Il presidente Andrés Manuel López Obrador ha condannato l’iniziativa repubblicana alla Camera dei Rappresentanti (USA) che propone un intervento militare in Messico per combattere il narcotraffico e ha detto che è irresponsabile, un’offesa al popolo del Messico, “una mancanza di rispetto alla nostra sovranità”.
Il mandatario ha giudicato questa posizione come prepotente, sleale, stupida, interventista, e ha annunciato che, se continuerà, la denuncerà all’Organizzazione delle Nazioni Unite. Il Messico va rispettato, ha ribadito. Alzando il tono di rifiuto di quell’idea, ha sostenuto che se alcuni politici vogliono utilizzare il paese come piattaforma per campagne elettorali, farà appello ai messicani negli Stati Uniti a non votare per i repubblicani.
È inaccettabile e contrario al diritto l’intenzione di Lindsey Graham (senatore repubblicano per la Carolina del Sud) e John Kennedy (senatore repubblicano per la Luisiana) di promuovere l’uso delle forze militari degli Stati Uniti in territorio messicano, ha aggiunto il cancelliere Marcelo Ebrard. “È ovvio che si tratta di una strategia elettorale perché, oltre che impraticabile, il Messico non permetterebbe mai qualcosa di simile. Le conseguenze sarebbero catastrofiche per la cooperazione binazionale antidroga”, ha aggiunto.
Il sequestro di quattro cittadini statunitensi e l’assassinio di due di loro nella città di Matamoros, Tamaulipas, è stato strumentalizzato dall’ultradestra statunitense per dare briglie sciolte al proprio discorso razzista, xenofobo, militarista e interventista contro il Messico, propiziando che tornino al centro del dibattito pubblico posizioni reazionarie che aizzano le paure della cittadinanza verso la popolazione migrante e anche contro i messicani e i latinoamericani in generale, così come avvenne durante il governo di Donald Trump, ha scritto il quotidiano La Jornada.
Il congressista repubblicano per il Texas, Dan Crenshaw, nella sua campagna elettorale per guadagnare notorietà, ha fatto appello all’uso della forza militare degli Stati Uniti contro il crimine organizzato in Messico. Fin dal passato gennaio, il politico ha presentato un’iniziativa di legge per dichiarare organizzazioni terroriste i cartelli del narcotraffico, la classificazione permetterebbe a Washington di realizzare interventi militari nel nostro territorio anche contro la volontà espressa dello stato messicano.
Di fronte alla pretesa di usare le forze armate statunitensi sul territorio nazionale, con il pretesto di fermare il flusso di fentanyl negli Stati Uniti, una volta che abbiamo preso posizione, non permetteremo l’intervento di nessun governo straniero e molto meno l’intervento delle forze armate di un governo straniero nel nostro territorio, ha dichiarato, dopo aver risposto affermativamente alla domanda: “È un’invasione?”.
Ha sostenuto che la proposta repubblicana si basa nel responsabilizzare solo il Messico del flusso di droghe. Ha deplorato quanto succede ai giovani negli Stati Uniti, ma immediatamente ha rimproverato con domande l’inazione statunitense nel controllarne il consumo.
Perché loro non si curano del problema? Perché loro non combattono la distribuzione del fentanyl negli Stati Uniti, i cartelli degli Stati Uniti che si occupano di distribuire il fentanyl, e più a fondo? Perché non si prendono cura dei loro giovani? Perché non risolvono il loro grave problema di decomposizione sociale? Perché non frenano il costante incremento del consumo delle droghe? Perché, inoltre, permettono che siano legali le droghe negli Stati Uniti?, ha domandato il mandatario.
AMLO ha ricordato che il Messico non è un protettorato e non riceve ordini da nessuno. Alcune ore dopo, si è riunito con Elizabeth Sherwood-Randall, consigliera per la Sicurezza Nazionale e incaricata della strategia contro il fentanyl della Casa Bianca, e dopo l’incontro ha dichiarato nelle sue reti sociali che il suo omologo Joe Biden rispetta la sovranità messicana, apprezzamento confermato dal cancelliere Marcelo Ebrard, che ha scartato un conflitto bilaterale per le dichiarazioni di un legislatore dell’opposizione.
Allo stesso tempo, López Obrador ha polemizzato sulla permissività statunitense alla vendita nel suo territorio dell’80 per cento delle armi che il crimine organizzato utilizza in Messico. Il mandatario ha così svincolato il governo di Joe Biden dall’iniziativa di una risposta militare, ma ha messo in chiaro ai repubblicani che o cambiano i loro atteggiamenti verso il Messico o comincerà una campagna informativa negli Stati Uniti, “affinché tutti i messicani, i nostri paesani, sappiano di questa perfidia, di questa aggressione dei repubblicani al Messico”.
Consultato su se in questo caso si possa fare appello all’Organizzazione degli Stati Americani, López Obrador ha immediatamente reagito con sarcasmo: No, no, no… l’OEA no…E ha illustrato la sua opinione canticchiando una guajira (canzone popolare cubana) dello scomparso compositore cubano Carlos Puebla: Come non ridere dell’OEA/ che è una cosa così brutta/ così brutta che provoca risate/ ja, ja, ja…
Per gli analisti, il tema di fondo risiede nel contagio dei problemi statunitensi al Messico: l’epidemia di assuefazione alle droghe legali (gli oppioidi ricettati) e illegali, il culto delle armi da fuoco, e la spregiudicatezza per accedere a quelle, la deregolazione finanziaria che ha convertito il sistema bancario in una gigantesca macchina per il lavaggio del denaro, il mercantilismo selvaggio.
Sono tutti quei conflitti degli Stati Uniti che alimentano oltremodo la violenza in Messico. Senza l’insaziabile appetito degli statunitensi per le droghe e senza l’incessante traffico di armi fabbricate lì, le organizzazioni criminali a sud del río Bravo non avrebbero la possibilità di esistere né mezzi per sfidare le autorità.
Invece di incolpare il Messico per i propri problemi interni, i politici statunitensi che hanno la tentazione di attaccare il loro vicino del sud, dovrebbero chiedersi com’è possibile che la superpotenza planetaria, dotata del più grande apparato di spionaggio del mondo e di agenzie di sicurezza con una presenza globale, non sia capace di combattere la distribuzione di sostanze illegali nel suo stesso territorio.
Questa inverosimile impotenza di Washington nel bloccare il traffico di stupefacenti dentro le sue frontiere mostra che le finalità di Crenshaw e di altri non hanno nulla a che vedere con le droghe, ma servono ad aizzare il proprio elettorato e rafforzare l’interventismo, segnala La Jornada.
Per l’influente quotidiano, è prevedibile che questo tipo di insolenze si moltiplicherà man mano che la classe politica americana si addentrerà nelle campagne elettorali del prossimo anno in Messico.
*Antropologo ed economista messicano, associato al Centro Latinoamericano de Análisis Estratégico (CLAE, www.estrategia.la)
10 marzo 2023
CLAE
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Gerardo Villagrán del Corral, “Para México es inaceptable la intención de promover fuerzas militares de EEUU”, pubblicato il 10-03-2023 in CLAE, su [https://estrategia.la/2023/03/10/para-mexico-es-inaceptable-la-intencion-de-promover-fuerzas-militares-de-eeuu/] ultimo accesso 15-03-2023. |