Quarto manifestante assassinato dalla polizia in Ecuador


Ieri hanno represso un’enorme marcia di donne indigene, operaie e studenti.

Il parco El Arbolito, vicino alla Casa della Cultura Ecuadoriana (CCE), a Quito, capitale di questa nazione, è stato lo scenario della morte per la violenza della polizia di un uomo che partecipava alle mobilitazioni che da 11 giorni scuotono l’Ecuador.

La Confederazione delle Nazionalità Indigene (CONAIE) ha informato che il morto, il quarto da quando sono cominciate le proteste, è stato identificato come Henry Quezada Espinoza e, secondo l’organizzazione, è morto “a seguito di un trauma penetrante al torace e all’addome per dei pallettoni”, a causa degli spari della polizia contro i manifestanti.

Il fatto è stato anche confermato dall’Alleanza delle Organizzazioni per i DDUU dell’Ecuador, che riunisce 15 gruppi e ha seguito le proteste.

https://youtu.be/vvE2YdiCKME

La repressione

Molto presto, la CONAIE aveva informato che la repressione poliziesca contro le migliaia di persone che protestano a Quito è cominciata nei dintorni dell’Assemblea Nazionale, fino dove era giunta una mobilitazione capeggiata da “donne e studenti”.

Di fronte alla repressione, i manifestanti sono indietreggiati verso la sede della Casa della Cultura Ecuadoriana (CCE), dove si erano riuniti da mezzogiorno, e il vicino parco El Arbolito.

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Pochi minuti prima, il generale della Polizia Freddy Sarzosa aveva parlato con un megafono alla marcia dicendo che loro potevano protestare pacificamente e che avevano ordini di non fare uso graduale della forza. Dopo queste parole è cominciato l’attacco della polizia.

Gary Espinoza, dirigente della Fenocin, ha dichiarato che volevano entrare per chiedere al presidente dell’Assemblea Nazionale, Virgilio Saquicela, che sia applicato il numerale 2 dell’articolo 130 della Costituzione, affinché i legislatori “valutino Lasso” e si cerchi “una via d’uscita politica”. Al suo fianco c’era Leonidas Iza, presidente della CONAIE.

L’Alleanza delle Organizzazioni per i DDUU ha denunciato che l’edificio della Corte dei Conti Generale dello Stato (CGE), che sta di fronte al parco El Arbolito, è stato usato dalla Polizia Nazionale “per lanciare gas lacrimogeni sui manifestanti”.

“La repressione vicino alla Casa della Cultura non contempla la presenza di donne, bambini e bambine. L’attacco è indiscriminato, le bombe solcano il cielo e cadono anche sulla gente che manifesta”, ha dichiarato l’Alleanza.

Da parte sua, la Polizia Nazionale ha informato che sei uomini in divisa sono rimasti feriti durante i fatti avvenuti nelle vicinanze dell’Assemblea.

Quattro morti

Con la morte di Quezada sono già quattro gli assassinati nell’ambito dello sciopero nazionale indefinito che è cominciato lo scorso 13 giugno.

Il primo morto è stato un giovane di 22 anni, identificato come Jhonny Saúl Félix Muenala, che è morto poiché domenica scorsa è stato spinto dalla polizia in un torrente, durante una “forte repressione da parte di poliziotti e militari”, nel settimo giorno di sciopero nazionale, nel settore Collas, a nord di Quito, secondo quanto ha informato l’Alleanza.

Il secondo morto è stato un dirigente indigeno di 42 anni, di nome Byron Holger Guatatuca Vargas, che “è stato colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno”, mentre martedì scorso protestava nella città di Puyo, provincia di Pastaza.

Il terzo morto è stato identificato come Marcelino Villa, di 38 anni. Il gruppo parlamentare del movimento politico indigenista Pachakutik ha informato che questo fatto è avvenuto mercoledì mattina nella località di Tarqui, provincia di Azuay, nel sud dell’Ecuador. La polizia ha sparato al basso ventre una candelotto di gas lacrimogeno.

E il dialogo?

“Mentre assassinano il popolo non ci sono garanzie” per il dialogo, ha avvertito la CONAIE in Twitter dopo la fucilazione di Quezada.

Una delle condizione che ha ha posto la CONAIE per iniziare i negoziati con il Governo di Guillermo Lasso è la “cessazione immediata delle azioni di repressione e criminalizzazione”.

A questa richiesta si aggiungono “l’abrogazione dello stato d’emergenza e garanzie di non imporre nuovi decreti nell’ambito dell’attuale sciopero nazionale”, la “cessazione dell’attacco e il rispetto delle zone di protezione umanitaria” e “che tutta l’agenda sia posta sul tavolo e non ci siano punti inattuabili per il governo, ma sforzi per esaudire la protesta cittadina”.

24/06/2022

Al Mayadeen / La Haine

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Cuarto manifestante asesinado por la policía en Ecuadorpubblicato il 24-06-2022 in La Hainesu [https://www.lahaine.org/mm_ss_mundo.php/cuarto-manifestante-asesinado-por-la] ultimo accesso 25-06-2022.

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