Cile: Echi del Plebiscito e la risposta popolare a Boric


Gustavo Burgos Velázquez riflette e pensa il Cile in chiave di Rivoluzione. Profondamente umanista, si definisce marxista. È avvocato difensore di cause legate al Popolo Mapuche e a lavoratori portuali di Valparaíso, dove vive. Dirige “El Porteño”, rivista di sinistra, e conduce il programma radio “Mate al Rey” (Scacco Matto al Re), da dove ha predetto il risultato del Plebiscito del 4 settembre, analizzando il soggetto storico personificato nei lavoratori sfruttati, circa la lotta di classe dal fondo dei tempi.

Dialogando con Resumen Latinoamericano, ha offerto il suo profondo punto di vista sulla realtà cilena.

Rosana Cesaroni

R.L: Che significa questo rifiuto della Nuova Costituzione?

Gustavo Burgos Velázquez: Deve essere analizzato sotto due aspetti. Il primo è la sconfitta del regime per l’Accordo del 15 novembre 2019, si impegnarono a pacificare e a fare una nuova Costituzione aggregando gli indipendenti. In pratica i partiti del regime hanno il discorso riformista della sinistra emergente del Fronte Amplio nel governo. Il plebiscito che è stato presentato alla popolazione riguardava il governo di Boric, questo è un fatto obiettivo. Governo debole dal punto di vista del sostegno popolare che giunse a La Moneda per non farci giungere Kast.

“Hanno perso il sostegno popolare per la politica di aggressione verso i lavoratori, la perdita di salari, il ritiro dei fondi delle AFP (Amministratrici di Fondi Pensione), il ritiro dei sussidi, il debito CAE (Credito con Garanzia Statale, per studenti), una politica repressiva di grande portata con la militarizzazione del paese nel centrosud e nell’Araucanía. Il discorso di Boric è punitivista”. (Gustavo Burgos Velázquez)

La dimensione del trionfo del rifiuto del 62% si esprime in modo più intensa nei settori popolari, nelle zone mapuche è giunta al 75%. Questa costituzione era presentata come plurinazionale, che dava soluzione al problema mapuche o che era femminista, ma ha ricevuto un massiccio rifiuto da parte della donna lavoratrice. Nelle carceri con una percentuale elevata si è imposta l’opzione del rifiuto, per menzionare degli esempi.

R.L: Che cosa si è rifiutato?

G.B.V: È un gesto politico di rifiuto del governo e del regime nel suo insieme. Quello che hanno detto i lavoratori qui, il fatto è che non accettavano questa ristrutturazione dell’ordine democratico. Non è un svolta a destra o fascista nel paese, se fosse stato così nella notte del 4 settembre ci sarebbero stati festeggiamenti e non è stato così, i festeggiamenti sono avvenuti nei quartieri alti di Santiago. A Valparaíso e Viña non c’è stato nessun tipo di manifestazione di festeggiamento del rifiuto, nello stesso porto non c’è stato nulla. Questo risultato è un voto di protesta che ancora non riesce ad avere un’espressione perché non si manifesta attraverso le organizzazioni del regime, ma nemmeno dei settori popolari.

R.L: La convenzione costituente e il testo della nuova costituzione sono conquiste del processo rivoluzionario del 18 ottobre 2019?

G.B.V: La sinistra approvista pensa questo e anche la sinistra che è fuori del governo, formata da schegge del movimento trotskista, maoista, movimento guerrigliero, questa sinistra si è fatta in quattro con l’idea che era una conquista del processo rivoluzionario.

Noi crediamo che questa convocazione fosse frutto dell’Accordo per la Pace, è stata fatta mediante un sistema elettorale che garantiva ai partiti del regime la quasi totalità dei 157 convenzionali allineati a loro, questa sinistra ha detto che non avrebbe funzionato mentre ci fossero stati prigionieri politici, ma dopo hanno accettato la Lista del Popolo che avanzava senza un partito e anche senza principi. Hanno concordato che la Convenzione avrebbe operato con i 2/3, le due destre avevano il controllo della situazione, sto escludendo il Fronte Amplio e il Partito Comunista, la Convenzione ha smesso di avere tratti democratici, per la sua origine e il suo funzionamento.

