Questa istituzione privata cerca di evitare che siano prese misure indispensabili, come la cancellazione dei brevetti dei vaccini e il sostegno internazionale al rafforzamento delle capacità nazionali per prevenire prossime pandemie.
Ci sono molti paradossi in questa pandemia, la maggioranza su come i più ricchi e potenti beneficiano del disastro e lo peggiorano. Il meccanismo COVAX è uno di quelli. Si presenta come una forma d’accesso più equo ai vaccini per il Covid-19, ma in realtà è un modo di facilitare gli affari delle grandi imprese farmaceutiche e di proteggere i loro brevetti, fatto che impedisce ai paesi del Sud globale di poter disporre di sufficienti vaccini. Non è un effetto secondario o fortuito: la scarsezza è un elemento importante per le imprese, giacché garantisce la domanda e aumenta i prezzi.
Un recente rapporto sulla Covax dell’esperto Harris Gleckman -prima funzionario dell’ONU- pubblicato da Amigos de la Tierra Internacional, analizza con rigorosità il meccanismo, rivelando una perversa iniziativa commerciale contro la salute pubblica, disegnata e promossa dalla Fondazione Bill e Melinda Gates.
La COVAX funziona come una banca commerciale, per fare acquisti congiunti su grande scala dalle transnazionali, fatto che concede una ancor maggiore sicurezza ai loro investimenti anche se hanno già ricevuto abbondanti finanziamenti pubblici per svilupparli. Non mette in discussione i loro prezzi né le condizioni leonine. Al contrario, facilita l’entrata delle imprese in nuovi mercati dei paesi poveri, senza costi né rischi per loro. Le miserabili consegne “gratuite” che effettua a questi paesi sono già state pagate da altri o da istituzioni pubbliche multilaterali. Entrando con vaccini brevettati, favorisce i meccanismi di mercato nell’attenzione della salute pubblica.
Che si producano e si distribuiscano equamente vaccini sicuri in una pandemia globale, è un ruolo dell’Organizzazione Mondiale della Salute delle Nazioni Unite (OMS), non di un’istituzione privata come la COVAX. Questa si è appropriata di tale funzione per prevenire che si prendano misure indispensabili e necessarie, come la cancellazione dei brevetti e il sostegno internazionale al rafforzamento delle capacità nazionali per prevenire prossime pandemie. Come associazione pubblico-privata, la COVAX è un’istituzione di “parti interessate” (stakeholders), senza trasparenza né rendiconti, dove i grandi attori privati come la grande impresa farmaceutica, che attua per interesse di lucro, decidono tanto o più dei governi e di enti pubblici della comunità internazionale.
Fu fondata dall’Alleanza Mondiale per i Vaccini e l’Immunizzazione e dalla Coalizione per le Innovazioni nella Preparazione alle Epidemie (GAVI e CEPI con le loro sigle in inglese), quest’ultima fondata nel Forum Economico Mondiale di Davos. E, ambedue, disegnate e finanziate dalla Fondazione Bill e Melinda Gates. Anche se l’OMS figura come fondatrice e partecipante, il suo ruolo è marginale e sembra piuttosto di facciata. La GAVI è quella che amministra il meccanismo e la sua massima istanza di decisione è presieduta dai presidenti dei comitati direttivi di GAVI e CEPI. 180 governi si sono arruolati alla COVAX, ma decidono poco o niente sulle sue modalità d’azione, contratti, ecc.
Secondo l’OMS, la percentuale di vaccinazione per ottenere un’immunità collettiva dovrebbe essere maggiore del 60 per cento simultaneamente in tutti i paesi. Numerosi rapporti delle Nazioni Unite e della stampa rendono conto quotidianamente di come i paesi industrializzati accaparrano la maggioranza dei vaccini, inclusi alcuni paesi come il Canada, più di tre volte delle dosi necessarie a tutta la popolazione. La COVAX non ha fatto nulla, salvo chiedere amabilmente a questi paesi di donare i vaccini che non useranno (già pagati alle imprese, ovviamente).
Per raggiungere questo livello di vaccinazione globale, l’unica via sarebbe che tutti i paesi con la capacità di produrre vaccini a livello nazionale lo facessero e sostenessero direttamente quelli che non l’hanno. Un primo passo per questo è cancellare tutti i brevetti e altre restrizioni di proprietà intellettuale per l’accesso e il trasferimento di vaccini e trattamenti relativi al Covid-19. Questo è già stato prospettato nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) per l’India e il Sudafrica e sostenuto da più di 100 paesi, ma Stati Uniti, Europa e altri paesi sede di transnazionali farmaceutiche si sono ferocemente opposti.
Vari paesi del Sud globale, tra loro India, Sudafrica e Brasile, hanno la capacità di produrre e distribuire i vaccini. In molti altri questa capacità è stata debilitata dalle politiche neoliberali degli ultimi decenni, ma potrebbero essere sostenuti a riattivare la produzione nazionale. Questo è quello che la COVAX vuole impedire, continuando il modello d’azione che porta avanti la GAVI.
La COVAX funziona anche come un modo di privilegiare i vaccini transgenici, brevettati e altamente sperimentali, pieni di incertezze e rischi, come quelli a vettore virale, che introducono DNA (tra quelli AstraZeneca, Johnson & Johnson, Sputnik, CanSino) e quelli di RNA (come Pfizer e Moderna). Il rapporto di Gleckman segnala che anche questo meccanismo ha funzionato per emarginare opzioni più accessibili e pubbliche prodotte in Cina, così come quello della Russia, anche se ha la medesima modalità d’azione di quelli che sono stati approvati.
Deplorevolmente, non solo la COVAX, ma anche l’OMS e i governi promuovono questi vaccini più cari e rischiosi, dimenticando che le imprese continueranno a provocare scarsezza e che ci sono opzioni con metodi convenzionali provati, come virus attenutati, inattivi o di sub-unità proteiche (quest’ultimo è il caso dei vaccini cubani), che sono anche quelli che meglio si potrebbero produrre a livello nazionale.
* Silvia Ribeiro è ricercatrice del Grupo ETC.
29/04/2021
ALAI
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Silvia Ribeiro, “COVAX: la trampa” pubblicato il 29-05-2021 in ALAI, su [https://www.alainet.org/es/articulo/212039] ultimo accesso 31-05-2021. |