Perù: L’ONU e altre istituzioni rifiutano l’abuso della forza da parte della polizia nelle proteste


Le organizzazioni chiedono che si inizino delle indagini indipendenti e, se è il caso, si riparino le vittime e si sanzionino i responsabili.

Il sistema delle Nazioni Unite (ONU) in Perù ha espresso la propria preoccupazione per il comportamento della polizia durante le proteste registrate negli ultimi giorni contro il governo di Manuel Merino de Lama.

L’organizzazione internazionale ha affermato che si sono registrate violazioni del diritto dei detenuti al dovuto processo, incluse detenzioni di manifestanti adolescenti.

Su questa linea si sono pronunciati anche il Coordinamento Nazionale dei Diritti Umani e l’associazione civile Transparencia, che hanno condannato l’uso abusivo della forza poliziesca a causa della quale quattro persone sono rimaste gravemente ferite.

L’ONU mette in discussione il comportamento della polizia

Attraverso un comunicato, la sede in Perù dell’ONU ha messo in discussione il comportamento della forza pubblica nelle proteste contro il governo di Merino de Lama, per cui nell’ultima giornata, giovedì 12 novembre, manifestanti e giornalisti sono rimasti feriti.

“È necessario ricordare che l’utilizzo arbitrario e indiscriminato delle armi non letali lede il principio di proporzionalità e viola gli standard internazionali, che richiedono precauzione, necessità e proporzionalità nel comportamento della polizia”, ha indicato l’ONU.

L’organizzazione internazionale ha anche affermato che è stato violato il diritto dei detenuti al dovuto processo, per cui ha considerato che “è necessario riallineare, quanto prima, le azioni di controllo agli obblighi internazionali dello stato peruviano”.

Al medesimo tempo, ha segnalato che è necessario “portare a termine un’indagine indipendente, imparziale e giusta dei fatti avvenuti e, se è il caso, riparare le vittime e sanzionare i responsabili”.

Nel suo comunicato, l’ONU ha anche ricordato allo stato peruviano che “la manifestazione pacifica è un diritto che deve essere rispettato in tutte le società, anche in una situazione di emergenza sanitaria come l’attuale”.

Rifiutano l’abuso poliziesco

Come si ricorda, da quando il Congresso ha approvato a maggioranza la vacanza presidenziale di Martín Vizcarra, lunedì 9 novembre, le proteste a Lima e in diverse regioni del paese non si sono fermate.

In sostituzione di Vizcarra, si è insediato quello che fino ad allora era il presidente del Congresso della Repubblica, Manuel Merino de Lama, che dalla maggioranza dei peruviani è accusato di aver coordinato con gli altri discussi partiti politici del Congresso, per giungere al potere.

Giovedì 12 novembre si è registrata la giornata di protesta più numerosa. Quel giorno la repressione poliziesca a Lima è stata anche maggiore e ha lasciato un saldo di 11 feriti.

Secondo il Coordinamento Nazionale dei Diritti Umani (Cnddhh), tra i feriti in modo grave e lieve, figurano non solo manifestanti, ma anche giornalisti che coprivano le proteste.

Precisamente, il Segretario Esecutivo della Cnddhh, Jorge Bracamonte, ha criticato duramente la repressione poliziesca registrata durante l’ultima manifestazione.

“Rifiutiamo e condanniamo l’uso abusivo della forza da parte della PNP [Polizia Nazionale del Perù] che ha lasciato come risultato 4 persone gravemente ferite attualmente ricoverate nell’Ospedale Almenara e nell’Ospedale 2 di Maggio”, ha detto Bracamonte.

Anche l’associazione civile Transparencia, da parte sua, ha emesso un comunicato chiedendo “il rispetto incondizionato dei diritti umani dei manifestanti”.

“Condanniamo l’uso sproporzionato della forza da parte della polizia nazionale, che si conviene con l’autoritarismo, non con la democrazia”, si legge nel comunicato.

Anche Transparencia ha considerato, come l’ONU, che è necessario che siano iniziate “indagini indipendenti che determinino le relative responsabilità”.

“Il ministro degli Interni deve immediatamente rendere conto al Congresso di quanto avvenuto e dare istruzioni per evitare nuove lesioni dei diritti fondamentali”, hanno aggiunto.

Il ministro nega la repressione, ma le immagini lo smentiscono

In effetti, nella mattinata di questo venerdì 13 novembre, il recentemente nominato ministro degli Interni, Gastón Rodriguez, ha negato nelle dichiarazioni alla stampa che la polizia abbia fatto uso della violenza per reprimere i manifestanti.

Nonostante ciò, le immagini registrate da diversi manifestanti e che circolano nelle reti sociali, lo smentiscono.

In quelle si osserva come la polizia spari gas lacrimogeni di fronte a manifestanti pacifici e, in altre, si osserva come un presunto agente sotto copertura del gruppo Terna -che si vestono in borghese per infiltrarsi- spari in aria con la sua arma da fuoco essendo stato scoperto.

Due delle persone che sono risultate ferite, continuano ad essere ricoverate nell’Ospedale Almenara di Lima dopo essere stati colpiti da proiettili di armi da fuoco.

Nonostante le prove di eccessi polizieschi, nel pomeriggio il ministro Gastón Rodríguez è andato insieme al premier, Ántero Flores Aráoz, a congratularsi con le forze di polizia per la loro partecipazione durante le proteste.

Alla sua uscita, venendo nuovamente interrogato dalla stampa sul comportamento della polizia, Gastón Rodríguez ha difeso gli agenti dichiarando che “due motociclette di pattuglia sono state danneggiate e nessuno dice nulla di questo”.

13 novembre, 2020

Servindi

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
ONU y otras instituciones rechazan abuso de la fuerza policial en protestas” pubblicato il 13/11/2020 in Servindi, su [https://www.servindi.org/actualidad-noticias/13/11/2020/onu-y-otras-instituciones-rechazan-abuso-de-la-fuerza-policial-en] ultimo accesso 15-11-2020.

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