Argentina: Caccia repressiva ad Andalgalá, altre perquisizioni e arresti


Nel pomeriggio di mercoledì sono continuate le perquisizioni e gli arresti nell’ambito delle indagini realizzate per gli incidenti avvenuti nel fine settimana ad Andalgalá.

Tra gli arrestati delle ultime ore si trova un funzionario provinciale, di cognome Abel, che ha lavorato nell’Ospedale José Chain Herrera, e l’ex Segretario della Sicurezza Cittadina, Oscar Martiarene, che aveva ammesso di aver partecipato alla mobilitazione che ha causato seri danni negli uffici dell’impresa mineraria Agua Rica.

D’altra parte, si è venuti a conoscenza dell’arresto della membra del Partito Operaio, Aylen Saracho, che di mattina aveva partecipato ad una manifestazione pacifica di fronte alla casa parrocchiale e nel pomeriggio è stata arrestata.

Allo stesso tempo, sono state arrestate tre persone, di cognome Diamante, Villagra e Gónzalez, che sono state accusate di essere in relazione con le violenze in un locale gastronomico.

Gli ambientalisti chiedono la libertà dei detenuti per i fatti di violenza ad Andalgalá

Gruppi ambientalisti, antiminerari e di sinistra hanno marciato martedì per chiedere la liberazione dei detenuti che il governo provinciale accusa senza prove dei fatti di violenza che sono avvenuti sabato scorso nella città di Andalgalá, che hanno causato incendi negli uffici dell’impresa mineraria Agua Rica e nella sede del Partito Giustizialista.

I gruppi si sono riuniti a Plaza 25 de Mayo e da lì hanno marciato fino al Centro dell’Innovazione e dello Sviluppo (CID), dove attualmente ha sede la Casa del Governo.

Oltre alla liberazione dei detenuti, hanno anche sollecitato che Agua Rica smetta di operare ad Andalgalá.

Da parte dell’Assemblea El Algarrobo spiegano che non è la prima volta che succede, nel febbraio del 2010 cercarono di vincere con la paura e scatenarono una repressione casa per casa. Con un comunicato pubblicato oggi mettono in allarme, “stiamo venendo perseguitatx deliberatamente da agenti della polizia militare e civile” (…) “Su Huachaschi si è potuto percepire un drone che sorvolava le case di persone relazionate alla difesa dell’acqua. Nel Quartiere 12 de Julio già due notti fa un fuoristrada Chevrolet bianco senza targa con personale della polizia al suo interno controlla x vicinx e indaga altre persone vicino ai loro domicili e ai loro veicoli. Già da varie notti lo stesso fuoristrada percorre le strade di Choya e Chaquiago fermandosi di fronte alla casa di compagnx, filmando e fotografando illegalmente coloro che stanno giustamente reclamando la liberazione dex detenutx che stanno alla porta del commissariato dipartimentale. Anche a Huaco si sono appostati di fronte alle case di persone che usualmente partecipano alle camminate e lo hanno fatto con i visi coperti e mostrando armi lunghe. Si tratta di forze speciali della provincia della Catamarca che rimangono fino alle ore alte della notte intimidendo, impedendo il riposo di tuttx x vicinx, per la costante minaccia che all’alba possano entrare con la forza nella casa di chiunque. Nel centro di Andalgalá, anche un pulmino e un’auto di pattuglia controllano le famiglie conosciute per difendere l’acqua”.

Da parte dell’Assemblea segnalano che il giudice Rodolfo Cecenarro, che ha respinto l’ordinanza che proibiva l’attività mineraria, continua a minacciare con dichiarazioni pubbliche di arrestare i “membri dell’assemblea” e che il pubblico ministero che porta avanti le perquisizioni e gli arresti ha lavorato per imprese o organismi legati agli interessi delle multinazionali minerarie.

Nel frattempo, da parte della popolazione aumenta il rifiuto della situazione repressiva e la solidarietà chiedendo la libertà dei detenuti e delle detenute. Da tutto il paese e attraverso le immagini delle reti sociali si denuncia l’attività megamineraria e si chiede la liberazione. Hanno anche firmato una lettera “alle autorità della provincia della Catamarca e alle autorità nazionali” esprimendo la preoccupazione per la situazione ad Andalgalá e chiedendo che si blocchino le opere minerarie, la persecuzione della popolazione e l’immediata liberazione di tutti i detenuti.

Anche il musicista Rally Barrionuevo ha espresso nelle reti sociali la sua solidarietà con l’Assemblea e ha chiesto la liberazione dei e delle detenute.

14 aprile 2021

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Argentina. Cacería represiva en Andalgalá: más allanamientos y detenciones” pubblicato il 14-04-2021 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2021/04/14/argentina-caceria-represiva-en-andalgala-mas-allanamientos-y-detenciones/] ultimo accesso 16-04-2021.

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