Luis Mattini
Per una serie di ragioni che cercherò di esporre qui, il recente asado (arrosto, n.d.t.) fatto nell’ESMA, aldilà delle irregolarità amministrative, è stato un grave errore del Ministro Alak, conseguenza della banalità con cui stiamo trattando la memoria storica. Bisogna chiedere al Ministro una pubblica discolpa affinché tutti noi possiamo apprendere da questa esperienza.
Ripassiamo un poco … La presa della Bastiglia, a Parigi nel 1789, è il maggior simbolo della storia dell’emancipazione umana. In quell’occasione il popolo di Parigi non lasciò pietra su pietra dell’orribile fortezza. Ogni pezzo era macchiato di sangue. Rimase solo una distesa che con gli anni si trasformò nella “Piazza della Bastiglia” e in una stazione della Metro. Nonostante ciò il nome, simbolo della radicalità della Rivoluzione Francese, rappresenta l’eterna memoria della lotta contro l’oppressione. Per mantenere viva la memoria questa parola è più simbolica degli edifici dell’epoca e degli eventuali monumenti.
L’ESMA è la nostra Bastiglia, detto meglio, una delle nostre Bastiglie. Ma l’enorme differenza è che non fu distrutta con un atto di giustizia dal popolo eccitato e deciso, ma smantellata con un fermo atto amministrativo di un governo, che successivamente consegnò le installazioni per trasformarle in “luoghi” della memoria. È risaputo che una tale decisione fu presa senza raccogliere l’opinione di tutti i sopravvissuti che lì soffrirono le torture e senza conoscere gli ideali dei giovani che furono repressi a causa della loro ribellione per un mondo migliore.
Quel “mondo migliore”, per il quale persero la vita i giovani degli anni settanta, aveva una determinata materialità. Per esempio, l’eliminazione delle classi sociali, l’uguaglianza tra l’uomo e la donna, l’educazione, non solo di massa, ma per superare il semplice analfabetismo verso il dominio della conoscenza e soprattutto dell’arte … e la conseguente eliminazione dei monumenti e di tutte quelle banalità della società di classe. Come si è detto, i funzionari che presero quelle decisioni ignoravano questo e questo fatto non è da rimproverare. Non avevano modo di sapere giacché generalmente non sono stati protagonisti. Proprio per questo ciò che gli si può rimproverare è di non aver chiesto agli attori sopravvissuti, dal momento che abbiamo questa preziosa informazione.
Con questo medesimo ragionamento, onestamente credo che aver organizzato un asado nei terreni dell’ESMA non sia stato un atto di malafede, ma forse il punto più alto della superficialità con cui si sta trattando il serio tema della memoria, trasformare l’ESMA in una specie di Luna Park dove si svolgono carnevali, murghe, recital, maratone, corsi di cucina; l’asado è quasi una inevitabile conseguenza. Ciò non toglie che sia stato un errore del Ministro, un grave errore, pertanto, ciò che dobbiamo fare è segnalargli l’errore e chiedergli una pubblica scusa. In nessun modo credo che sia necessario chiedergli la rinuncia, per poi accettarla ringraziando per “i patriottici servizi prestati” come è di routine. No, in nessun modo … qualsiasi persona potrebbe sbagliarsi e un funzionario non è un superdotato; se si è sbagliato, è sufficiente fagli vedere l’errore e chiedergli di correggerlo e la corrispondente pubblica scusa.
Ma tale “errore” coinvolge tutti coloro che hanno assistito, in primo luogo il Segretario per i Diritti Umani, incluso il personale del ministero che dice di essere stato “obbligato” ad assistere. Nessun impiegato pubblico può essere obbligato a fare qualcosa che non sia nel regolamento, ci protegge la legislazione contro la presunta “dovuta obbedienza”. Alla quale si aggiunge quella grande figura apportata dai Diritti Umani, chiamata “obiezione di coscienza”.
In definitiva, tutti coloro che hanno assistito sono responsabili della futilità con cui si sta trattando la memoria storica, chiaro che con diversi gradi di responsabilità, ma ugualmente responsabili. Ma insisto nel trattare questo tema sminuendo la malafede. In realtà è l’opportunità per stabilire un nuova svolta sulla così citata Memoria. Siamo molti a pensare, seguendo l’esempio dei plebei di Parigi, che l’ESMA e qualsiasi edificio utilizzato per l’oppressione debbano essere demoliti perché il sangue scaturisce dalle loro pareti. In questo senso si potrebbe seguire lo spirito dell’Assemblea dell’anno 13 che ordinò di distruggere gli strumenti di tortura. O anche, ricordare il Presidente Cámpora che nel 1973 ordinò al Ministro Righi di distruggere gli strumenti di tortura delle forze di sicurezza.
È necessario che tutti ci poniamo in pieno nel dibattito che si sta svolgendo e che non è altro che un cambiamento che era stato iniziato quando furono istituzionalizzati i primi spazi della Memoria. Quando la memoria ha necessità di un grande sostegno materiale, bisogna dubitare delle sue potenzialità. Quando ha necessità di parole d’ordine che hanno perduto valore, come “in vita li hanno presi in vita li vogliamo”, indica che li ricordiamo già come morti.
Un dibattito con il quale apprendiamo a conservare la memoria senza mausolei funebri ci farà incontrare di nuovo con i nostri fratelli scomparsi oggi vivi nella nostra memoria del cuore.
6 gennaio 2013
La Fogata
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da: |
Luis Mattini, “Errar es humano, disculparse es lo digno” pubblicato il 06-01-2013 in La Fogata, su [http://www.lafogata.org/12arg/arg12/errar.6.1.htm] ultimo accesso 14-01-2013. |