Nonostante che fu votata nell’agosto del 2009, durante la Legislatura, mai si è concretizzata la procedura che permette l’esproprio dell’importante fabbrica di ceramiche Zanón ed il suo trasferimento nelle mani della Cooperativa FASIPAT (Fabbrica senza Padroni), che da più di 9 anni la occupa continuando la produzione. Così, questo lunedì 18 aprile, i 470 lavoratori hanno protestato lungo la strada 7 facendo un blocco per chiedere al governo di Jorge Sapag di effettuare il pagamento di 22 milioni di pesos, con fondi del bilancio provinciale, ai creditori privilegiati (tra i quali la Banca Mondiale) ed il trasferimento definitivo delle attività e della proprietà dell’impresa. Cristian Mellado, del settore stampa della cooperativa, ha spiegato a lavaca che: “per due anni il governo non fa questo pagamento e fa sì che altri creditori incomincino a presentare senza fondamento istanze di incostituzionalità, e ciò comporta che sia ritardata la fine della procedura”. L’esproprio definitivo permetterebbe ai lavoratori di contrarre dei crediti, di rinnovare i macchinari che datano dal decennio degli anni 80 e così di aumentare la produzione ed i posti di lavoro, istanze che lo stesso Sapag ha considerato come “manovre politiche”. Cristian e i lavoratori si chiedono: “È politico protestare per il lavoro?” Sicuramente lo è, ma in un senso molto differente da quello che indica il governatore.
Un progetto sociale
Conviene ricordare che sono gli stessi lavoratori che evitarono che l’ex impresa di ceramiche di Luis Zanon diventasse un deposito vuoto, creando più di duecento posti di lavoro diretto ed altri mille indiretti. Inoltre, recentemente hanno inaugurato nell’edificio una scuola pubblica, senza dimenticare, tra le varie attività sociali, le permanenti donazioni di ceramiche da installare in ospedali, scuole e mense comunitarie.
Il progetto originale dell’esproprio – sottoscritto da più di 50 mila firme – prospettava la nazionalizzazione e l’espropriazione senza il pagamento del debito, ma dopo un anno di discussioni la Legislatura decise che i principali creditori fossero pagati con fondi provinciali. Questo ha fatto sì che i rimanenti creditori presentassero l’inconstituzionalità della misura, ritardando la procedura di espropriazione.
Affogare il lavoro
A quasi due anni, per contare i giorni, dopo aver bussato a varie porte e presentato petizioni, i lavoratori hanno deciso in assemblea di bloccare la strada di fronte alla fabbrica. Cristian: “Diamo inizio alla nostra protesta affinché questo problema sia risolto, perché noi stiamo affogando, i prezzi aumentano tutti i giorni e noi dobbiamo essere all’altezza delle circostanze per creare più produzione e più posti di lavoro”. Inoltre, chiedono il ritiro delle denuncie contro 30 operai accusati nel 2010 per un blocco stradale, per gli stessi motivi, versione aggiornata della criminalizzazione della protesta.
Allora questa è la prima misura che prendiamo fino a quando il governo presenterà le scadenze (o almeno le tracce) del pagamento del debito, e la fabbrica otterrà senza impedimenti ed in modo definitivo ciò che sempre ha fatto: di lavorare.
19/04/2011
lavaca
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
“Zanon: corte de ruta por la expropiación” traducido para lavca por S., pubblicato il 19-04-2011 su [http://lavaca.org/notas/zanon-corte-de-ruta-por-la-expropiacion/], ultimo accesso 02-05-2011. |