“Il testo costituzionale, non può essere considerato Costituzione, dato che i diritti sociali sono soggetti a rivendicazione legale per essere vigenti, non hanno un’esistenza diretta. Come ogni istituzione borghese lascia intoccabile la relazione con il capitale finanziario, l’apparato militare, la struttura dell’apparato giudiziario, parte dell’apparato repressivo e la relazione con il grande capitale transnazionale che si è impadronito della principale ricchezza del paese che è il rame”. (Gustavo Burgos Velázquez)

Questo atto plebiscitario ha una natura di classe riformista, si stava dicendo che il cammino, che dovevano seguire i lavoratori, era la sottomissione alla democrazia liberale borghese rappresentativa, che contraddice l’esperienza del 18 ottobre, dove il cammino verso l’emancipazione degli sfruttati è l’azione diretta contro il regime capitalista. C’è continuità tra questo atto elettorale e la sollevazione del 18 ottobre rispetto alla risposta popolare, per noi, è il nostro 1905 come avvenne nella Rivoluzione Russa. Bisogna riesaminare e vedere che successe il 18 ottobre. Parte della sinistra approvista considera questo processo come una rivolta, gli negano il suo carattere rivoluzionario contro il processo capitalista.

R.L: Boric ha cambiato il suo gabinetto per richiesta della destra. Che richieste siete in condizioni di fare come sinistra rivoluzionaria?

G.B.V: Rispetto alla relazione con il governo, formalmente la Concertazione per 30 anni ha gestito i destini del paese e la borghesia è riuscita ad esercitare un controllo completo del regime, ma ha visto spezzata la sua spina dorsale politica con la rivolta del 18 ottobre 2019, nonostante ciò, con questo è tornata “guardiano della nuova sinistra latinoamericana” secondo la rivista Times, noi la vediamo come una guardia dei grandi magazzini che si sta prendendo cura delle merci, per denunciare ma non per agire da bullo ma da cameriere, questo è il ruolo politico di Boric consumato nella domenica di votazione. A partire dal rifiuto si aprono due strade, l’approvazionismo che è formare un governo di Unità nazionale con la Concertazione e la destra.

“Esce di scena il “bambino poeta” ed entra il piccolo Bonaparte con un presidente della Repubblica che proclama, come principale problema, il ristabilimento dell’ordine pubblico, discorso di destra e lo fa seduto insieme ai partiti politici, è un bonapartista”. (Gustavo Burgos Velázquez)

A pochi metri dalla Moneda irrompono migliaia di studenti secondari che protestano contro il governo, affrontando la polizia, ricevendo una terribile repressione da parte dei carabinieri che il 18 ottobre 2019 compirono crimini orrendi, questo è il cammino che noi rivoluzionari dobbiamo abbracciare, quello dell’azione diretta. I settori popolari scenderanno a lottare a seguito della crisi, ma il problema è di direzione, l’Assemblea Costituente non ha un potenziale di mobilitazione, è un appello a elezioni generali di questo governo che definisco come padronale e imperialista.

R.L: Come analizzate il ruolo dei mezzi di comunicazione relativamente alla Convenzione Costituente e il Plebiscito?

G.B.V: Ci sono i grandi mezzi di comunicazione e i piccoli mezzi come El Porteño, radio popolari comunitarie, i canali di internet.

I grandi media si sono allineati alla politica della destra cilena, era necessario rifiutare per fare una “casa di tutti”. Hanno deformato in modo grottesco il contenuto del nuovo testo costituzionale, ma è un fatto della causa.

