Bambino mapuche condannato come terrorista


Luis García-Huidobro

José Antonio Ñirripil è stato uno dei bambini che nell’anno 2010 fecero uno sciopero della fame contro la Legge Antiterrorismo, insieme a decine di comuneri mapuche. Nell’immediato, il risultato di questo sciopero della fame fu che fosse modificata la Legge Antiterrorismo in modo che questa non colpisse i minori di età. Si ottenne anche che il Governo promettesse di desistere dalle cause con questa legge.

A causa delle scorrette interpretazioni dei procuratori e dei giudici, nell’anno 2010 e successivamente nell’anno 2011 il Parlamento spiegò attraverso due progetti di legge l’esclusione dei minori dalla Legge Antiterrorismo. Ma lo Stato del Cile, dopo lo sciopero della fame, trovò un modo surrettizio per continuare a perseguitare il movimento mapuche come terrorista, inclusi i minori di età. Questo avviene principalmente attraverso i testimoni segreti. Al riguardo, il Relatore ONU Ben Emerson fece delle forti pressioni sullo Stato del Cile affinché smettesse di utilizzare i testimoni segreti nelle cause mapuche.

Uno dei casi più gravi è avvenuto questa settimana, quando il Tribunale di Temuco ha condannato  José Antonio Ñirripil nel caso “Fondo Brasile”. L’unica “prova” per incriminare José Antonio, è la testimonianza di un delatore compensato (Art.4 della Legge Antiterrorismo), che la procura è riuscita ad introdurre indirettamente nel processo, attraverso la testimonianza di poliziotti che avrebbero presenziato alla procedura di delazione. Come dire, in Cile sono perseguitati come terroristi dei minori di età –certamente, mapuche–. L’Unicef, attraverso l’avvocato Nicolás Espejo, ha considerato l’abuso di potere su José Antonio come “grave e preoccupante”.

La testimonianza della delazione, inoltre, fu del tutto indotta dalla polizia. Non fu il delatore che predispose il racconto, ma si limitava a confermare il racconto che precedentemente la polizia faceva. Inoltre, il delatore afferma che quel giorno era in stato di ubriachezza, e la sua testimonianza si contraddice con quella della vittima in punti importanti. La vittima, inoltre, prospetta che i Carabinieri vessassero fortemente affinché nelle testimonianze venissero incriminate determinate persone. Non c’è nessun altro indizio per incriminare José Antonio, oltre che questa testimonianza compensata in virtù della Legge Antiterrorismo.

Esempi come quello di José Antonio rendono manifesto che l’attuale dibattito sulla promessa da parte dei candidati presidenziali di invocare o no la Legge Antiterrorismo è una discussione che non va oltre, ogni volta che si stanno utilizzando gli strumenti della persecuzione terrorista nei processi penali; questo per la pressione che sta esercitando il Potere Esecutivo sui giudici, e il sostegno del medesimo Esecutivo alle interpretazioni scorrette e anche alle azioni al di fuori della legge dei Procuratori nelle cause contro il movimento mapuche.

Luis García-Huidobro sj. Religioso Gesuita. Ha collaborato durante vari anni nella Pastorale Mapuche in Cile. Attualmente fa parte della Missione Mapuche Gesuita a Tirúa. Il suo indirizzo Twitter @luisgarciahsj.

15-11-2013

BiobioChile

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Luis García-Huidobro, “Niño mapuche condenado como terrorista pubblicato il 15-11-2013 in BiobioChile, su [http://www.biobiochile.cl/2013/11/15/nino-mapuche-condenado-como-terrorista.shtml] ultimo accesso 22-11-2013.

 

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