Le manifestazioni sono avvenute dopo che Piñera aveva annunciato un’agenda di sicurezza, nella quale spicca un progetto di legge “antisaccheggi” e un altro “antincappucciati”.

Questo giovedì si è vissuta in Cile una nuova giornata di proteste, contro il Governo del presidente Sebastián Piñera e le politiche economiche e sociali che vigono nel paese.

La principale manifestazione è stata effettuata a Santiago, nel comune di Providencia, a nord est della capitale cilena. Ci sono state mobilitazioni anche nelle città di Concepción e La Serena.

Le manifestazioni di questo giovedì si registrano dopo che Piñera aveva annunciato un’agenda di sicurezza per la classe sociale privilegiata, con un progetto di legge “antisaccheggi” e un altro “anticappucciati”.

Secondo quanto ha potuto constatare una squadra della RT, nell’Avenida Providencia e Holanda, i Carabinieri hanno represso i manifestanti che non avevano provocato nessun atto di violenza.

Le forze di sicurezza sono avanzate con i carri idranti e con le bombe lacrimogene, per evitare che la protesta si estendesse verso i quartieri agiati della capitale cilena.

“Stiamo chiedendo solo dignità per il nostro popolo. Se è necessario, staremo tutti i giorni in strada fino a quando il Governo ci darà delle risposte”, ha detto uno dei manifestanti presente nella zona.

In questo paese sudamericano le proteste si sono prolungate per tre settimane, dopo essere iniziate lo scorso 18 ottobre contro l’aumento del biglietto della Metro di Santiago; misura che è stata cancellata dallo stesso mandatario.

Le misure di pressione contro l’amministrazione di Piñera sono continuate nonostante che il presidente avesse annunciato un’agenda sociale e dei cambiamenti nel suo gabinetto di Governo. La richiesta iniziale è cambiata con quella delle dimissioni del presidente, e l’esigenza di un svolta nel modello economico.

7 novembre 2019

Resumen Latinoamericano