Quale è il futuro della CELAC?


Eduardo Tamayo G.

Il dibattito sul carattere e il futuro della CELAC si è installato nel III Incontro che il 29 gennaio conclude i suoi lavori facendo conoscere una dichiarazione politica, un piano d’azione e varie dichiarazioni specifiche.

Alcuni paesi hanno espresso il parere che la CELAC debba trasformarsi in un organismo regionale con una segreteria, una sede permanente e uno statuto che sia ratificato dai parlamenti, come dire che divenga istituzionale. Altri, invece suggeriscono che debba mantenersi come una istanza di dibattito, dialogo politico e di concertazione regionale.

Ricardo Patiño, cancelliere dell’Ecuador, paese che per il 2015 assume la segreteria pro tempore della CELAC, ha espresso il parere che non si è avuto il consenso su questo tema e che fino a quando non ci sarà consenso, la CELAC debba rimanere un spazio di dialogo politico.

Nonostante ciò Patiño ha aggiunto che, anche se non è istituzionale, in quello su cui c’è accordo è che ci sia un’azione concreta per attuare certi obiettivi specifici, attraverso la via della cooperazione intra-regionale e interregionale, per raggiungere obiettivi a beneficio dei nostri popoli. “Necessariamente questo comporta (di dotarsi) di un qualche livello di gruppo di lavoro formato da professionisti e diplomatici del paese che occupa la segreteria pro tempore”, ha aggiunto Patiño.

Il cancelliere dell’Ecuador ha fatto l’esempio della cooperazione CELAC-Cina nella quale ci deve essere un gruppo di lavoro che prepari le riunioni e i documenti per vedere come si utilizzeranno le risorse, ecc. Ha anche precisato che ci sarà una stretta collaborazione con gli organismi internazionali già esistenti come la CEPAL, la OLADE, il BID, la CAF.

Per Patiño, dato che la CELAC (che ha le sue origini nel Gruppo di Rio, che fu istituito per appoggiare la soluzione dei conflitti armati in Centroamerica), come una nuova istanza di dialogo politico, deve curare la propria nascita e una crescita sana, evitando che serva a fare solo dichiarazioni dimenticandosi della vita concreta della gente.

La CELAC può fare le due cose: fare la portavoce della regione su quello che si può e ci sia consenso (su temi come il cambiamento climatico, il disarmo e la pace) ma allo stesso tempo lavorare su obiettivi concreti misurabili, quantificabili e anche aggiornabili in quello che ha a che vedere con la vita della gente. Questi obiettivi devono essere presi in carico dai differenti paesi che assumono la segreteria pro tempore e avere continuità nel tempo.

I temi che prospetta l’Ecuador per la CELAC sono la riduzione della povertà e delle diseguaglianze, sviluppo della scienza, la tecnologia, capacità umana, innovazione ed educazione superiore, lavorare sui temi del cambiamento climatico e dell’ambiente, affrontare il finanziamento per lo sviluppo, correggere le asimmetrie della regione (affinché la gente si integri e si riequilibrino i livelli di sviluppo), promuovere le aree delle infrastrutture e la connettività e le relazioni interregionali (realizzare i dialoghi con la Cina e l’Unione Europea, e sostenere conversazioni con la Russia e l’India).

Questo 29 gennaio, il III Incontro è formalmente terminato. Dopo aver adottato una dichiarazione politica e un piano d’azione e varie dichiarazioni, il Presidente Rafael Correa ha assunto, a nome dello stato ecuadoriano, la Presidenza pro tempore della CELAC per il periodo gennaio 2015 – gennaio 2016.

*Eduardo Tamayo G., da San José del Costa Rica.

29-01-2015

ALAI, América Latina en Movimiento

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Eduardo Tamayo G., “Cuál es el futuro de la CELAC?” pubblicato il 29-01-2015 in  ALAI, América Latina en Movimiento, su [http://alainet.org/active/80464] ultimo accesso 02-02-2015.

 

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