Brasile: Messaggio mafioso


Silvia Adoue

Araraquara

Gli avvenimenti di domenica 8 gennaio con tutta la spettacolarità della distruzione delle sedi dei cosiddetti tre poteri della repubblica, a Brasilia, possono essere letti come un messaggio mafioso. La massa bolsonarista che poco prima si era mobilitata in modo coordinato, e che per mesi si stava agitando negli accampamenti vicini alle caserme e nei blocchi stradali, voleva un intervento militare, l’annullamento delle elezioni che hanno dato il trionfo alla coalizione guidata da Lula-Alckmin, il ritorno di Bolsonaro alla presidenza. Ma non sarebbe bastata la volontà di questa massa, né il patrocinio di settori dell’agronegozio a garantire la logistica. I risultati a cui sono pervenuti non sarebbero stati raggiunti senza la protezione delle polizie e delle forze armate, i cui servizi di intelligence non potevano ignorare tale articolazione. 1)

Il nuovo governo ha dato segnali del fatto che avrebbe tolto dalle mani delle forze armate il controllo di alcuni organismi dello stato. Così, avrebbero perso parte del terreno guadagnato durante gli ultimi quattro anni. La Fondazione Nazionale dell’Indio (FUNAI) e l’Istituto Brasiliano dell’Ambiente e delle Risorse Naturali Rinnovabili (IBAMA), per esempio, consegnati ai militari, sono stati neutralizzati nel loro ruolo di controllo durante il governo di Jair Messias Bolsonaro. Gli effetti sono stati particolarmente sensibili nella regione amazzonica, la più dinamica nell’avanzata dell’estrattivismo delle commodities minerali, prodotti per l’industria 4.0 2). La militarizzazione dell’Amazzonia brasiliana a partire dalla dittatura iniziata nel 1964 ha guadagnato nuova intensità durante l’ultimo governo. Fatto che ha liberato l’azione della mano illegale dello stato, per lanciare nuove aree nel mercato delle terre per uso flessibile, integrandole rapidamente nelle catene di accumulazione.

Già durante l’inizio dei primi anni del decennio degli 80, con la transizione dalla dittatura, per cui si chiamò Nuova Repubblica, c’era un tacito accordo a proposito del controllo delle forze armate sulle risorse dei territori amazzonici e dei suoi affari. Ma l’ultimo mandato ha fatto tornare l’Amazzonia un territorio d’eccezione, con aree rese libere per le operazioni delle milizie incendiarie e dell’attività mineraria illegale.

C’è stata un’operazione, riguardo al funzionamento dello stato e al suo ambito legale, di smantellamento di quanto fu sottoscritto nella Nuova Repubblica. Che ha fatto sì che la transizione di governo avesse tanta rilevanza con caratteristiche simili a quelle che fu la transizione dalla dittatura ad un governo civile, coinvolgendo l’ampissimo fronte che ha appoggiato la candidatura di Lula-Alckmin, che essendo il vicepresidente è il garante del consenso del grande capitale. Ma le forze armate non hanno partecipato attivamente a queste trattative.

I segnali dati dal nuovo presidente durante la giornata di insediamento del nuovo governo sono stati abbastanza chiari 3). Non c’è stata menzione delle forze armate in nessuno dei due discorsi di Luiz Inácio Lula da Silva: di fronte al congresso, e di fronte alla folla riunita davanti al Palazzo di Planalto. Ha camminato rapidamente e con disattenzione nella cerimonia di passare in rivista le truppe delle tre forze, venendo corretto varie volte dal capo del cerimoniale affinché seguisse il protocollo dei saluti. L’accento che ha dato alla costituzione del Ministero dei Popoli Indigeni e alla nomina di Sonia Guajajara, una delle dirigenti dell’Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile (APIB), per il portafoglio, deve aver avuto anche l’effetto di un ceffone ai militari, che giudicavano di aver recuperato la tutela diretta sui territori indigeni, persa nella transizione dalla dittatura. Allo stesso tempo, la nomina di José Múcio Monteiro al ministero della Difesa, un civile che ha legami con le forze armate, e che ha dichiarato che non avrebbe represso gli accampamenti bolsonaristi di fronte alle caserme, indica che c’è disponibilità ad accordi con le medesime. I gesti di Lula vogliono negoziare da una posizione di forza.

Le forze armate non si sono tirate indietro. Gli avvenimenti di domenica 8 gennaio a Brasilia non sarebbero accaduti senza l’acquiescenza delle medesime. E la necessaria partecipazione diretta del governo e della segreteria della Sicurezza Pubblica del Distretto Federale, ambedue dichiaratamente bolsonaristi. Il messaggio mafioso è: “possiamo rendervi la vita impossibile”, “possiamo rendere questo paese ingovernabile”.

