Città del Messico / Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) ha informato che scontri tra gruppi armati hanno provocato lo sfollamento forzato di circa 129 tsotsil del municipio di Chenalhó, Chiapas, così come l’incendio e la distruzione di sei case.
Secondo il Frayba, le aggressioni sono iniziate lo scorso 29 settembre nella Frazione Santa Martha e per il momento si registrano 32 famiglie sfollate, che si sono rifugiate nella comunità di Polhó.
Il Frayba ha reso responsabile della violenza lo stato messicano per “l’omissione e il mantenimento dell’impunità di fronte all’azione dei gruppi armati che nella regione di Los Altos de Chiapas minacciano, assassinano e sfollano gli abitanti”.
Ha aggiunto che coloro che sono protagonisti degli scontri provengono da diversi gruppi, dai successori delle “dinastie dei capi paramilitari”, dai gruppi armati legati al crimine organizzato e dalla delinquenza comune, fino a organizzazioni sociali corporative vicine allo stato. A questo, ha dichiarato, “bisogna aggiungere la militarizzazione della sicurezza pubblica nei territori mediante la presenza della Guardia Nazionale”.
I difensori del Frayba hanno chiesto allo stato messicano di adottare misure integrali per prevenire nella regione le cause dello sfollamento interno forzato, così come di garantire la protezione e la sicurezza delle famiglie colpite e di iniziare un’indagine sulle azioni dei gruppi armati che garantisca la loro disarticolazione e disarmo.
Di seguito il comunicato completo:
L’omissione dello stato messicano aumenta la violenza in Los Altos de Chiapas
Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) lamenta i fatti di violenza che si presentano nella Frazione Santa Martha, municipio di Chenalhó, Chiapas. Secondo diverse fonti d’informazione gli scontri sono iniziati lo scorso 29 settembre 2022; per il momento è stato confermato un numero approssimato di 129 persone in sfollamento forzato interno (32 famiglie), rifugiate nella comunità di Polhó, del medesimo municipio; tra loro si trovano almeno 36 bambine, bambini e adolescenti in situazione di alta vulnerabilità. A questo si aggiunge l’incendio e la distruzione di circa sei case; per il momento non abbiamo dati precisi riguardo al numero di persone ferite e assassinate.
Come Frayba abbiamo segnalato la responsabilità dello stato messicano riguardo all’omissione e il mantenimento dell’impunità di fronte alle azioni dei gruppi armati nella regione di Los Altos de Chiapas che minacciano, assassinano e sfollano gli abitanti, fatto che costituisce una continua e molteplice violazione dei diritti umani, tra i quali si rileva l’accesso ad un livello di vita adeguato, la libertà di circolazione, libertà di residenza, alla casa, salute educazione, lavoro, e una vita in famiglia.
In diverse zone del Chiapas si vive una crisi di violenza, diversi attori civili ricorrono alle armi come meccanismo di controllo politico, territoriale ed economico. Dal 2011 ad oggi, abbiamo documentato 40 conflitti dove le armi si sono trasformate nel mezzo principale, in 33 di questi casi sono stati usati grossi calibri. La metà di questi eventi avvengono in Los Altos de Chiapas, principalmente nei municipi di Chenalhó, San Cristóbal de Las Casas e Oxchuc.
Gli attori sono diversi, dai successori delle dinastie dei capi paramilitari che danno continuità alla logica controinsurrezionale, insieme a gruppi armati legati al crimine organizzato e alla delinquenza comune, così come organizzazioni sociali corporative vicine allo stato; bisogna aggiungere la militarizzazione della sicurezza pubblica nei territori mediante la presenza della Guardia Nazionale.
La decomposizione sociale che oggi attestiamo proviene tanto dal conflitto politico-militare irrisolto, dall’assenza di effettivi meccanismi istituzionali per la soluzione di conflitti sociali, oltre all’esistenza di un mercato illecito delle armi, dalla storica impunità e dalla promozione di queste dinamiche di violenza da parte delle autorità tanto locali come statali.
La violenza in questi territori è sommamente drammatica, giacché ha toccato le strutture comunitarie provocando profonde e permanenti fratture, questo a causa dei meccanismi di terrore che stanno crescendo, per cui è urgente disattivare le violenze e ricostruire il tessuto sociale con la partecipazione della popolazione che resiste a queste azioni criminali.
Per tale ragione, chiediamo allo stato messicano di adottare misure integrali per prevenire nella regione le cause dello sfollamento forzato interno, così come di garantire la protezione e la sicurezza delle persone colpite affinché possano godere di una vita degna e in pace, oltre ad iniziare una pronta indagine riguardo alle azioni dei gruppi armati che garantisca la loro disarticolazione e disarmo.
Foto: Frayba
6 ottobre 2022
Desinformémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Redacción Desinformémonos, “Enfrentamientos armados desplazan a más de 120 tsotsiles en Chiapas”, pubblicato il 06-10-2022 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/enfrentamientos-armados-desplazan-a-mas-de-120-tsotsiles-en-chiapas/] ultimo accesso 11-10-2022. |