“La borghesia che governa, si esprime non solo sul terreno economico e militare ma anche nel politico con i suoi mezzi di comunicazione”. (Gustavo Burgos Velázquez)

Il Mercurio non si trasformerà in un organo popolare, è come chiedere che la Corte Suprema o il Congresso si trasformino in un canale di espressione delle grandi maggioranze. I mezzi di comunicazione sono un’espressione della dittatura del grande capitale, non possiamo aspettarci nulla di diverso.

La sinistra rivoluzionaria ha sostenuto che sono state manipolate le maggioranze popolari, che il popolo non ha inteso il meraviglioso testo che gli veniva proposto e ha preferito rimanere con la costituzione della dittatura, noi dissentiamo e la questione del ruolo che hanno giocato i media nel senso popolare bisognerebbe attribuirlo alla politica delle organizzazioni di sinistra, incapaci di offrire un’alternativa di classe alla proposta di Boric. Noi, la frangia che è rimasta per il voto nullo è insignificante all’interno della sinistra rivoluzionaria, la maggior parte è rimasta nell’approvazione, si sono aggregati alla vecchia idea concertazionista contro il fascismo e c’è un’aberrazione politica più grande, questo non è mai stato democrazia e dittatura, né tra democrazia o Pinochet perché la costituzione non è più quella di Pinochet ma quella di Lagos e della Concertazione.

“In Cile lo scontro è per la concentrazione della ricchezza dove l’ 1% ha il 40% del reddito nazionale”. (Gustavo Burgos Velázquez)

Pinochet fu un rappresentante dell’imperialismo, la lotta è contro la borghesia e l’imperialismo, ciò che si sta eludendo è la politica dell’azione diretta, di classe contro classe. Oggigiorno è meglio rimanere con gli studenti in piazza che entrare a La Moneda, di nuovo questi di sinistra diranno di prendere queste spoglie del testo costituzionale che è migliore della costituzione di Pinochet. Fanno parte della borghesia progressista.

R.L: Che lettura date del Plebiscito secondo il voto effettuato in ogni località del paese?

G.B.V: Ci sono spiegazioni microscopiche, c’è l’esempio di Petorca, un comune della precordigliera vicino a Valparaíso. Il suo principale problema è che non ha acqua, soffrono una catastrofe idrica, questo comune ha votato il rifiuto ad un livello superiore alla media, che faceva l’approvazionismo in questa comunità? Si irritava, li circondava, li perseguitava. Coloro che promuovono questa Costituzione hanno portato avanti un progetto di legge per chiudere la raffineria di Ventanas per cause ambientali, è stata chiusa questa impresa danneggiando i pirquineros, estrattori artigianali di oro e minerali, è la morte di un’attività economica che viene dall’epoca della colonia, è un impatto brutale che spiega il rifiuto. Il governo propone di chiudere Ventanas affinché il processo rimanga in mani private. In zona mapuche, c’è stata una massiccia votazione a favore del rifiuto, i mapuche non partecipano ai processi elettorali e sono una minoranza del 10% della popolazione. È un popolo nazione con un proprio progetto politico emancipatore il cui contenuto materiale è il recupero delle terre, un riconoscimento della plurinazionalità costituzionale non ha nulla a che vedere con il recupero delle terre, hanno voluto trasformarli in un museo sociale di attrazione turistica etnica. Nella campagna per l’Approvazione non sono state viste bandiere mapuche, solo bandiere cilene. La causa mapuche non vedeva nessuna risposta ai propri problemi.

“Porre Elisa Loncón come presidente della Convenzione, una universitaria, militante della Concertazione con un cognome mapuche non la fa diventare parte della massa povera del Wallmapu, il principale problema è che al popolo mapuche hanno tolto la possibilità di sopravvivenza per l’avanzata dell’imboschimento per la cellulosa e della proprietà privata delle terre. La risposta delle classi popolari è stata di svelare l’esistenza del “vestito nuovo dell’imperatore”. (Gustavo Burgos Velázquez)

R.L: Quali sono gli scenari possibili che voi in futuro visualizzate in Cile?

