitari di notte, hanno appreso che bisogna uccidere coloro che gli dicono i potenti e coloro che hanno i soldi. Hanno appreso, in fondo, che possono fare quello che gli piace sempre e quando hanno un fucile. Non sono mele marce. Sono straordinari rappresentanti di un’istituzione che è marcia dal più alto ufficiale all’ultimo caporale.

L’esercito colombiano non è più solo una minaccia per il suo proprio popolo, che da due secoli tratta come il “nemico interno”. Un “nemico interno” che sfollano, massacrano, perseguitano, controllano, minacciano, violano, aggrediscono, trasformano in “falsi positivi”, sequestrano e insultano. L’esercito colombiano che, da poco, è passato ad essere una minaccia per tutto il continente e per il mondo. Hanno bombardato l’Ecuador, hanno appoggiato tentativi di golpe e di violenza paramilitare in Venezuela, vanno in congedo per trasformarsi in paramilitari o per essere contrattati da imprese di mercenari degli USA massacrano in Yemen, in Iraq e in Afganistan. Ora, assassinano il presidente di Haiti. La verità è che non c’è più uno stomaco che regga questa putrefazione.

Tutto questo rende solo evidente qualcosa che sta venendo prospettato da tempo e a cui Juan Manuel Santos si è opposto con i denti e le unghie: l’Esercito colombiano richiede riforme di fondo e bisogna mettere fine alla militarizzazione della Colombia, che spende più nell’industria della morte che in educazione o salute. Si paga di più per uccidere che per preservare la vita, qualcosa di assurdo. Ma bisogna anche ricordare la responsabilità degli USA in tutto questo: ricordiamo che la Colombia è uno dei principali ricevitori di assistenza militare degli USA, paese che è quello che dirige la formazione dei militari colombiani. Loro li alimentano, li vestono e li educano. Dopo sono quelli che li contrattano nelle imprese di mercenari. E lì è il risultato. Una gazzarra di sicari. Dietro al crimine di Haiti, c’è la mano della Colombia, ma c’è il cervello degli USA. Non perdiamo questa prospettiva.

Note:

[1] https://www.rebelion.org/docs/170192.pdf

[2] https://www.eluniversal.com.co/politica/colombia-se-esta-convirtiendo-en-exportador-de-seguridad-ministro-defensa-97368-GAEU182576

[3] https://cnnespanol.cnn.com/2019/03/14/detalles-exclusivos-del-complot-para-asesinar-a-maduro-con-drones/ y https://www.bbc.com/mundo/noticias-america-latina-53710482

[4] https://www.theguardian.com/world/2021/jul/07/haiti-president-jovenel-moise-reportedly-assassinated ; https://www.semana.com/nacion/articulo/ultima-hora-26-colombianos-y-dos-estadounidenses-detras-de-asesinato-de-presidente-haitiano/202100/ ; https://www.infobae.com/america/colombia/2021/07/09/son-militares-retirados-mindefensa-sobre-colombianos-involucrados-en-el-asesinato-del-presidente-de-haiti/ y https://www.theguardian.com/world/2021/jul/09/colombia-haiti-guns-for-hire-assassination

[5] https://www.eltiempo.com/unidad-investigativa/asi-llegaron-a-haiti-colombianos-acusados-de-asesinar-al-presidente-moise-601890

10/07/2021

Rebelión

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
José Antonio Gutiérrez D., Militares (r) colombianos asesinan al presidente haitiano pubblicato il 10-07-2021 in Rebelión, su [https://rebelion.org/militares-r-colombianos-asesinan-al-presidente-haitiano/] ultimo accesso 12-07-2021.

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