La battalla di Plaza Dignidad, un racconto da dentro


Luis Vega González

20 dicembre, 63° giorno della rivolta popolare. Annuncio della fine delle proteste da parte dell’intendente Felipe Guevara, per questo ha contato su mille poliziotti e ha accerchiato l’emblematica piazza nel cuore di Santiago.

Il giorno comincia con più di mille “pacos” (poliziotti, cecchini) di fanteria, con i loro scudi, vestiti blindati, gas al peperoncino, fucilieri con lancia granate, fucili per pallini, le loro armi regolamentari, centinaia di poliziotti in moto, decine di poliziotti a cavallo, centinaia di veicoli, pattuglie, furgoni, pulmini adattati per trasportare la truppa, e gli immancabili zorrillos (automezzi per lanciare gas) e guanacos lancia acqua con gas e soda caustica, tutto accompagnato dai loro elicotteri e droni, come dire un monumentale esercito per combattere la protesta sociale e impedire l’ingresso in Plaza Dignidad.

Si sono disposti ad accerchiare la piazza con transenne, dispiegando i loro plotoni nei punti strategici, così una volta di più hanno sottostimato il popolo. Macchina da guerra contro convinzione e determinazione popolare.

Non sono stati molti quelli che oggi sono giunti nella piazza in comparazione alle altre giornate, perché la repressione non li lascia passare, ma la decisione era nell’aria, riprendere lo spazio era la parola d’ordine.

Migliaia di dispersi, e apparivano con piccole scaramucce represse con centinaia di lacrimogeni, sembrava che tutto stesse terminando, come dice la canzone, a prima vista il piano dell’Intendente Guevara stava dando dei risultati, si moltiplicavano gli scontri e centinaia di lacrimogeni erano rigettati con astuzia e intelligenza contro le truppe dei carabinieri, seguiti da piogge di pietre che facevano perdere la posizione ai pacos. Ma è successo quello che non voleva l’intendente, verso le ore 19.00 la piazza della dignità è stata riconquista dal popolo e, le transenne sono state poste come barricate, i pacos hanno ripiegato verso il parco Bustamente e la musica suonava forte nell’aria della “radio plaza dignidad”, l’allegria era insieme alla prima linea, e i più agguerriti figli della rivolta popolare hanno continuato a lottare.

Costi… sì, ci sono stati, quelli che ogni giornata impone, una persona ferita gravemente triturata da due zorrillos in un’azione coordinata della repressione, e molti feriti.

Il bilancio, la piazza riconquistata per alcune ore, una moto della repressione lanciata nel letto del fiume, l’intendente con il suo piano fallito.

Molti oggi sono mancati, ma questo giorno rimarrà nella storia come un’impresa di David contro Golia. Un esercito preparato da 30 anni di governi chiamati democratici non ha potuto nulla contro un “piccolo” esercito di folli, come direbbe la nostra poetessa Gabriele Mistral scrivendo e sostenendo l’esercito di Augusto Cesar Sandino.

21 dicembre 2019

El Rodriguista

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Luis Vega González, La batalla de la Plaza Dignidad, un relato desde dentro” pubblicato il 21/12/2019 in El Rodriguista, su [https://www.elrodriguista.org/la-batalla-de-la-plaza-dignidad-un-relato-desde-dentro/] ultimo accesso 22-12-2019.

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