Lunedì 1 settembre l’impresa Lear dell’Argentina srl ha finalmente permesso l’ingresso dei delegati nella fabbrica, ma nel farlo hanno trovato che il padrone aveva costruito una vera “gabbia” di 3,5 x 2,5 dove li tiene rinchiusi durante la giornata lavorativa, a 10 metri dal settore dove si trova il resto degli operai. Si tratta di un fatto inedito e di un’azione totalmente illegale.
Questo trattamento aberrante viene attuato dopo che per settimane l’impresa dapprima non aveva rispettato 12 ordinanze giudiziarie impedendo l’ingresso dei delegati e successivamente li aveva lasciati entrare, per farli aggredire da una squadraccia formata da militanti della lista verde dello SMATA (sindacato dei meccanici, ndt) che sono giunti all’estremo di spruzzargli all’interno della fabbrica gas al peperoncino.
Questo è avvenuto con il totale consenso dell’impresa che ha reso liberi i militanti della lista verde dai propri posti di lavoro ed è giunta al colmo di permettere l’ingresso della C5N affinché filmasse i militanti con cartelli che dicevano “fuori i furbi dalla Lear”.
Ora l’impresa è giunta all’estremo delle aggressioni e della discriminazione quando lunedì ha rinchiuso i delegati in questa “gabbia”, dove mantiene i delegati isolati e rinchiusi, realizzata con fil di ferro, cartoni e teli di plastica, a più di 10 metri dal luogo di lavoro degli altri operai. I delegati si trovano circondati anche da casse per non essere visti dai loro compagni di lavoro e con la vigilanza privata appostata permanentemente che li accompagna al bagno, alla mensa, e dovunque si muovano, nel miglior stile carcerario. Si tratta di una misura totalmente inumana che non può essere permessa.
Rifiutiamo energicamente questa grave condotta segregazionista e persecutoria dell’impresa, denunciamo e chiediamo la cessazione immediata di questo modo di agire di chiaro stampo vessatorio verso i Delegati, che viola tutti i Diritti Umani Fondamentali che un lavoratore ha sul posto di lavoro.
Ne denunciamo l’illegalità più assoluta giacché non si tratta solo di una evidente aggressione, ma lo fanno contro lavoratori che contano su diritti sindacali, le quali impediscono all’impresa di modificare il loro luogo e le loro condizioni di lavoro (articolo 52 Legge 23.551).
Chiediamo alla Giustizia dove presentiamo le denunce e al Ministero del Lavoro dove anche denunciamo questo sopruso dittatoriale di prendere le misure necessarie per mettere fine in modo immediato a questa situazione.
Denunciamo l’impresa Lear e lo SMATA per quanto sta accadendo e li mettiamo in guardia poiché su questa via l’unica cosa che otterranno sarà un aumento del conflitto in corso contro ogni tipo di aggressioni e discriminazioni e per il reintegro di tutti i compagni che continuano a lottare per i propri posti di lavoro.
Prime adesioni: Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel della Pace / Nora Cortiñas, Madre di Plaza de Mayo Linea Fondatrice / Elia Espen, Madre di Plaza de Mayo Linea Fondatrice / Mirtha Baravalle, Madre de Plaza de Mayo Linea Fondatrice / Ce.Pro.DH., Centro dei Profesionisti per i Diritti Umani / Graciela Rosenblum, Lega Argentina per i Diritti Umani / Norma Ríos, Vice-Presidente APDH Argentina / Florencia Delnegro, Presidente APDH Rosario / Enrique Cachito Fukman, Associazione Ex Detenuti Scomparsi / Commissione Campo de Mayo/ Associazione di ex detenuti e sopravvissuti della Ford/ Associazione di ex lavoratori, familiari e delegati sopravvissuti della Mercedes Benz
Contatto: Edgardo Moyano, avvocato dei lavoratori 155-012-2422
04/09/2014
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Argentina: La empresa Lear enjaula a delegados combativos” pubblicato il 04-09-2014 in Agencia Para La Libertad, su [http://www.agenciaparalalibertad.org/article/lear-enjaula-a-delegados-combativos/] ultimo accesso 08-09-2014. |