G.B.V: I cicli storici non hanno relazione con i nostri cicli vitali, questo ci obbliga a ragionare in termini di classi che è quello che stiamo facendo dalla nostra trincea a Valparaíso, il grande conflitto delle classi che crea tensioni nei lavoratori e la società capitalista in qualsiasi parte del mondo. L’unica via d’uscita dalla crisi è mettere fine all’ordine capitalista, mettere fine alla grande proprietà privata, mettere fine allo stato borghese, distruggere le sue istituzioni, sconfiggerlo militarmente, stabilire un governo di lavoratori come avvenne nell’ottobre del 2019, camminare in questa direzione. Convocheranno nuovamente un processo costituente, non so che impatto avrà dentro le correnti di sinistra o del movimento popolare, bisognerà vedere i centri di resistenza che si svilupperanno contro il governo. Questa convocazione sarà un atto di distrazione, l’astrazione sarebbe che dobbiamo fare il socialismo con una componente molto specifica che è andare a dialogare con questi ampli settori di lavoratori che si sono espressi politicamente, questo non scomparirà né muterà la loro relazione con il regime, anche se gli proporranno un altro testo costituzionale. Non sappiamo quanto avanzerà la borghesia, non sappiamo se le masse si imporranno, ma c’è una discussione sulla formazione di una nuova conduzione dentro il modello. Ci sono due idee esaurite, la prima, di unirsi alla borghesia per sconfiggere il fascismo produce sconfitte come quelle che abbiamo vissuto e la seconda, i lavoratori devono esprimersi sul terreno costituzionale, ambedue sono andate in frantumi ma cercheranno di ricostruirle.

“Le masse non sono state sconfitte, il fenomeno del 18 ottobre non esiste più, ma non è stato annientato, ma continuano ad essere acute le cause per le quali è avvenuto, la risposta del regime è repressione e fame. Il governo di Boric è stato sconfitto, le masse non andranno a destra, il governo sì”. (Gustavo Burgos Velázquez)

Il processo potrebbe polarizzarsi. Vede avanzare il fascismo? Sì, ci può essere un’altra dittatura in Cile? Sì, ma l’unica garanzia che non avvenga è che i lavoratori prendano il potere, perché le borghesie hanno appreso come si fanno le controrivoluzioni e come si utilizzano gli strumenti della democrazia formale contro il popolo sfruttato. I grandi partiti operai del XX secolo, il PC e il PS sono svuotati della classe operaia, si sono trasformati in padronali, sono formalmente parte dell’apparato repressivo della borghesia. L’argomentazione della sinistra che si rivendica rivoluzionaria, si basa sulla sconfitta del movimento operaio a livello mondiale, la caduta del Muro di Berlino, la fine della storia di Fukuyama, che non c’è un’altra forma di organizzazione che non sia sulla base del capitalismo, allora non ci rimane altro che andare a votare per Boric affinché non vinca Katz. Non pensano di uscire a pulire la strada, il fantasma fascista non esiste, ma è il terrore di questi settori sconfitti nel decennio dei 90, paura di prospettare un’altra posizione diversa dalla borghesia perché sentono che si separano dalle masse, degli intellettuali piccolo borghesi, gli apostoli della democrazia che vengono a dirci quello che bisogna fare, questo è stato sconfitto. Fa male agli occhi leggere i risultati, il ridicolo mondiale che hanno fatto gli approvisti incapaci di dire nulla contro il governo, proteste democratiche così trascendenti come il castigo ai violatori dei DDUU con Piñera e lo stesso Piñera, il caso dei prigionieri politici è stato assente da questo discorso, lì sta la nostra conclusione.

14 settembre 2022

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Rosana Cesaroni, Chile. Ecos del Plebiscito y la respuesta popular a Boricpubblicato il 14-09-2022 in Resumen Latinoamericanosu [https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/09/14/chile-ecos-del-plebiscito-y-la-respuesta-popular-a-boric/] ultimo accesso 16-09-2022.

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