L’attuale governo non poteva non sapere quello che si preparava. I segnali erano in vista. I gruppi di estrema destra preparavano qualcosa di grande a Brasilia, con decine di autobus noleggiati da differenti regioni del paese. Il presidente Lula ha scelto di venire in questa città, di Araraquara, all’interno dello stato di San Paolo, governata dal Partito dei Lavoratori, per seguire la situazione provocata dalle forti e copiose piogge di dicembre che colpiscono la regione del sudest del paese. Per questo, si è mosso, in piena domenica, con sua moglie e con il ministro delle Città e dell’Integrazione Regionale, vestiti ostentatamente con giubbotti per operare in mezzo ad un disastro 4). Nonostante l’impatto che ha prodotto la morte di sei persone della medesima famiglia, essendo caduta la loro auto in un cratere di un viale, nascosto per l’inondazione, alla fine di dicembre, non ci sono stati altri effetti ugualmente intensi nella città. È stato da Araraquara, e fiancheggiato dai due ministri, che Lula si è rivolto al paese, sulla distruzione operata nelle sedi dei tre poteri a Brasilia, decretando l’intervento civile del governo sul Distretto Federale. Lo scenario presentava un Lula e il suo governo, in piene feste, che lavoravano alla ricostruzione. Mentre una turba, con la complicità del governo del Distretto Federale, distruggeva il cuore della Repubblica. I gesti di entrambi erano spettacolari.

Rapidamente, i governatori di stato, anche quelli dichiaratamente bolsonaristi, hanno distinto le responsabilità della distruzione. Anche lo stesso Bolsonaro, da Orlando, dove sta anche il segretario della Sicurezza Pubblica del Distretto Federale, lo ha fatto.

Il grosso della sinistra brasiliana ha convocato delle manifestazioni “a difesa dello stato democratico” di diritto e contro l’amnistia per i crimini commessi durante il precedente governo. Alcuni facevano appello a mobilitarsi contro “l’ultradestra fascista”. Il problema è chi attacca il campanello al collo del gatto, giacché non proponevano nessuna azione pratica. In ultima istanza, lo scontro con l’azione diretta della destra potrebbe essere realizzato solo dalle istituzioni dello stato, e contando sulle forze di sicurezza che avevano già mostrato acquiescenza e simpatia per gli accampamenti bolsonaristi e le carovane che sono terminate con la distruzione degli edifici a Brasilia. Il giudice del Supremo Tribunale Federale, Alexandre de Moraes, sta dimostrandosi attivo nella repressione di coloro che hanno realizzato le distruzioni. Il congresso ha votato a favore del decreto per un intervento nel Distretto Federale. Dopo la complicità delle forze di sicurezza della capitale, che hanno voluto mascherare con una incompetenza, a Brasilia ci sono stati più di 1500 arresti. E sono state avviate indagini penali per i partecipanti che sono stati identificati con una certa facilità, giacché loro stessi si sono incriminati divulgando nelle reti sociali le proprie azioni. Sono indagati anche gli impresari che hanno patrocinato la carovana e gli accampamenti. Ma nulla si fa relativamente alle forze armate, che hanno protetto gli accampati di fronte alle loro caserme durante gli ultimi mesi.

Gli unici che hanno agito direttamente contro i blocchi stradali in alcuni punti del paese sono stati i tifosi organizzati dei club di calcio 5) e, in un caso specifico, i lavoratori di un arsenale nel litorale di Río de Janeiro 6). Fuori di queste iniziative, in nessun momento i movimenti e le organizzazioni popolari hanno fatto appello all’azione diretta contro l’ultradestra, con l’argomento che sarebbe stato come accettare la provocazione dei fascisti e contribuire ad una aperta guerra civile e al caos.

Dietro a queste azioni di un’ultradestra con un’estesa base nella società ci sono le forze armate e le loro richieste di fronte al nuovo governo. Nel febbraio del 2022, lo stesso vicepresidente Hamilton Mourão lanciò il “Progetto di Nazione-2035” 7). Le forme repubblicane si sono dimostrate vuote nel prendersi cura delle necessità dinamiche delle catene di accumulazione. E le forze armate si propongono di giocare un nuovo ruolo come garanti dello sfruttamento estrattivo in America Latina 8). Credo che sia necessario vedere gli avvenimenti di domenica 8 gennaio come parte di questi riaccomodamenti.

Note:

1) Vedere: https://noticias.uol.com.br/politica/ultimas-noticias/2023/01/11/mapa-online-onibus-brasilia-ato-golpista-8-janeiro-preparacao-confronto.htm

29 Vedere lo studio di Maria Orlanda Pinassi e Gisele Sinfroni: https://contrahegemoniaweb.com.ar/2022/10/30/en-dos-compases-para-el-abismo/

3) Vedere: https://desinformemonos.org/asume-lula-en-medio-de-grandes-expectativas-se-podran-satisfacer/

4) Vedere: https://g1.globo.com/sp/sao-carlos-regiao/noticia/2023/01/08/lula-visita-araraquara.ghtml

5) Vedere: https://www.uol.com.br/esporte/futebol/ultimas-noticias/2022/11/01/orientacao-para-furar-bloqueio-foi-passada-para-organizadas-que-vao-viajar.htm

6) Vedere: https://www.esquerdadiario.com.br/Trabalhadores-mostram-o-caminho-pra-enfrentar-os-bloqueios-bolsonaristas

7) Vedere: https://sagres.org.br/artigos/ebooks/PROJETO%20DE%20NA%C3%87%C3%83O%20-%20Vers%C3%A3o%20Digital%2019Mai2022.pdf

8) Vedere: https://desinformemonos.org/hacia-un-nuevo-papel-para-las-fuerzas-armadas/

12 gennaio 2023

Desinformèmonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Silvia AdoueBrasil: Mensaje mafiosopubblicato il 12-01-2023 in Desinformèmonossu [https://desinformemonos.org/brasil-mensaje-mafioso/] ultimo accesso 14-01-2023.

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