Chiediamo che si dia una soluzione alle richieste che sono state poste con lo sciopero della fame, così come rendiamo responsabili le autorità dello Stato del Cile delle eventuali conseguenze irreversibili per quanto riguarda la salute e la vita di coloro che scioperano.
Santiago, 28 gennaio 2024.
Sig. Luis Cordero Vega, Ministro di Giustizia.
Sig. Jaime Gajardo Falcón, Sottosegretario di Giustizia.
Noi organizzazioni e persone che aderiamo a questa lettera, dichiariamo quanto segue:
In primo luogo, evidenziamo che, fino ad oggi, quattro prigionieri politici mapuche CAM si trovano in sciopero della fame da 76 giorni, chiedendo in primo luogo, la nullità del processo contro Ernesto Llaitul Pezoa, Ricardo Delgado Reinao, Nicolás Villouta Alcaman ed Esteban Henríquez Riquelme, che, nonostante l’inesistenza di elementi probatori, sono stati ingiustamente condannati a più di 15 anni di prigione.
Questo sciopero della fame viene portato avanti con il sostegno di 11 prigionieri politici CAM, reclusi nel CP Bío-bío e nel CCP di Temuco: il portavoce storico del CAM Llaitul Carrillanca, José Lienqueo Márquez, Roberto Garling Infanta, Bastián Llaitul Vergara, Óscar Cañupan Calfin, Axel Campos Vivallos, Pelentaro Llaitul Pezoa, Daniel Canio Tralcal, Luis Menares Chanilao, Carlos Mardones Sáez, Jorge Caniupil Coña.
In secondo luogo, si chiede la realizzazione di una sezione di comuneri nel CP Bío-bío, così come è contemplato nei trattati internazionali sottoscritti dallo Stato del Cile, prendendo in considerazione i seguenti argomenti:
1. Il riconoscimento dei 15 comuneri come membri del popolo originario mapuche, e la rivendicazione della loro condizione di prigionieri politici, dato che le loro cause sono relative allo storico conflitto che c’è tra il popolo nazione mapuche, lo Stato del Cile, e la lotta che viene effettuata contro l’estrattivismo -principalmente forestale- che depreda il Wallmapu.
2. È noto che la decisione politica di bloccare e contrastare il conflitto storico ha negli ultimi 30 anni acuito la persecuzione e la criminalizzazione delle rivendicazioni mapuche, il che ha portato, inevitabilmente, centinaia di comuneri nelle carceri.
3. Segnaliamo che, a seguito di diverse ed estese mobilitazioni il popolo mapuche ha ottenuto -anche se in modo insufficiente-, il rispetto di certe condizioni tanto culturali come spirituali, dentro i diversi centri penitenziari. Un esempio di quanto sopra, è l’ottenimento di sezioni di comuneri -luogo in cui si può in modo minimo plasmare l’identità e l’appartenenza mapuche-, che riguarda uno spazio previsto dalla Convenzione 169 dell’OIL, la cui sottoscrizione da parte dello Stato del Cile è vigente e che era stata, in un certo modo, rispettata o almeno considerata da tutti i governi, inclusi di destra.
4. Menzioniamo che sono evidenti una negazione e un arretramento in cui incorre l’attuale governo, che viola costantemente i diritti fondamentali dei prigionieri politici mapuche nelle carceri di alta sicurezza. In questo caso, ci riferiamo specificatamente al CP Bío-bío, situazione di cui vi rendiamo responsabili nel vostro ruolo di autorità massime in materia intrapenitenziaria.
5. Denunciamo, inoltre, le sistematiche lesioni e trasgressioni commesse contro le famiglie e i membri delle comunità che visitano i prigionieri politici mapuche, non essendoci nessun trattamento speciale nella loro qualità di membri del popolo originario mapuche, non riconoscendo, pertanto, quanto stabilito nei trattati internazionali sottoscritti dallo Stato del Cile.
In terzo luogo, si chiede l’immediata libertà di Daniel Canio Tralcal, giacché considerando il tempo in cui è stato ingiustamente incarcerato dallo Stato del Cile tra il 2009 e il 2013, venendo assolto dalle accuse che gli venivano imputate, ha diritto a optare alla libertà condizionale.
Consideriamo che il fatto di tenere dei prigionieri politici mapuche in un carcere di alta sicurezza, spetti ad una decisione politica e non solo amministrativa. Riconosciamo che i prigionieri politici mapuche sono privati della libertà, ma in nessun caso smettono di essere soggetti di diritti fondamentali, né perdono la loro condizione di membri del popolo mapuche.
Per quanto sopra, chiediamo che il trattamento e le condizioni intrapenitenziarie siano adeguate alla loro situazione di prigionieri politici e alla loro condizione di membri del popolo mapuche.
Chiediamo che si dia soluzione alle richieste che sono poste con lo sciopero della fame, così come rendiamo responsabili le autorità dello Stato del Cile delle eventuali conseguenze irreversibili per quanto riguarda la salute e la vita di coloro che scioperano.
Portavoce prigionieri politici mapuche CAM.
Familiari prigionieri politici mapuche CAM.
Rete di Appoggio PPM CAM, Valparaíso.
Guillermo Meza Riveros, Dirigente sindacale.
Haroldo Jorquera, Radio Rebelión, Viña del Mar.
Gladys Barrios, Gruppo di familiari di Giustiziati/e Politici/e e Detenuti/e Scomparsi/e di Valparaíso.
Andrés Figueroa Cornejo, Editore media independienti.
Sergio Grez Toso, storico.
Gustavo Burgos, avvocato e direttore di El Porteño.
Alicia Lira Matus, presidente del gruppo di familiari di Giustiziati Politici.
Johannes Vera von Bargen.
Carlos Ruiz Rodríguez, storico.
Piattaforma Anticapitalista e Popolare.
Cordón quinta.
Fronte Antifascista, Valparaíso.
Colettivo 31 de julio.
Radio Cordón Marga Marga.
Rivista El Topo.
REDPI (Rete di stampa indipendente).
Collettivo En Resistencia.
LibreXpresión.
Debate Público.
Cabildo desde los Derechos Humanos.
Coordinamento di Mezzi di Comunicazione Popolari Francisca Sandoval.
Movimento di Azione Popolare Unitaria MAPU.
Scuola Permanente PRAIS
29/01/2024
Rebelión
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Se exige a Ministerio de Justicia nulidad de juicio de presos políticos de CAM casi 80 días en huelga de hambre”, pubblicato il 29-01-2024 in Rebelión, su [https://rebelion.org/se-exige-a-ministerio-de-justicia-nulidad-de-juicio-de-presos-politicos-de-cam-casi-80-dias-en-huelga-de-hambre/] ultimo accesso 01-02-2024. |