La dichiarazione emessa da un gruppo del FMI nel novembre del 2023, dopo aver concluso la propria missione ufficiale in Nicaragua, non solo avalla il regime orteghista per le sue alte riserve internazionali lorde e le sue “politiche macroeconomiche prudenti”, ma per la crescita risultante dalle rimesse. Così, afferma allegramente: “Si programma che le rimesse raggiungeranno circa il 28% del PIL alla fine del 2023, il doppio del loro livello alla fine del 2021, spinte dal rapido aumento di emigranti nicaraguensi”, emigrazione che ammonta a più dell’11% della popolazione, si impoverisce di mano d’opera e personale qualificato e disintegra famiglie impoverite della nostra nazione i).
Come si sa, il FMI è il principale gendarme del capitalismo mondiale, una spada sui popoli e la loro sovranità, e il suo positivo giudizio della dittatura evidenzia chiaramente la base su cui poggiano le politiche economiche dell’orteghismo: il neoliberalismo cannibale. Quasi nessuno dubita del carattere vendicativo e criminale di Ortega e Murillo a partire dalla brutale repressione del 2018 e dall’installazione di un sistema di controllo, carcere, esilio, privazione della nazionalità e saccheggio di beni contro organizzazioni e persone che pensano differentemente, ma la dichiarazione del FMI permette di sottolineare il carattere reazionario e di ultra destra dell’orteghismo.
Questi tratti sono stati evidenti con la criminalizzazione dell’aborto terapeutico (2006), per un accordo con il controrivoluzionario cardinale Miguel Obando y Bravo, che gli permise il controllo del Consiglio Supremo Elettorale attraverso Roberto Rivas, “protetto” di Obando; e anche quando ebbe come vicepresidente uno dei capi della contra e il principale legame della CIA, Jaime Morales Carazo (2007- 2011).
Il FMI dà attestati di garanzia del carattere neoliberale dell’orteghismo e spiega come fino ad oggi -17 anni dopo il suo ritorno al potere- i settori rilevanti del capitale nazionale e transnazionale, continuano ad avvalersene per operare ed espandersi.
Il modello corporativo di Dialogo e Consenso, ratificato con la riforma costituzionale del 2014 in franca alleanza con il Consiglio Superiore dell’Impresa Privata (COSEP), ha permesso al grande capitale di ottenere enormi profitti dai propri affari, in cambio di guardare dall’altra parte di fronte alla repressione contro femministe, comunità indigene, movimento contadino e oppositori in genere, e fingere demenza per le violazioni alla Costituzione, alla separazione dei poteri, lo stato di Diritto e in generale le libertà, abusi che venivano commessi dal 2007.
È certo che dopo il 2018 avvene la rottura con il COSEP, la sua illegalizzazione e quella di tutte le camere imprenditoriali, preceduta dalla cattura di alcuni dei suoi dirigenti. Queste misure furono una risposta bestiale, propria delle dittature, di fronte a quello che il regime lesse come il tradimento verso l’elogiato modello, ma nella pratica le basi di quell’accordo continuano a funzionare, in particolare, nel settore finanziario, energia e miniere, agroesportazioni e commercio. Ortega ha imposto la logica di quello che fu inizialmente pattuito con questo accordo: -Voi fate affari e guadagnate, ma non mettetevi in politica. Questa lasciatela a me.
I dati economici mostrano senz’ombra di dubbio, che lontano dall’abbracciare il Socialismo del XXI Secolo, come bugiardamente affermano oppositori di destra per la soddisfazione di Ortega, questi ha abbracciato il capitalismo esistente con le sue forme più brutali: sviluppismo estrattivista, consegna al capitale straniero delle ricchezze naturali, sfruttamento della mano d’opera economica, mancanza di protezione dei diritti del lavoro e terziarizzazione e deregolazione assoluta del mercato. Tutto questo usando una retorica populista, il controllo delle organizzazioni popolari e sindacali, cannibalizzando perfino anche i suoi stessi adepti.
Questo spiega perché quando Ortega riprese il governo, continuò a pagare ai banchieri milioni di dollari dei CENIS, buoni che erano stati emessi per sostenere i depositi dei risparmiatori da fraudolenti fallimenti bancari del 2000 e che secondo gli esperti dovevano essere investigati. Permette anche di intendere perché già nel 2014, la redditività dei banchieri nicaraguensi rappresentò il doppio della media dell’insieme dei paesi della regione, aumentando di anno in anno: 17.3% nel 2011, 22.8% nel 2012, e 24.8% nel 2013 (Sáenz, 2014), ii) e come l’iniquità sociale è aumentata senza pause nell’impoverito Nicaragua, giungendo ad avere più ultra milionari di altri paesi centroamericani con PIL molto superiori. Nel 2020 c’erano 210 milionari che accumulavano più ricchezze di 6 milioni di nicaraguensi iii).
