La sesta edizione della Marcha das Margaridas ha avuto luogo a Brasilia il 13 e il 14 agosto. Si tratta della più grande mobilitazione di lavoratrici rurali dell’America Latina. Un’altra evidenza della forza delle donne contro gli arretramenti e i tagli dei diritti.
Il nome è un omaggio a Margarida Maria Alves, dirigente del Sindacato dei Lavoratori Rurali di Alagoa Grande – PB, che lottò per i diritti delle e dei lavoratori rurali e nel 1983 fu assassinata per ordine dei latifondisti.
Dal 2000, donne lavoratrici organizzate dei campi, delle acque, di boschi e città effettuano la Marcha das Margaridas, continuità della lotta di Margarida Alves, per la fine della violenza nel campo, per i diritti lavorativi, e contro tutte le forme di violenza e oppressione.
È stato con un luccichio negli occhi che l’agricoltrice Maria Anecy Martins, di 45 anni, è giunta questa settimana a Brasilia (DF) per partecipare alla Marcha das Margaridas 2019. La mobilitazione ha riunito più di 100 mila donne contadine, con la chiusura questo mercoledì (14) dopo una grande manifestazione che si è presa le strade della capitale. Venuta dall’interno dello stato di Maranhão, Anecy ha viaggiato per più di due giorni, ha affrontato problemi nelle strade e la stanchezza fisica per partecipare all’evento che è un simbolo della lotta popolare in Brasile.
Dopo decenni di lavoro nel campo e nella militanza politica, è stata la prima volta che l’agricoltrice ha avuto l’opportunità di conoscere la marcia. L’ansia di giungere era tanta che non c’è stata stanchezza al mondo che fosse capace di diminuire l’energia vibrante che l’ha mossa per giungere fino a lì.
“Sempre ho voluto venire e non ci riuscivo. Non so se ho una parola per descrivere [questo]. Quando lei vede tante donne così, unite, alla ricerca di miglioramenti, di migliori politiche, ti dà i brividi. Vengo per partecipare, per unire forze con le donne. Se mi domandano se sono stanca, non lo sono. Quando vediamo questo qui, ogni conversazione ci dà i brividi. E molto bello”, si commuove.
L’agricoltrice rurale è stata una delle circa 30 mila persone che si sono riunite l’ultimo martedì notte (13) nel Parque da Cidade per festeggiare l’apertura ufficiale dell’evento, che ha avuto come slogan “Margaridas nella Lotta per un Brasile con Sovranità Popolare, Democrazia, Giustizia, Uguaglianza e Senza Violenza”. La commemorazione ha riunito carovane di tutte le regioni del paese e rappresentanti di circa 25 paesi di differenti continenti, in un vero mosaico di forze popolari. Si sono anche aggiunte alla folla artiste, deputati federali, senatori e altri alleati politici.
L’evento ha portato, come dibattito politico, una piattaforma che rafforza la lotta per i diritti, come la difesa dei servizi sanitari e dell’educazione pubblici, la lotta alla violenza contro la donna, contro la riforma delle Pensioni, tra gli altri. In questo senso, il corteo è anche un modo di condividere aneliti comuni e di rafforzare l’orizzonte della lotta popolare.
In occasione dell’apertura, differenti voci hanno fatto riferimento all’importanza dell’unione delle donne per combattere le molteplici forme di violenza di genere e il contesto di ritiro di diritti.
“Il nuovo viene dal popolo, viene dal potere popolare, di questo popolo che è donna. È per tutte quelle che sono venute prima di noi, Luizas, Dandaras, Marielles, Margaridas, e per una generazione che sarà libera. Smetteremo di marciare solo quando saranno tutte libere”, ha urlato la deputata federale Talíria Petrone (Psol-RJ).
La marcia, che si tiene ogni quattro anni, tradizionalmente riunisce donne del campo, del bosco e delle acque. In questa edizione, l’evento ha contato sul sostegno speciale delle partecipanti alla 1ª Marcia delle Donne Indigene, come è il caso di Nena Funi-ô, che è venuta da Aguas Belas, nel Pernambuco.
“Mi sto sentendo molto soddisfatta dalla manifestazione delle donne. Dobbiamo lottare per i nostri diritti perché, se non facciamo questo, non avremo modo di risolvere. Siamo unite in questa lotta e non desisteremo mai”, ha detto.
E nel mare di donne che questa settimana ha occupato Brasilia ha sorpreso anche l’ala maschile, che rimane spettatrice di fronte all’organizzazione delle partecipanti della marcia. È il caso del professore di storia Edson Cazuza, del Rio Grande do Norte. Partecipando all’evento per la seconda volta, lui racconta di sentirsi ispirato di fronte alla massiccia mobilitazione delle lavoratrici.
“Anche vivendo un momento così difficile, come questo degli ultimi tempi in Brasile, le donne fanno parte della trincea in questa lotta per la democrazia, per la giustizia sociale, per l’uguaglianza dei diritti. Lo vedo con immensa allegria”, aggiunge.
Entusiasmata dalla prima esperienza alla Marcha das Margaridas, l’agricoltrice Maria Anecy racconta che l’arrivo a Brasilia è servito da aperitivo per le prossime edizioni dell’evento e anche per dare ossigeno all’organizzazione politica popolare negli stati.
“Vengo tutte le volte che è possibile e tutte quelle in cui ne ho l’opportunità. Oltre alla buona energia di queste donne, porterò con me un poco di ciascuno stato, una conversazione, gli artigli di queste donne. Ci rafforziamo per lo scontro nelle nostre basi, per la vita personale e anche per il movimento sindacale”, evidenzia.
Sulla medesima linea di raziocinio, Nena Funi-ô racconta che l’evento lascia “un saldo molto positivo”. “Lo farei tutto di nuovo. Sono stanca, ho cantato per tutto il giorno, ho ballato. Ma ne è valsa la pena”.
15 agosto 2019
Marcha
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Cristiane Sampaio, “Marcha das Margaridas: demostración de fuerza de 100 mil campesinas en Brasil” pubblicato il 15/08/2019 in Marcha, su [https://www.marcha.org.ar/marcha-das-margaridas-demostracion-de-fuerza-de-100-mil-campesinas-en-brasil/] ultimo accesso 26-08-2019. |