Cherán è una comunità indigena e allo stesso tempo è municipio, l’unica in questa condizione nello stato del Michoacán. Noi che l’abitiamo ci riconosciamo come purépecha, ci troviamo a circa duecento chilometri dalla capitale dello stato, al centro dell’altipiano purépecha. Le comunità vicine come Sevina, Cheranástico, Comachuen, Arantepacua, Carapan, Uren, Huancito, tra le altre, considerano Cherán come il fratello maggiore tra le comunità, per questo è conosciuta anche come Cherán K´eri, il cui significato è Cherán il grande, ma non solo per il numero degli abitanti e per essere il municipio che ha la maggiore estensione territoriale della regione, ma per essere un esempio per gli stessi modi di organizzazione e decisione su temi che danneggiano la comunità, come fu la delinquenza organizzata che colpì con maggiore forza nell’anno 2011. Con l’adozione delle istituzione dello Stato Nazione, come la polizia municipale, nella loro maggioranza i suoi membri non erano originari della comunità e, pertanto, non avevano un senso di appartenenza né un impegno verso il popolo, fatto che facilitò che fossero collusi con il crimine organizzato. La nostra comunità si è organizzata attorno ai falò a cui confluivano gli abitanti di ogni mezza quadra del paese formando barricate e ha riattivato la Ronda Comunitaria che è una figura di difesa per noi e il nostro territorio, formata da uomini della nostra comunità, senza retribuzione economica né in natura, poiché è un obbligo prestare il proprio servizio alla comunità.
Il 15 aprile 2011 il nostro popolo intraprese una lotta per bloccare il disboscamento clandestino, i sequestri e le sparizioni dei comuneri, come un atto di impotenza vedendo che nessuna autorità dei vari livelli di governo risolveva questa situazione. A luglio del 2012 avevamo già risolto il problema della sicurezza che era prevalente nel nostro municipio a causa della delinquenza organizzata. Allo stesso modo abbiamo influito sulla regione dell’Altipiano Purépecha per mantenere la sicurezza, organizzando relazioni con le comunità, senza che fosse importante se non erano del nostro municipio. Allo stesso tempo abbiamo cominciato ad analizzare in modo costante i movimenti armati che cominciavano a svilupparsi nella regione della Tierra Caliente, come la conosciamo noi. Vedevamo che la popolazione era disposta ad intraprendere la lotta con il cuore in mano, organizzandosi secondo le proprie condizioni, e noi in un certo senso ci siamo sentiti contenti. In varie occasioni abbiamo commentato che potevamo coordinare gli sforzi, abbiamo sempre avuto gente che dal luogo dei fatti della Tierra Caliente ci informava su ciascuno dei movimenti, inclusa l’apparizione di alcuni dirigenti che cominciavano ad essere i principali protagonisti del movimento. Il 9 maggio 2013 rendemmo pubblico un comunicato con il quale “invitavamo a riflettere collettivamente a partire dallo spazio in cui si sviluppano, oltre a stabilire delle strategie per reimpostare la nostra condizione sociale di fronte alle avversità imposte, la lotta si intraprende dalle nostre trincee collettivamente e senza protagonismi”. La lettera aveva una dedica, sì, per te Mireles, e per il popolo della Tierra Caliente, i movimenti armati non sono un tema minore per gli interessi del potere economico e politico del paese.
Il processo armato di organizzazione fu accelerato molto presto. Praticamente la Tierra Caliente si unì con un solo proposito: “Lottare contro i cavalieri templari e dare dignità al proprio popolo”. Nel 2013 ci informarono che José Manuel Mireles voleva parlare con noi, decidemmo di avere speranza. Sì pensammo di avere un incontro nella città di Uruapan, era un punto intermedio e strategico per ambedue le parti. Occupare la città con centinaia di elementi era cosa semplice, ma avevamo una forte preoccupazione, sapevamo che già c’erano molti infiltrati, e non solo del governo federale e statale, ma anche della delinquenza organizzata. Mai avremmo permesso che ci utilizzassero, cosicché mettemmo da parte l’emozione e anteponemmo la riflessione. Ci recammo con gruppi delle comunità del municipio di Los Reyes (Cherato, Cheratillo e 18 de marzo) dove stabilimmo degli accordi generali di coordinamento, poiché la sua lotta assomigliava di più alla nostra avendo un pensiero orientato alla comunità.
Il 3 febbraio 2014 facemmo conoscere una nuova lettera che diceva: “Esortiamo la popolazione a non disarmarsi dato che il problema ha radici più profonde”. In quel momento veniva venduto come il salvatore del nostro stato il viceré Alfredo Castillo, inventandogli una figura probabilmente istituzionale; lui governò di fatto nel Michoacán e cooptò chi doveva cooptare.
Solo tu Mireles ti mantenesti con coerenza e, come c’era da aspettarsi, fosti sequestrato dallo stato, come la compagna Nestora Salgado, i compagni Normalisti di Ayotzinapa, i tanti e tante compagne e compagni scomparsi, solo per volere un Messico migliore, per essere stufi di vedere come ci rubano il nostro paese, il nostro patrimonio e quello delle nostre future generazioni. Transnazionali vanno e vengono, ogni giorno c’è più miseria e alcuni che possiedono tutto continuano a rafforzarsi e di fronte a tutto questo c’è la complicità del governo. Il problema non sei tu Mireles né la compagna Nestora Salgado, né i compagni Normalisti di Ayotzinapa, nemmeno i tanti e tante compagne e compagni scomparsi solo per aver pensato e agito in modo differente, ma questi che hai chiamato amici e ti hanno tradito, non solo consegnandoti, anche quelli che strillavano il sostegno alla lotta e che nei fatti non fecero nulla.
La lotta della Tierra Caliente non è un fracasso, ha lasciato molti apprendistati, non solo per noi, anche per i vari municipi, comunità, accampamenti del nostro stato e del paese, che avanzano con passo fermo, e se si sbagliano, come dicono alcuni K’eri, “il pus non progredisca, continueremo a lottare”.
* David Daniel Romero R., Comunero e Avvocato di Cheran K´eri
28 febbraio 2016
Desinfomémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
David Daniel Romero R., “La lucha armada en Michoacán, un aprendizaje” pubblicato il 28-02-2016 in Desinfomémonos, su [http://desinformemonos.org.mx/la-lucha-armada-en-michoacan-un-aprendizaje/] ultimo accesso 29-02-2016. |