“È così la realtà della guerra in Colombia”


ELN

Estratto dell’intervista di Pablo Beltrán, della Delegazione dei Dialoghi dell’Esercito di Liberazione Nazionale, a Leandro Lutzky dell’Agenzia Rusia Today [*], pubblicata questo 7 novembre.

Rusia Today: Quante persone l’ELN tiene sequestrate? Che chiedono in cambio della loro liberazione?

Pablo Beltrán: L’ELN, fa due tipi di privazione della libertà. Quando viene catturato del personale delle forze armate dello stato, la maggioranza di loro sono restituiti.

Un altro gruppo è quello delle persone che si sono impegnate a pagare imposte e non lo fanno, allora vengono fatti dei fermi per far pressione affinché paghino. Non sono molti. Per principio, non manteniamo per lungo tempo delle persone detenute. Quando pagano, ritornano alle proprie attività.

RT: Perché si sono fermati i negoziati di pace?

P.B.: L’ELN ha detto che è disposto a riannodare le conversazioni, ma che non accetta richieste preventive. Abbiamo fatto alcune liberazioni di soldati e di poliziotti che il Governo aveva suggerito di fare, e il Commissario di Pace ci ha proposto che una volta fatte queste liberazioni, avremmo avuto una riunione discreta per vedere come riaprire il processo. Abbiamo fatto le liberazioni e finora il Commissario non ha detto quando ci sarà una riunione.

RT: Che cosa si è modificato con il cambio di Amministrazione riguardo ai dialoghi?

P.B.: Avevamo dialoghi con Santos, rispettando un’Agenda di conversazioni, firmata nel 2016. Ma ora, questa gente che è arrivata, seguaci dell’ex presidente Uribe, ha cominciato a dire che quell’Agenda non gli serviva, che bisognava mettere altre cose e che Santos aveva fatto male le cose, perché aveva fatto molte concessioni. Da questa lettura, si sono dedicati a porre condizioni, un modo per non andare al tavolo di dialoghi. Il precedente Governo aveva la volontà di conciliazione e questo non la ha.

RT: L’ELN propone delle condizioni per sedersi a negoziare?

P.B.: Noi non abbiamo posto nessuna condizione. I tavoli di conversazioni ci sono affinché ognuno dica lì ciò che pensa, si discuta e dopo si traggano delle vie di mezzo. Questi sono gli accordi.

Loro vogliono porre delle condizioni, nel frattempo, in questi ultimi giorni hanno mandato 5.000 soldati in una delle zone storiche dell’ELN, che è a sud del lago di Maracaibo, alla frontiera con il Venezuela, e quello che hanno detto è che avrebbero ripreso il Piano Colombia. Dicono che è una faccenda contro il narcotraffico, ma in realtà si tratta di smilitarizzare una retroguardia storica dell’ELN, ma anche, di porre i soldati per minacciare il Venezuela.

Allo stesso tempo c’è una guerra mediatica di false notizie contro di noi.

RT: Che direbbe a Duque se lo avesse faccia a faccia?

P.B.: Che non faccia come Santos, che ha lasciato tutto per l’ultima ora, con poco tempo e già indebolito, per cercare di concludere un accordo con noi. Lui ha quattro anni, sta cominciando. Che ne approfitti, se vuole fare degli aggiustamenti all’Agenda, vada al tavolo e li proponga lì.

RT: Ora che gli accordi tra il Governo e l’ELN si stanno troncando, Voi vi state riorganizzando a livello militare? Come reagisce la guerriglia?

P.B.: La totalità della macchina militare controinsurrezionale del regime, l’abbiamo contro. Il fatto è che ora, con “Uribe tre”, che è il Governo di Duque, hanno fatto una riassegnazione dei compiti militari contro di noi.

Parallelamente alla guerra controinsurrezionale, c’è un altro genocidio che viene fatto con agenti parastatali e operazioni coperte dell’Esercito, dove stanno decapitando il meglio del movimento sociale e politico dell’opposizione. Questo genocidio politico produce più vittime della guerra tra la guerriglia e lo stato.

