Manifesto per Mijael Carbone Queipul e tutti i prigionieri politici
1. Il vigente diritto internazionale in Cile e il consenso delle nazioni riconosce ai popoli originari il diritto ai propri territori e, pertanto, ad amministrare le risorse di questi. Non riconoscendo questo diritto il potere cileno attenta all’esistenza della cultura e all’esistenza del popolo mapuche, mantenendo fino al giorno d’oggi la criminalizzazione di coloro che decidono di esercitarlo e appoggiando con denaro, indagini tecniche, leggi speciali e dando sicurezza armata alle imprese che occupano questi territori. È in questo contesto che Mijael Carbone, come molti, appoggia il recupero di terre e l’uso delle risorse di queste con l’obiettivo di recuperare gli ecosistemi danneggiati dalla monocoltura, come già si può osservare nei terreni da anni degradati dalle transnazionali forestali e che oggi, come è il caso della tenuta Alaska, incominciano a recuperare la loro vita e le fonti d’acqua naturali.
2. Il sequestro da parte della polizia cilena di Mijael Carbone, questo 21 dicembre, è una in più delle tante aggressioni poliziesche e militari che ha dovuto affrontare il werken (portavoce), e fa parte di una pianificazione del governo, della classe politica e degli imprenditori per annullare ogni movimento mapuche, fatto che implica una quantità di risorse che supera di gran lunga il valore delle terre usurpate alla nostra nazione.
3. Si devono sottolineare le molteplici forme di tortura che i poliziotti del “governo democratico” applicano dopo aver immobilizzato i detenuti, non sono solo colpi destinati a generare un danno cerebrale e gas, aggravano anche con colpi di armi da fuoco le ferite precedentemente causate dai proiettili, rompendo ossa e applicando anestetici. In questo caso la Polizia di Investigazione ha applicato un anestetico, la cui chimica ed effetti permanenti sulla salute devono essere indagati. Chiediamo agli organismi pertinenti l’applicazione del Protocollo di Istambul sulla tortura e stabilire le responsabilità individuali e politiche.
4. Gabriel (González Videla) Boric Font, Carolina Tohá Morales, i sostenitori cileni del Fronte Ampio, l’ex Concertazione e il Partito Comunista del Cile sono responsabili di questo patto con la classe imprenditoriale e il mantenimento del sostegno dello stato alle imprese esperte nel distruggere ogni vita, “con abbastanza sostegno politico” come ha riconosciuto la ministra. Questa aggressione avviene nello stesso momento in cui il governo sottoscrive accordi internazionali di libero commercio (TPP11), dalle già conosciute conseguenze ecocide ed espropriatrici, simultaneamente avalla la nuova dittatura recentemente insediatasi in Perù e dal palazzo di governo si minacciano i media indipendenti per aver pubblicato la verità sulla sua posizione. Che rimangano nella storia del Latinoamerica questi fatti, con i nomi dei responsabili. Non si può non ricordare il colloquio che la stessa Carolina Tohá sollecitò a diversi dirigenti mapuche nel 2010, quando si impegnò a sostenere i diritti mapuche come un dovere morale, rispondendo così alla contestazione mapuche che disse che lo faceva per ragioni elettorali. Oggi ascoltiamo le loro parole in questo atto, e in quelle della giudice che effettuò il controllo dell’arresto, vediamo come si rivela il suo profondo razzismo, l’aggettivazione facile di delinquente al werken, il trattamento spregiativo, come fu nel 19° secolo e come hanno vissuto molti dei nostri padri e nonni nel 20°.
5. Uno dei grandi dolori degli usurpatori è che la nostra gente generi risorse, che possa muoversi convenientemente nel proprio mondo di commerci, si erano abituati a vederci sempre con il carretto infangato e un atteggiamento silenzioso credendo che queste manifestazioni di un’economia sostenibile e autonoma sarebbero un argomento per mantenere il pregiudizio che siamo inferiori a loro e lavare la loro coscienza per la spoliazione così come il massacro permanente e selettivo. Con tutte le norme che inventano per controllare e rubare legalmente mediante le loro imposte (la parola mantiene il suo significato letterale), hanno obbligato la nostra gente a creare imprese, nonostante queste non siano uguali a quelle dell’usurpatore, hanno coscienza e fini opposti alle loro. Ieri hanno controllato l’uso degli alberi e dei semi, oggi controllano la nostra gente che applica la medicina naturale e anche chi mantiene forme di allevamento e alimentazione autonome, dividendo coloro che sono organizzati e intimorendo la maggioranza. Hanno decretato che tutto debba passare per i supermercati dei falsi: cibo, idee, educazione, salute, vita e morte. Oggi gli impiegati politici del grande capitale strillano chiedendo di indagare come la nostra gente genera risorse, che interessante sarebbe indagare come loro e i loro capi generano le proprie risorse, come investono per alienare tutto il popolo mediante i loro show sportivi, le loro false campagne di solidarietà, il loro mondo politico dello spettacolo, creando un paese senza cultura, una massa di menti vuote.
6. I lof (clan) mobilitati e le persone coscienti di ogni nazionalità hanno chiara la propria responsabilità di acquistare potere ed alzare il livello di studio e riflessione del kimvn (conoscenza) e altri pensieri di liberazione, la loro applicazione, l’educazione politica e l’azione che permetta di andare avanti nel recupero dei diritti. La crescente repressione è solo una prova del rafforzamento del processo che permette di emancipare la vita naturale del pianeta.
Libertà per Mijael Carbone Queipul, per tutti i prigionieri politici mapuche, per i coraggiosi dell’esplosione sociale, e per i prigionieri di tutti i movimenti di liberazione.
Marrichiweu! (Vinceremo!)
Marrichiweu! (Vinceremo!)
Firmano vari Pu Lof Mobilitati.
29 dicembre 2022
Desinformémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Redacción Desinformémonos, “Gabriel Boric y Carolina Tohá en la senda de Dina Boluarte”, pubblicato il 29-12-2022 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/gabriel-boric-y-carolina-toha-en-la-senda-de-dina-boluarte/] ultimo accesso 02-01-2023. |