Polemiche a Chubut


Darío Aranda

La legge sulle megaminiere.

L’Assemblea Legislativa di Chubut ha cambiato radicalmente il progetto di legge che proibiva le megaminiere (presentato da assemblee socio ambientali e popoli indigeni) ed ha approvato una norma che permette la discussa attività. “È come se fosse stato presentato un progetto di legge contro la tratta delle persone e i deputati avessero cambiato il testo autorizzando i postriboli”, ha denunciato Fernanda Rojas, dell’Assemblea dei Residenti di Esquel. Lo scandalo è aumentato quando è stata diffusa una foto nella quale, in piena sessione, il deputato Gustavo Muñiz (PJ) riceve istruzioni da parte di una delle più grandi imprese minerarie che opera in Argentina (Yamana God). Il Fronte per la Vittoria e il PJ hanno votato a favore delle megaminiere. Le imprese si sono mostrate soddisfatte.

Martedì si apprestava ad essere un giorno storico. Per la prima volta nell’Assemblea Legislativa sarebbe stato trattato un progetto legato “all’iniziativa popolare”, un atto di democrazia semidiretta contemplato dalla Costituzione provinciale. Consiste nel presentare una proposta di legge sostenuta con le firme del tre per cento della base elettorale e i deputati hanno l’obbligo di trattarlo. Dopo un anno di raccolta delle adesioni, ad aprile le assemblee socio ambientali, le organizzazioni sociali e le comunità indigene hanno raccolto 13000 firme. Il progetto proibisce le megaminiere metallifere e l’industria mineraria nucleare (uranio e torio) e protegge le fonti d’acqua. La proposta amplia i limiti che la Legge 5001 (che proibisce lo sfruttamento con l’uso del cianuro) già stabilisce.

Di buon ora le assemblee di tutta la provincia e le comunità mapuche-tehuelche si sono mobilitate presso l’Assemblea Legislativa.

La sorpresa è stata il cambiamento di progetto (anche se con lo stesso nome di “iniziativa popolare”) che ha fatto il Fronte per la Vittoria (FpV). La dirigente del gruppo, Argentina Noemí Martínez, ha argomentato che il progetto delle 13000 firme era incostituzionale e che la nuova proposta proponeva un “serio dibattito” per i prossimi quattro mesi. Dalle tribune dell’Assemblea Legislativa le gridavano che dal 2002 Chubut dibatte sulle megaminiere. Sulle gradinate del Congresso la polizia è avanzata con bastoni e cani contro membri delle assemblee. Di fronte, i gruppi dell’UOCRA, petroliferi e minerari, sorridevano e cantavano.

Dopo sei ore di dibattito, quindici voti hanno appoggiato il progetto pro-miniere (tredici del Fronte per la Vittoria e due del PJ) e dodici sono stati contrari (il blocco di Chubut Siamo Tutti –di Das Neves–, UCR, Polo Sociale, un voto del PJ e un voto del FpV). La legge approvata sospende per quattro mesi l’attività mineraria, ma dà la facoltà al governatore, Martín Buzzi, di indire un referendum vincolante solo nelle zone dove sarà fatta attività mineraria (chiamate “zone di sacrificio”).

Pablo Lada, del Forum Ambientale Sociale di Trelew, ha ricordato che era la prima volta in venti anni di vigenza della Costituzione di Chubut che “l’iniziativa popolare” veniva avviata. Sapeva che tra le possibilità c’erano il rifiuto, l’approvazione o la modifica. “Ciò che è successo è stato vergognoso. Il nostro progetto non è stato trattato. Hanno manipolato il progetto della cittadinanza, hanno legiferato su richiesta delle transnazionali e ci hanno rubato uno strumento di democrazia semidiretta”, ha affermato Lada.

Nell’altipiano (località di Gan Gan, Gastre, Paso de Indios) il governo sostiene le miniere di argento, piombo e uranio. Zone di piccoli paesi dove da un decennio le imprese minerarie sono già presenti con programmi come “responsabilità sociale imprenditoriale” (forniscono materiali alle scuole e ambulatori sanitari, consegnano materiali e alimenti). “Lo sfruttamento minerario nell’altipiano può contaminare tutta la provincia. Tutti noi chubutensi dobbiamo votare, ma i deputati disprezzano la democrazia diretta, sanno che Chubut non vuole le megaminiere”, ha spiegato Rojas, di Esquel.

Ieri a mezzogiorno, una foto ha mostrato il deputato del PJ Gustavo Muñiz durante la sessione. Si vede il suo telefonino e uno scambio di messaggi con l’amministratore dell’impresa mineraria Yamana God, Gastón Berardi, che gli dà istruzioni per modificare l’articolo 4 per permettere l’estrattivismo nell’occidente della provincia. Il deputato gli risponde che questo sarà incluso nel regolamento, che farà il governatore Martín Buzzi. Di fronte alle radio di Chubut Muñiz, che ha votato per la legge pro miniere, ha riconosciuto il fatto. L’Assemblea dei Residenti di Esquel ha diffuso la foto nelle reti sociali: “L’Assemblea Legislativa di Chubut ha legislatori che rispondono alle compagnie minerarie e non al popolo”.

Lada ha precisato che tutte le assemblee di Chubut e i popoli originari si trovano in stato di allerta e mobilitazione, valutando i passi da fare. “È stato così sleale ciò che hanno fatto i legislatori, burlandosi della cittadinanza, che giocherà contro di loro”, ha avvertito.

Il presidente della Camera Mineraria di Chubut, Néstor Alvarez, si è mostrato soddisfatto per la nuova legge. “È molto importante. È stato modificato il testo dell’iniziativa popolare e il progetto anti-minerario si è trasformato in qualcosa di diverso. Ci apre una prospettiva. È fattibile (l’avanzamento dell’industria mineraria)”.

27-11-2014

Página/12

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Darío Aranda, “Polémica en Chubut” pubblicato il 27-11-2014 in Página/12, su [http://www.pagina12.com.ar/diario/sociedad/3-260727-2014-11-27.html] ultimo accesso 17-12-2014.

 

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