Sparatorie e incendio di automobili durante i narco-blocchi di questo giovedì a Culiacán, Sinaloa, Articolo 19; Reporter Senza Frontiere (RSF) e il Comitato per la Protezione dei giornalisti (CPJ) hanno denunciato che cronisti e fotografi che hanno coperto i fatti sono stati vittime di minacce con armi da fuoco e furti di automobili e di attrezzature da lavoro.
Secondo le organizzazioni, negli scontri tra gruppi del crimine organizzato e le autorità federali e statali che sono scaturiti a seguito di un’operazione per catturare il capo del cartello di Sinaloa, Ovidio Guzmán, si sono registrate minacce ai giornalisti con armi da fuoco, almeno quattro furti di auto della stampa, una delle quali è stata bruciata, e cinque furti di attrezzature da lavoro, tra le quali due computer, due cellulari e un registratore.
“Alcuni giornalisti hanno dovuto rifugiarsi negli hotel e in altri luoghi di fronte alla mancanza di sicurezza”, hanno precisato le A19, RSF e il CPJ in un comunicato, nel quale hanno evidenziato l’urgenza che le autorità messicane proteggano la stampa e che i padroni dei mezzi di comunicazione rafforzino i protocolli di sicurezza e forniscano qualificazione ai propri lavoratori per coperture a rischio.
Le organizzazioni hanno segnalato che è anche necessario che il Meccanismo di Protezione per le Persone Difensore e per i Giornalisti della Segreteria di Governo (SEGOB) implementi un immediato programma di prevenzione dei rischi per giornalisti in zone di conflitto come Culiacán, in coordinamento con le autorità locali e la Società Civile.
“I fatti occorsi ieri sono di interesse pubblico, per cui è essenziale che sia garantito un libero esercizio giornalistico, che è essenziale per la democrazia, e che in questo caso assume ancor maggiore rilevanza dato che sono temi che possono configurare minacce all’integrità della popolazione”, hanno sottolineato.
Di seguito il comunicato completo:
Giovedì 5 gennaio 2023, in varie città del Sinaloa si sono registrati diversi scontri tra gruppi del crimine organizzato e le autorità federali e statali, con blocchi, incendio di automobili, scontri armati e aggressioni alla stampa e alle persone in generale.
Si è a conoscenza che i fatti sono avvenuti dopo che la Segreteria della Difesa Nazionale e la Procura Generale della Repubblica hanno attuato un’operazione nella quale è stato arrestato un presunto capo del cartello di Sinaloa.
Attraverso comunicazioni con giornalisti di diversi media, le organizzazioni firmanti hanno potuto documentare una serie di aggressioni contro la stampa, con il risultato di almeno 4 furti di automobili della stampa, una delle quali si conferma che è stata bruciata, cinque furti di attrezzature da lavoro, tra le quali due computer, due cellulari e un registratore; inoltre varie minacce con armi da fuoco. Alcuni giornalisti hanno dovuto rifugiarsi in hotel e in altri luoghi di fronte alla mancanza di sicurezza. Sulle aggressioni ARTICOLO 19, CPJ e RSF tengono per sicurezza riservati i nomi e i media aggrediti.
Questa non è la prima volta che fatti di questo tipo avvengono nel Sinaloa. Nell’ottobre del 2019, occorsero fatti simili nello stato, dove la capitale statale fu paralizzata e ci furono sparatorie, attacchi e minacce. Ambedue i fatti riflettono la grave crisi di sicurezza e dei diritti umani che attraversa il paese.
In Messico, si aggrediscono in media ogni 14 ore giornalisti e mezzi di comunicazione che esercitano il proprio lavoro. I fatti avvenuti oggi dimostrano che non ci sono garanzie per un’attività giornalistica sicura e libera. È necesario che le autorità dei tre livelli di governo si coordinino per iniziare azioni che prevengano la violenza, dalle politiche pubbliche integrali di protezione, da indagini pronte sui crimini contro la stampa e dalla lotta all’impunità, fino al rafforzamento dei meccanismi statali e federali di protezione dei giornalisti.
Alla fine, è necessario che le e i padroni dei mezzi di comunicazione e i capi e le cape di redazione rafforzino i protocolli di sicurezza e le misure di protezione, tanto preventive come reattive, per i propri cronisti e croniste. Questo include il miglioramento delle condizioni di lavoro, la fornitura di equipaggiamenti di protezione e stabilire specifici protocolli di monitoraggio e sicurezza per coperture a rischio.
I fatti occorsi ieri sono di interesse pubblico, per cui è essenziale che sia garantito un libero esercizio giornalistico, che è essenziale per la democrazia, e che in questo caso assume una maggiore rilevanza dato che sono temi che possono configurare minacce all’integrità della popolazione.
Di fronte a tali fatti le organizzazioni firmanti fanno appello:
All’Esecutivo Federale e statale a opporsi ai fatti avvenuti e alle aggressioni contro la stampa e a richiamare nello stato le autorità a fornire misure urgenti di protezione alla stampa e ai familiari.
All’Istituto per la Protezione delle Persone Difensore dei Diritti Umani e dei Giornalisti del Sinaloa a coordinarsi con il Meccanismo Federale allo scopo di fornire nello stato misure di protezione per i giornalisti e i mezzi di comunicazione, inclusi sostegni per coloro a cui sono stati rubati equipaggiamenti da lavoro, affinché possano sostituirli. Questo considerando le alte situazioni di precarietà sotto cui la stampa esercita il proprio lavoro.
Al Meccanismo di Protezione per le Persone Difensore e i Giornalisti della SEGOB a implementare un immediato programma di prevenzione dei rischi per i giornalisti in zone di conflitto come Culiacán in coordinamento con le autorità locali e la Società Civile.
Nel caso in cui siano presentate le relative denunce, facciamo appello alla Procura Generale della Repubblica a coordinarsi con la Procura Statale allo scopo di iniziare le indagini necessarie, pronte ed obiettive che garantiscano che questi fatti non rimangano impuniti.
Alle e ai padroni dei mezzi di comunicazione di fornire misure preventive e di protezione per i propri cronisti e croniste come qualificazione per coperture in situazioni di conflitto, assistenza giuridica e psicologica, tra le altre.
6 gennaio 2023
Foto: Cuartoscuro
Desinformémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Redacción Desinformémonos, “Robos y amenazas, agresiones contra la prensa durante violencia en Culiacán”, pubblicato il 06-01-2023 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/robos-y-amenazas-agresiones-contra-la-prensa-durante-violencia-en-culiacan/] ultimo accesso 07-01-2023. |