L’ex senatore sconterà una pena di 7 anni e 6 mesi di carcere per associazione a delinquere aggravata.
L’ex senatore Mario Uribe Escobar è stato condannato dalla Corte Suprema di Giustizia a sette anni e sei mesi di carcere per aver fatto un’alleanza con l’ex capo paramilitare Salvatore Mancuso per assicurarsi un seggio nel Congresso, appoggiandosi ai suoi ex colleghi Eleonora Pineda e Miguel de la Espriella.
Questa decisione è considerata come una delle più significative della Corte, per la sua condizione di cugino dell’ex presidente Alvaro Uribe e per le cariche che raggiunse come congressista (il primo presidente del Senato condannato). Il processo fu uno dei detonatori dello scontro tra il passato Governo e la Corte.
Nella sentenza pronunciata questo lunedì, i magistrati hanno evidenziato che”La Sala penale ha la certezza del fatto che il dottor Uribe Escobar si accordò con un gruppo armato al margine della legge (…). Le dichiarazioni di Salvatore Mancuso e di Eleonora Pineda, storicamente giudicate, permettono di riconoscere che il congressista fece questi patti con quella organizzazione illegale”.
L’alto tribunale ha, inoltre, imposto all’ex senatore antioquegno una multa di 3.484 milioni di peso come responsabile del delitto di associazione a delinquere aggravata.
La strategia di Mancuso
La sentenza enuncia che l’ex senatore fece parte di una strategia ideata da Mancuso per evitare lo scontro con i partiti tradizionali e per cercare di attrarli verso il suo progetto politico alleandosi con essi.
Quei patti li mise in evidenza lo stesso ex capo del blocco Nord delle Autodefensas Unidas della Colombia (Auc) e membro dello stato maggiore di quell’organizzazione illegale, in una dichiarazione che nell’ottobre del 2007 rilasciò di fronte a ‘Giustizia e Pace’ e che fa parte del processo contro Uribe: “Una cosa è che facciano parte di noi, come Eleonora e Miguel, un’altra sono le alleanze strategiche”.
In questo caso i magistrati considerano che Mancuso ricorse alla creazione di movimenti politici “o, anche, fece uso di delegati come Pineda e De la Espriella, in quel momento decisivo per i membri delle autodifese. In modo che, in certe aree geografiche, senza ricorrere alla violenza si potevano garantire accordi o patti ai quali le autodifese erano interessate”.
Pineda fu dalla Corte classificata come il ponte tra l’ex senatore Mario Uribe e Mancuso per quanto riguarda gli accordi.
La sentenza aggiunge che lei trasmetteva ai suoi alleati politici le istruzioni dal capo ‘para’ e li informava sui termini dei patti.
La sentenza afferma che i patti erano occultati, con l’appoggio all’ex senatore da parte di diverse forze politiche, apparentemente estranee alle Auc, come quella del dirigente di Córdoba Otto Bula.
La Corte conclude che “l’accordo tra Uribe e le autodifese non può essere considerato una invenzione del capo paramilitare, o una reale manifestazione delle sue aberrazioni mentali o della vendetta – come afferma nella sua testimonianza il dottor Luis Carlos Restrepo (alto commissario di Pace a quell’epoca) – ma come l’affermazione di una ricostruzione storica per la quale ha contato sull’appoggio di Eleonora Pineda e di Miguel De la Espriella, due dei suoi alleati”.
21 febbraio 2011
EL TIEMPO
Redazione Giustizia
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
“Corte Suprema condenó a Mario Uribe por pacto con Mancuso” traducido para El Tiempo por S., pubblicato il 21-02-2011 su [http://www.eltiempo.com/justicia/corte-suprema-condena-a-mario-uribe_8896341-4], ultimo accesso 22-02-2011. |