La repressione e le politiche neoliberali
La crisi dell’anno 2018 scoppiò per i tentativi di Ortega di aumentare la quota padronale e lavorativa della Sicurezza Sociale, una misura eminentemente neoliberale. La risposta indignata dei colpiti fu repressa con violenza e in solo tre giorni si contarono i primi 60 assassinati. Questi crimini fecero scoppiare la sollevazione popolare, schiacciata con più di 355 morti e 2.000 feriti.
Lo stato d’assedio di fatto imposto da allora, ha permesso ad Ortega di dispiegare le politiche fondomonetariste senza una possibilità di resistenza organizzata da parte della gente. Così, nel 2019 impose la riforma della sicurezza sociale -in forma ancor più brutale di quella che voleva nel 2018- iv). L’imposizione del salario minimo da fame che è peggiore di quello che veniva sottoscritto con il COSEP. Le proteste dei lavoratori per i propri diritti furono stroncate mediante il terrore e la persecuzione e non c’è nessuna organizzazione che possa rappresentare le loro rivendicazioni.
Allo stesso modo, le comunità indigene sono vittime del saccheggio delle loro terre in aree protette senza possibilità di resistenza, i prezzi dei combustibili e le tariffe dei servizi pubblici sono gestiti in modo arbitrario per garantire i profitti di gruppi privilegiati e della famiglia governante, le imposte locali crescono in modo assurdo, ai contadini vengono meno le forze senza crediti e si vedono obbligati a vendere le loro terre ed emigrare.
Dall’altra parte, salgono i prezzi dei prodotti basilari, ma le statistiche ufficiali riportano che non c’è inflazione, le concessioni alle aziende minerarie sono date senza organizzazioni ambientaliste che possano protestare e le esportazioni d’oro salgono senza che si sappia come, la corruzione campeggia senza che nessuno possa manifestare. Come dire, la dittatura serve chiaramente agli interessi della famiglia governante, alle nuove e vecchie oligarchie e alle grandi transnazionali, in un feroce contesto di aggressive politiche neoliberali, come avvenne a suo tempo con la dittatura di Pinochet.
Così, recentemente hanno propinato una zampata ai lavoratori dello stato, decretando una inumana diminuzione dell’indennità per anni di servizio, facendo tornare indietro di decenni un giusto diritto, in un paese con i più bassi salari del continente v).
In Nicaragua è al potere una versione locale di Bolsonaro o forse di un Milei, ma con una maschera di sinistra. Inoltre, con il controllo assoluto su Esercito, Polizia, Corte Suprema di Giustizia, Parlamento, Municipalità, Università, Movimento Studentesco, sindacati e con la leadership più visibile dell’opposizione senza nazionalità in esilio o in carcere.
Il continuato avallo del FMI per quasi due decenni spiega anche l’ambiguità con cui operano -in realtà- i governi del Nord Globale rispetto al Nicaragua, e trasforma in un ancor più vergognoso il silenzio complice o il sostegno aperto di alcuni settori della sinistra.
Esilio in Costa Rica, novembre 2023
Note:
ii) https://enriquesaenz.com/escritos-economicos/fabula-de-los-tiburones-y-las-sardinas/ ; https://nestoravendano.wordpress.com/tag/intermediacion-financiera/ ; https://www.sinpermiso.info/textos/nicaragua-las-fabulosas-ganancias-de-la-oligarquia-financiera
https://100noticias.com.ni/editorial/104389-economia-nicaragua-crecen-millonarios-desarrollo/
iii) Secondo il Rapporto Mondiale sull’Ultra ricchezza, nel 2014 il Nicaragua aveva aumento il numero di ultra milionari. Il Nicaragua aveva allora 190 ultra milionari, mentre il Costa Rica ne aveva 85, Panama 105 e El Salvador 145; https://100noticias.com.ni/editorial/104389-economia-nicaragua-crecen-millonarios-desarrollo/
iv) https://elpais.com/internacional/2019/01/30/america/1548884868_290751.html
30 novembre 2023
Desinformémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Mónica Baltodano, “El caníbal neoliberalismo de Ortega”, pubblicato il 30-11-2023 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/el-canibal-neoliberalismo-de-ortega/] ultimo accesso 02-12-2023. |