Stiamo seguendo, come guerriglia, queste due situazioni e cercando di andare in altre regioni dove la gente ci chiede di aiutarla ad ottenere migliori livelli di organizzazione, per la resistenza contro la persecuzione politica.

RT: L’ELN effettua operazioni in zone urbane o solo nei suoi settori di influenza? Attaccate solo per difendervi dalle azioni governative o volete ampliare le vostre regioni di dominio?

P.B.: Si fa in ambedue i sensi. Ci sono alcune retroguardie rurali tradizionali dell’ELN, ma a sua volta la Colombia è un paese eminentemente urbano, tre quarti della popolazione sta nelle città, allora la maggioranza della militanza dell’ELN è urbana.

RT: Il Governo è apertamente appoggiato dagli USA. Al di là dei contadini locali, chi appoggia l’ELN? Mi riferisco a come procurarsi armi e denaro.

P.B.: Fondamentalmente le armi si recuperano in combattimento e anche si comprano. Le nostre finanze, vengono da imposte che si pagano nelle zone dell’ELN dove ci sono livelli di produzione importante. Dove si trova, l’ELN fissa una garanzia di tranquillità, una certa protezione, e la gente riconosce questo e dà i contributi. La maggior parte di quello che riceve, è volontaria. Ci sono anche imposte alle imprese che entrano a lavorare nella zona.

RT: Santos ha ricevuto il premio Nobel per l’accordo firmato con le FARC, ma, perché lo chiamano accordo di pace se non ha garantito la cessazione della violenza? Anche l’attuale Governo ha annunciato una revisione di quei trattati.

P.B.: Gli hanno dato un premio Nobel per la Pace perché è riuscito a smobilitare e a far svanire le FARC. Questa opera di Santos si sta consumando per la via perversa. Invece di abilitarla come un nuovo partito politico, di sinistra e rivoluzionario, il processo di pace che Santos ha iniziato e al quale Duque sta mettendo fine, è di dividere, debilitare e far sparire le FARC. È un processo di persecuzione politica che fa scomparire il contraddittore.

RT: È utile che un processo rivoluzionario si prolunghi per tanti anni senza riuscire a prendere il potere o questo comporta, inevitabilmente, un bagno di sangue?

P.B.: La guerra in Colombia ha i giorni contati. Nelle elezioni presidenziali di giugno, al secondo turno, più di 8 milioni di colombiani hanno votato per la pace con cambiamenti. Questo è il 43 per cento. Ci sono molti milioni di colombiani che vogliono girare la pagina della guerra. Questo sforzo, per la pace, non lo fermerà né Trump, né Uribe, né nessuno. Il popolo colombiano è entrato per andare a questa guerra, per ottenere la pace. Noi, come guerriglia, constatiamo che dobbiamo accompagnare questo popolo nella resistenza affinché non sia falcidiato, affinché non sia annientato, ma a sua volta accompagnarlo in questa ricerca di soluzione politica.

RT: Alcuni mesi fa, ad aprile, mi ha detto che l’obiettivo ultimo era la presa del potere. Attualmente, è realizzabile prendere il controllo della Colombia con le armi?

P.B.: Quando abbiamo cominciato questo processo di soluzione politica, siamo stati chiari nel dire che aspiriamo a continuare nella lotta per il potere e che le classi dominanti permettano ai rivoluzionari di competere nella lotta non violenta, affinché cresca un movimento di lotta per il Governo senza usare la forza. Questa è la sfida che hanno le classi dominanti della Colombia. L’oligarchia deve lasciare il potere, e l’ELN continua ad essere impegnato ad ottenerlo.

Nota:

[*] 7-11-2018. https://actualidad.rt.com/actualidad/294853-referente-guerrillero-eln-realidad-guerra-colombia

12 novembre, 2018

ELN Voces

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
ELN, Así es la realidad de la guerra en Colombia” pubblicato il 12/11/2018 in ELN Voces, su [http://eln-voces.com/asi-la-realidad-la-guerra-colombia/] ultimo accesso 19-11-2018.

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