Argentina: Il governo ha fatto un accordo con il FMI


Julio C. Gambina

Alla fine è stata svelata l’incognita e tra oggi e l’inizio della prossima settimana si cancellano 1,1 miliardi di dollari verso il FMI, per scadenze di capitale e interessi.

Questo avviene perché si è concordato con i negoziatori del FMI un “prestito agevolato esteso”, della durata di 10 anni, la cui prima scadenza sarà tra 4 anni e mezzo, ossia, a metà del 2026, con cancellazione prevista nel 2031. Come dire, lo stand by di Mauricio Macri del 2018 con scadenza nel 2024, si trasforma in un altro prestito per un identico ammontare in Diritti Speciali di Giro (DEG) con scadenza nel 2031. L’ipoteca continua.

Si allude al DEG, la cui quotazione coinvolge varie monete a circolazione internazionale, in un momento in cui il dollaro sta svalutandosi. Allora questo implica che sono necessari più dollari per pagare i DEG sborsati dal FMI. L’ammontare da restituire è maggiori dei 44,5 miliardi di dollari della quotazione del 2018. Tutto questo comporta una maggiore necessità per rimborsare il prestito del FMI.

L’accordo

Quanto concordato dovrà essere trattato nel Congresso Nazionale e nel Direttorio del FMI. Per sottoscrivere manca ancora l’accordo finale e ora viene il dibattito locale e nell’organismo internazionale.

L’ipotesi è di trattamento e approvazione rapida, prima delle scadenze di febbraio e marzo, impossibili da cancellare senza pagamenti del FMI. La convocazione del governo punta ad ottenere il sostegno parlamentare dei partiti di governo e dell’opposizione.

Prevedibile sarà il voto di rifiuto della sinistra, che con diverse argomentazioni potrà allargarsi ad altri settori politici. È un dibattito che gioca nella disputa elettorale verso il 2023.

Secondo quanto dichiarato dal Ministro Martín Guzmán, una volta sottoscritti gli accordi, con i relativi memorandum tecnici, il FMI sborserà trimestralmente, previa revisione del rispetto dello “schema di politiche macroeconomiche” e delle “misure di politica economica” rischiose, a medio termine, che puntano ad una duratura stabilizzazione dell’economia locale.

In buon romanzo, il FMI effettuerà ogni trimestre una revisione contabile dell’evoluzione economica locale e ci sarà l’accordo se si realizzeranno gli esborsi, e se no, cade l’accordo. Il FMI si trasforma nel controllore dell’economia locale. Chiaro che l’accordo si presenta come un risultato a difesa della decisione sovrana di mantenere il percorso di crescita della produzione e dell’occupazione.

Quanto concordato è un programma di 2 anni e mezzo, come dire, il tempo che rimane per cancellare lo stand by del governo Macri.

Il FMI si impegna a sborsare l’equivalente delle scadenze, incluso quanto già cancellato con il FMI in questo periodo, qualcosa di più di 5 miliardi di dollari, secondo quanto ha detto Guzmán. Secondo quanto dichiarato ci sarebbe la meta di accrescere le riserve internazionali a 5 miliardi di dollari, che possono essere integrate con questi fondi recuperati dal FMI.

Gli impegni puntano ad abbassare il deficit fiscale a -2,5% del PIL nel 2022 (il Bilancio suggerirebbe -3,3%), abbassare a -1,9% nel 2023 e a -0,9% nel 2024, senza precisare dettagli, segnalando solo un “moderato” intervento sulla crescita della spesa e un “miglioramento” nell’amministrazione di riscossione. Si tratta di vedere concretamente lo stato dei conti sull’aggiustamento per spese ed entrate.

È un tema di allarme in materia di aggiustamenti fiscali. Il governo si impegna a ridurre il finanziamento della BCRA (Banca Centrale della Repubblica Argentina) al tesoro fino praticamente ad eliminarlo verso il 2024, con una riduzione delle emissioni monetarie e rafforzando il mercato di capitali in moneta locale, cambiando il bilancio del debito pubblico in divise a pesos.

Si è informato che non ci saranno riforme lavorative o pensionistiche, né incoraggiamenti a privatizzazioni, anche se continua il piano di ridurre i sussidi per i servizi pubblici.

La scommessa è crescere produttivamente sulla base delle esportazioni e che si generino sufficienti divise per far fronte agli impegni di cui ci si farà carico.

In sintesi, si approva la continuità degli impegni dello stato, anche quando il Capo di Gabinetto ha parlato della “irresponsabilità” del governo Macri nella sottoscrizione del prestito. Il Ministro Guzmán ha alluso al “fallimento” delle politiche rischiose e che il denaro è stato usato per cancellare un debito e far fuggire i capitali. Anche quando si allude alle molteplici cause dell’inflazione, le misure annunciate continuano nella direzione della stabilizzazione e degli aggiustamenti.

L’Argentina torna a perdere un’altra opportunità di indagare a fondo l’indebitamento e per agire di conseguenza nel rifiuto del debito illegale, illegittimo, fraudolento e odioso. La campagna per il rifiuto dell’accordo con il FMI, la sospensione dei pagamenti e la revisione dei conti dovrà approfondire la propria campagna per chiarire gli effetti dell’accordo favorevole a legittimare un debito odioso che ipoteca risorse pubbliche allontanando soluzioni richieste dalla società impoverita.

*Julio C. Gambina. Presidente della Fundación de Investigaciones Sociales y Políticas, FISYP.

31/01/2022

Rebelión

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Julio C. Gambina, El gobierno acordó con el FMI” pubblicato il 31-01-2022 in Rebelión, su [https://rebelion.org/el-gobierno-acordo-con-el-fmi/] ultimo accesso 03-02-2022.

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