Questa settimana, a Quito, iniziamo il secondo ciclo di conversazioni di pace con il governo di Santos, dove continueremo a sviluppare l’Agenda pattuita il 30 marzo 2016. Il giorno dopo, il capo della Delegazione del governo ha dichiarato in una conferenza stampa che nella guerra del regime contro la guerriglia, loro ”stanno vincendo”; con questo ha spiegato il proposito pacificatore, che l’elite dominante vuole imporre agli attuali dialoghi.
In contrapposizione abbiamo sostenuto che la pace, affinché sia seria e duratura, deve basarsi su un nuovo consenso nazionale, per la giustizia sociale e la verità; come nucleo principale di una soluzione politica del conflitto. Per questo, mettiamo l’acento su quanto pattuito nell’Agenda, per ribadire che la pace va al di là della pacificazione e del silenzio dei fucili guerriglieri.
Concordiamo che lo sviluppo dell’Agenda ha “lo scopo di sottoscrivere un Accordo Finale per mettere fine al conflitto armato e concordare delle trasformazioni alla ricerca di una Colombia in pace ed equità… per sradicare la violenza della politica, mettendo al centro la trattazione della situazione delle vittime, e di avanzare verso la riconciliazione nazionale mediante l’attiva partecipazione della società alla costruzione di una pace stabile e duratura”.
Durante i due mesi del primo ciclo di questa fase pubblica di conversazioni, tutta l’artiglieria del regime è stata concentrata nel cercare di imporre un modello di pacificazione, attraverso pressioni affinché queste conversazioni finiscano prima che termini il governo di Santos, per farci accettare gli accordi fatti al tavolo dell’Avana, per imporci delle pretese unilaterali e per farci accettare versioni arrangiate della legislazione internazionale dei conflitti.
Da parte nostra, proponiamo di creare un clima di pace, che accompagni queste conversazioni, che deve essere il risultato di sforzi e accordi bilaterali, frutto di un avvicinamento di ambedue le Parti, nel quale lasciamo dietro le posizioni originali di ciascuno.
I progressi realizzati durante il primo ciclo, sui preparativi alla partecipazione della società nel processo di pace e sui futuri accordi di aiuto umanitario, sono sepolti dalla valanga di persecuzione politica che il regime sostiene mediante l’assassinio di dirigenti sociali, da un ambiente di terrore contro le organizzazioni sociali, attraverso minacce, attentati, sfollamento e retate di massa di dirigenti che sono accusati di essere “ausiliari della sovversione”.
Nel momento in cui le FARC lasciano le armi, il regime approfitta per moltiplicare le sue operazioni paramilitari in tutta la Colombia, in una disputa territoriale nella quale assegna agli squadroni paramilitari ampie regioni, nelle quali non c’è presenza di Forze Militari statali o, se sono presenti, si coordinano con loro, invece di affrontarli. Questa offensiva controrivoluzionaria è il principale meccanismo per realizzare il genocidio politico in corso, simile a quello che perpetrarono tre decenni fa contro l’Unione Patriottica.
Da numerose regioni aggredite da questa controffensiva, ci chiamano affinché collaboriamo ad organizzare la sicurezza, la protezione e la difesa delle comunità; così non possiamo partecipare a tutte, ci sforziamo di aiutare in tutte le parti in cui per noi è possibile, per contribuire a neutralizzare questa nuova fase di genocidio.
Ci preoccupano gli appelli alla guerra, che fa il presidente degli Stati Uniti e rifiutiamo la svolta data dal governo di Santos, per allinearsi ai piani bellici imperialisti. Non è una dimostrazione di volontà di pace, associare la Colombia alla macchina da guerra della NATO, non lo è nemmeno prendere partito per la violenta estrema destra venezuelana, che attizza il conflitto interno in questo paese fratello.
In mezzo agli appelli alla guerra nel continente e all’offensiva controrivoluzionaria condotta dall’élite governante colombiana, continueremo a cercare una soluzione politica al conflitto e, pertanto, la nostra Delegazione di dialogo assisterà puntualmente a questo secondo ciclo di conversazioni, per andare avanti con rigorosità e celerità negli accordi che sono previsti nell’Agenda di dialogo.
08 maggio 2017
Voces de Colombia – ELN
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Continuamos en la Mesa de Quito” pubblicato il 08-05-2017 in Voces de Colombia – ELN, su [http://www.eln-voces.com/index.php/editorial-insu/1078-continuamos-en-la-mesa-de-quito] ultimo accesso 12-05-2017. |