Una riflessione a proposito dello sciopero armato del Clan del Golfo e la concreta esistenza di un paramilitarismo che si è di nuovo inasprito e riunito contro il movimento nazionale per il cambiamento democratico, che oggi avanza inarrestabile in Colombia.
Il contesto di questa riflessione sta nell’estradizione di alias Otoniel, capo paramilitare del Clan del Golfo, estradato negli USA e con lui la verità sulle migliaia di crimini che hanno commesso, e il diritto delle vittime alla verità di nuovo eluso. Facendolo, il governo marionetta di Iván Duque è passato sopra alla decisione della Corte Suprema di sospendere l’estradizione affinché affrontasse di fronte ad un tribunale (JEP) i crimini che gli si impunto estradandolo.
Il contesto include anche il massacro di Puerto Leguízamo, Putumayo, dove 11 contadini e indigeni sono stati massacrati dall’esercito sotto il naso della comunità, della Colombia e del mondo. Da lì la mozione di censura contro il Ministro della Difesa Diego Molano, per questo e per altri crimini di stato, è affondata perché il gruppo parlamentare del Centro democratico e le sue alleanze con i vecchi partiti della narcoligarchia che oggi governa il narcostato, come era da aspettarsi, lo hanno in maggioranza sostenuto, giustificando in pratica i crimini di stato.
Non possiamo mettere da parte uno dei più importanti elementi del contesto, il fatto che la Colombia si avvicina ad una cambio di governo, non di regime (per un’altra discussione), per la massiccia espressione di rifiuto e per la mobilitazione cittadina verso le elezioni del 29 maggio, contro il despotismo, la miseria in cui vivono milioni di famiglie, la corruzione, il crimine, le alleanze con il narcotraffico, la guerra, lo sterminio di dirigenti sociali e gli inadempimenti degli accordi di pace del governo di Duque, tra gli altri.
L’estrema destra nella sua forma armata paramilitare, i suoi tratti fascistoidi di sterminio, di eliminazione “dell’altro”, dell’oppositore, del nemico interno, anticomunista è la stessa delle FF.AA. e della polizia nazionale. Il paramilitarismo non si è smobilitato, al contrario, la sua presenza e la sua azione si sono accentuate ed estese. In questo senso, la Colombia vive come in molte parti del pianeta una rinascita di forme fasciste di sterminio, si vede in Ucraina , in Europa, nello Yemen, in Siria, in America Latina e negli USA. L’Ecuador nelle carceri del terrore, la “nuova” modalità di cavare gli occhi ai e alle giovani e agli studenti in Cile, in Colombia, e in Ecuador. Si potrebbe dire che questa è la sua forma “morbida” con cui si esprime il terrore paramilitare (fascismo creolo), perché nella sua forma dura dobbiamo contare le sparizioni, gli smembramenti, incendiare vivi i delinquenti in una cella o in un gioco d’azzardo, come opera il fascismo istituzionale vestito in borghese.
Concretamente il paramilitarismo e l’uribismo nella sua forma dura, tortura, assassina, massacra, sfolla, fustiga selvaggiamente; e nella sua forma “morbida” paralizza regioni, impedisce il commercio e l’acquisto di alimenti alla popolazione facendole passare la fame, incendia e distrugge beni di piccoli proprietari come lo sta facendo nel più recente sciopero armato.
Quale altra forma fascista di sterminio c’è in Colombia? Qui arrestano adolescenti per aver rubato caramelle e poi li uccidono e cercano di giustificarlo con un discorso di eliminazione, castigo, disciplina, di mantenere l’equilibrio come ha sostenuto un militare in divisa avvertendoci di quello che ci aspetterebbe Petro se giungesse alla presidenza.
Questa simbiosi tra forme “para statali” e propriamente statali (FF.AA., polizia, ESMAD), è separata da una crosta così sottile e trasparente che non è difficile capire che, quando i posti di blocco dell’esercito si muovono, è perché sono passati alla forma “para statale”, come dire, paramilitare, per imporre terrore e paura nella popolazione. Neppure i grandi supermercati dei clan e delle famiglie che appoggiano il paramilitarismo (negozi Olímpica nella costa) sono stati toccati, al contrario gli si dà sostegno militare, così come neppure sono stati incendiati i camion della Postobón e i supermercati Exito, come dire, la lotta di classe si evidenzia nello “sciopero armato”, che in essenza è contro la popolazione per creare terrore e paura, e sappiamo già cosa hanno a portata di mano in cambio per evitare che accada di nuovo.
Questi argomenti, come è logico, bisogna analizzarli alla luce di ciò che viene, l’elezione a maggioranza nelle urne di un governo democratico di Gustavo Petro e Francia Márquez, sul quale credo ci sia consenso.
La domanda che mi sto facendo da un po’ come tanti altri e altre è, se è vero, come dimostra l’ultimo sciopero armato paramilitare-statale, che il fascismo alla colombiana ha già iniziato a giocare una delle sue tante carte per impedire, negare, ignorare e nel migliore dei casi non lasciar governare un nuovo governo democratico patteggiatole che scegliamo, che faremo, qual è la risposta adeguata? Come risponderemo, che proposta ha il probabile governo di Petro-Márquez, noi che a milioni andiamo per un cambiamento nelle urne, per fermare, smobilitare un movimento fascista alla creola, che è già armato imponendo il terrore? Sicuramente risponderanno che c’è una proposta di accordo di pace del nuovo governo, la quale considero che possa essere realizzabile con le dissidenze della FARC, l’ELN e gli altri gruppi della guerriglia ancora in armi.
Ma funzionerà, sarà quella adeguata, accetterà il fascismo alla colombiana una via d’uscita pacifica al lungo conflitto? Non lo so, è un buon tema per continuare a dibattere e a cercare di vedere che risposte adeguate, sensate e concrete ha questo rozzo movimento sociale e cittadino che ora si è deciso ad un cambiamento democratico nelle urne.
8 maggio 2022
teleSUR
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Oto Higuita, “Colombia: la hora de las decisiones” pubblicato il 08-05-2022 in teleSUR, su [https://www.telesurtv.net/bloggers/Colombia-la-hora-de-las-decisiones-20220508-0001.html] ultimo accesso 17-05-2022. |