La gigantesca Marcia Federale che giovedì scorso è giunta a Buenos Aires dopo aver percorso il paese ora si è trasformata in un fatto storico. Nessuno che pensi in chiave politica se ne può disinteressare, e meno questo governo amico del FMI, delle transnazionali e soprattutto degli yankee e di Israele.
I più di 150 mila manifestanti che sono arrivati nella Capitale chiedendo salari degni, di mettere fine alla miseria e allo sfruttamento e, soprattutto, ripudiando il Fondo Monetario, non sono un’invenzione da nulla ma un enorme lavoro di costruzione politica e sociale dei e delle più umili. Un’altra volta ha dimostrato quanto pesa questo fenomeno sociale che ha illuminato gli anni 90 e che oggi ha un’ineludibile vigenza: la Patria piquetera. Questa unità nell’azione che riunisce differenti blocchi di organizzazioni sociali non è facile da sostenere per le innegabili differenze politiche che mantengono al loro interno ma, nonostante ciò, si è fatto un sforzo per cercare di vedere il bosco e non rimanere impigliati nei rami dell’albero. Da lì, il risultato è la magnifica dimostrazione di massa che ha riempito di animazione, bandiere colorate e centinaia di balli che accompagnavano la protesta popolare.
Emozionava vedere sul palco, non più i classici referenti delle organizzazioni ma quei quadri intermedi, ma con un gran peso tra le loro basi, giunti da tutte le province. Identificati uno a uno, una a una, con i propri nomi e le province che rappresentano, e dava piacere anche ascoltarli, come era avvenuto in tutta la Marcia, raccontare la propria allegria e orgoglio di essere nella Piazza dove sono nate tante storie di lotte, ma aggiungendo ad ogni frase, le lotte che stanno ingaggiando nei loro quartieri di tutto il paese.
Non c’è modo di fermare un popolo che in tempi difficili decide di conquistare le strade, di percorrere mille chilometri, di giungere fino a questo posto dove comandano i potenti e di gridargli parecchie verità. “Che non ci lasceremo rabbonire dai loro discorsi e dalla loro repressione”, “che la fame non la si combatte con parole vuote e menzogne”, voci sorte molto dal basso, dette da uomini e donne che hanno passato tutta la vita ad occuparsi di mettere fine al loro vivere male e cercare un futuro migliore per i propri figli e figlie. Come ha detto la compagna giunta da Jujuy: “siamo nipoti del Cordobazo e figlie dell’Argentinazo, per questo siamo qui, un’altra volta a lottare per tutto quello che ci hanno portato via”.
Detto questo: questa Marcia Federale è un punto di svolta come anche lo è stato l’accampamento piquetero, e dimostra che al di là delle politiche di addomesticamento e disciplinamento che permanentemente il governo cerca con i settori che gli sono vicini, ci sono migliaia di fantasmi che escono dalla bottiglia e gli gridano in piena faccia: “senza giustizia sociale non ci sarà pace sociale”. Solo il popolo salverà il popolo, oggi si è tornati ad avvalorarlo in una Piazza piena come da molto non si vedeva. Se questo non è un fatto storico, di cosa si sta parlando…
12 maggio 2022
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Carlos Aznárez, “Argentina. Una impresionante marea piquetera: la Marcha Federal arribó a la Capital y generó un hecho político indiscutible” pubblicato il 12-05-2022 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/05/12/argentina-una-impresionante-marea-piquetera-la-marcha-federal-arribo-a-la-capital-y-genero-un-hecho-politico-indiscutible-fotosvideos/] ultimo accesso 14-05-2022. |