Uruguay / Il 27 marzo si voterà in Uruguay per il referendum sull’abrogazione o meno della LUC (Legge di Urgente Considerazione), legge repressiva che cancella i diritti fondamentali dei lavoratori, degli studenti e della popolazione in generale. Si tratta di una legge voluta dal governo della destra, in un momento in cui il paese sta attraversando la crisi economica, l’inflazione, la disoccupazione e la pandemia.
Sono 135 articoli. Per poter proporre il referendum occorrono le firme del 25% degli aventi diritto al voto e iscritti nelle liste elettorali. La percentuale richiesta è molto alta. L’anno scorso è stato un anno intensissimo di raccolta firme per poter accedere a questo meccanismo.
Occorrevano 600.000 firme per poterlo effettuare. Malgrado si fosse in piena pandemia, è stato fatto un lavoro straordinario, capillare e sono state raccolte ben 800.000 firme. Grande è stata la partecipazione popolare di tutte le età, dai giovanissimi agli anziani.
È una legge altamente neoliberista, che porta alla privatizzazione dei servizi pubblici (storicamente in Uruguay totalmente pubblici da sempre).
A livello sindacale limita la lotta sindacale, regolamentando il diritto di sciopero e favorendo così gli imprenditori. È un attacco al diritto di mobilitazione e protesta.
Permette che i salari siano pagati in contanti, favorendo l’evasione fiscale e il lavoro in nero, permettendo così ancora meno garanzie per il lavoratore e favorendo gli impresari. Cioè significa cancellare le conquiste ottenute dai lavoratori che sono state portate avanti dal Frente Amplio, che ha governato l’Uruguay per tre legislature.
Viene incrementato il limite del denaro in contanti, da 500 dollari a 120.000 dollari (leggasi: riciclaggio e narcotraffico…).
Il diritto all’abitare viene colpito nella persona dell’inquilino che affitta senza garanzie. In Uruguay è una pratica diffusa l’affitto con garanzie. Chi non ha soldi o ritarda anche solo di 6 giorni il pagamento dell’affitto potrà essere sfrattato. Altrimenti dovrà pagare il debito con un interesse del 60%.
Nell’ambito della repressione, gli ampi poteri e garanzie elargiti agli organi di polizia, incrementano la repressione stessa.
È una legge punitiva, che aumenta le pene e toglie anche la possibilità di studio e lavoro ai prigionieri. Ossia il carcere è una punizione, senza possibilità di riabilitazione.
Nell’Istruzione, vengono eliminati gli organi direttivi rappresentati collegialmente dai docenti, concentrando in una sola persona, di fiducia del preside, la facoltà di prendere decisioni. Così i docenti vengono privati del diritto di partecipare alle decisioni che riguardano i programmi d’istruzione.
La nuova legge, se non viene abrogata, eliminerà la scuola pubblica dell’infanzia (materna), lasciandola ai privati. Questa legge permette, inoltre, ai dirigenti scolastici di scegliere il personale docente, non tenendo conto della professionalità, ma facendo piuttosto prevalere la simpatia e l’affinità politica con il Dirigente, il quale potrà pure stabilire gli aumenti salariali.
È una legge che si configura come un vero e proprio attentato contro la scuola pubblica. Infatti, eliminando autonomia e cogestione, lascia tutto lo spazio alla gestione imprenditoriale, a discapito della qualità dell’educazione pubblica.
È una legge che, qualora non venisse abrogata, si configura come un attentato anche contro tante conquiste storiche, nonché contro quelle ottenute durante il governo del Frente Amplio. È pure un attentato contro la libertà di espressione.
A pochi giorni dal referendum la gente ha percorso le strade del paese con grandi carovane chiamando tutti a votare SÌ all’abrogazione di questa legge repressiva e antipopolare. C’è grande effervescenza e nelle strade scendono bambini, giovani e anziani.
Domenica 20 marzo a Montevideo ci sono state 5 carovane, partendo da diversi quartieri della città, che hanno confluito nella Rambla (che costeggia il Rio de la Plata). In macchina, in moto, in bicicletta, in autobus, a piedi. Migliaia, vestiti di rosa, il colore del SÌ, persino gli animali.
Martedì 22 marzo c’è stata un’altra carovana partita dall’Università e passata per le strade del centro di Montevideo. Il 23 il paese intero si vestirà di rosa.
Il 24 la gente circonderà lo stadio, dove si svolgerà la partita dell’Uruguay per le Qualificazioni mondiali America del Sud 2022, pubblicizzando anche lì l’opzione del SÌ all’abrogazione di questa pessima legge.
Vedremo cosa succederà domenica 27, ma il fatto più importante è questa straordinaria riorganizzazione del movimento popolare.
24 marzo 2022
Contropiano
Blanca Clemente, “Uruguay: Il 27 marzo 2022 si vota il Referendum sulla LUC” pubblicato il 24-03-2022 in Contropiano, su [https://contropiano.org/news/internazionale-news/2022/03/24/uruguay-il-27-marzo-2022-si-vota-il-referendum-sulla-luc-0147795] ultimo accesso 26-03-2022. |