Il presidente ha fatto il discorso inaugurale dell’attività legislativa, alla Camera dei Deputati. Ha proposto un “accordo” di 10 punti per applicare la riforma neoliberale che vuole promuovere.
Il presidente Javier Milei ha fatto il percorso dalla Casa Rosada fino al Congresso Nazionale scortato da un’operazione di sicurezza che ha utilizzato 5000 agenti delle forze federali, che hanno fatto da virtuale muro umano lungo l’Avenida de Mayo. È entrato nell’aula con il bastone. Si è accomodato dietro il leggio e si è messo le lenti per fare il discorso di inaugurazione delle sessioni ordinarie del Congresso Nazionale.
La maggioranza del discorso di Milei ha ripetuto la sua particolare visione della storia argentina, nella quale gli ultimi 100 sono stati tutti in discesa e nella quale il XIX secolo è una “terra promessa” a cui bisogna tornare. Ha parlato contro la dirigenza politica, accusandola di essere una casta, ha messo in discussione lo stato. Ha detto che “fa tutto male”, che è una “organizzazione criminale” e ha dipinto un panorama di presunta catastrofe sulla “eredita ricevuta”.
La novità del discorso è apparsa al finale. Milei ha fatto una svolta e ha sostenuto di aver proposto un “grande accordo nazionale” per il 25 maggio, a Córdoba, che consisterebbe nel fatto che tutta la dirigenza si incolonni dietro il suo piano economico. E ha anche sostenuto che, prima di questo, come “dimostrazione di buona volontà” aveva dato istruzioni al ministro dell’Interno, Guillermo Francos, e al suo capo di Gabinetto, Gustavo Posse, di convocare i governatori per promuovere “la legge basi” e “un alleggerimento fiscale” per le province. La proposta giunge nell’ambito della disputa della Casa Rosada con i dirigenti provinciali per il taglio delle risorse.
“Lo scontro non è il cammino che vogliamo”, ha detto Milei, dopo aver attaccato tutta la dirigenza nei primi 40 minuti del suo discorso. “C’è un cammino di pace e non di conflitto. Intesa, non il consenso contro il cambiamento. Voglio che mi dimostrino che ho sbagliato, che la politica può essere più di quello che è”, ha ribadito.
E allora è andato avanti con le imposizioni e l’estorsione. “Voglio estendere un invito ai governatori, agli ex presidenti, ai dirigenti dei partiti politici, a firmare un nuovo patto sociale, che stabilisca un nuovo ordine economico argentino. Il 25 maggio, a Córdoba. Questo patto stabilirà 10 politiche di stato”, ha ribadito Milei e dopo le ha enumerate.
1. Non violare la proprietà privata.
2. Equilibrio fiscale non negoziabile.
3. Riduzione della spesa pubblica al 25% del PIL.
4. Riforma tributaria.
5. Ridiscutere la compartecipazione federale delle imposte.
6. Impegno delle province ad andare avanti nello sfruttamento delle risorse naturali.
7. Riforma del lavoro.
8. Riforma previdenziale che permetta a coloro che lo vogliano di iscriversi ad un sistema privato.
9. Riforma politica.
10. Apertura del commercio internazionale affinché il paese sia protagonista del mercato globale.
Dopo l’enumerazione, il presidente ha sottolineato: “Prima di fissare il patto di maggio, ho istruito” i ministri affinché “invitino i governatori a firmare la Legge Basi e un alleggerimento fiscale alle province. È l’offerta che poniamo sul tavolo. Sta a voi cambiare la storia. Vedremo chi è seduto al tavolo”.
Foto: Diego Diaz
2 marzo 2024
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Argentina. Milei extorsionó a los gobernadores y propuso «un pacto» para imponer su plan económico”, pubblicato il 02-03-2024 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2024/03/02/argentina-milei-extorsiono-a-los-gobernadores-y-propuso-un-pacto-para-imponer-su-plan-economico/] ultimo accesso 04-03-2024. |