Una “spia” in ogni angolo del Nicaragua


Wilfredo Miranda Aburto

La sorveglianza che mantengono strutture come i Gabinetti della Famiglia, meglio conosciuti come “CPC”, è uno dei pilastri dell’autoritarismo sandinista in Nicaragua.

Questi apparati nacquero come una pretesa “partecipazione cittadina”, ma in realtà il loro obiettivo è sempre stato di controllare la popolazione. Nel 2018, dopo le proteste sociali, la loro vera natura affiorò duramente: cominciarono ad operare come parte sostanziale della repressione statale contro ogni critica al regime. “È gente che vive dietro alla finestra”, denuncia Elvira Cuadra, esperta in sicurezza.

“Di tanto in tanto solleva lo sguardo sul viso che lo guardava fissamente dal muro di fronte. IL GRANDE FRATELLO TI SORVEGLIA”. – George Orwell. 1984.

Ogni volta che il dottor Arnoldo Toruño esce o entra a casa sua, qualcuno lo osserva. Quando va al supermercato o ad effettuare qualche pratica, la testa che spunta da una finestra vicina sorveglia con disciplina questo rispettato medico, originario della città di León, nell’occidente del Nicaragua. Il diario dei suoi movimenti finisce nelle mani dell’apparato dipartimentale del Fronte Sandinista, il partito di governo che spia tutti i cittadini considerati critici dall’Amministrazione del presidente Daniel Ortega e della vicepresidente Rosario Murillo.

Il dottor Toruño sa molto bene chi lo sorveglia, ma preferisce omettere il nome della persona per rispetto di un vicinato di anni, senza che abbia importanza che detto rispetto non sia reciproco. Il vicino vigilante è un simpatizzante del Governo, e sta nella prima linea di una struttura nazionale montata dal più alto livello politico per il controllo territoriale in Nicaragua. Questa trama è uno dei pilastri fondamentali dell’autoritarismo di Ortega-Murillo.

Come il vicino che spia questo dottore in sanità pubblica, in tutto il paese ci sono migliaia di militanti sandinisti che effettuano, secondo esperti in sicurezza, una vigilanza dissimulata attraverso i Consigli del Potere Cittadino (CPC) e dei Gabinetti del Potere Cittadino. L’idea centrale di questa struttura fu installata nel novembre del 2007, all’inizio della presidenza di Ortega, con lo scopo di distribuire programmi sociali ed effettuare attività di proselitismo. Ma da aprile 2018, quando esplode la crisi sociopolitica in Nicaragua, cominciano ad operare completamente come un apparato di spionaggio politico.

In ripetute occasione dal 2018 il dottor Toruño ha vissuto la vigilanza in prima fila, a causa della sua partecipazione alle marce civiche di protesta. “Alcune persone tra di noi sono più sorvegliate di altre… Per esempio, alcuni mesi fa prestai il mio fuoristrada ad un nipote per andare a fare una commissione. Mio nipote andò a casa di una persone legata al partito, e alcune ore dopo questa persona ricevette delle visite e gli domandarono se stesse “tradendo il partito”. Senza dubbio, ci sono vicini che eseguono questo lavoro di spionaggio e denuncia”, racconta questo medico, che è specialista in salute pubblica ed ex decano della Facoltà di Scienze Mediche dell’Università Autonoma del Nicaragua (UNAN-León).

La vigilanza giunge fino all’estremo, dato che se nella casa del dottor Toruño parcheggiano varie macchine per una festa familiare, il vigilante informa la sede dipartimentale del Fronte Sandinista sui movimenti. A partite dal 2018, dopo la ribellione cittadina, si applica un nuovo protocollo di comportamento di questa struttura di spionaggio in casi come quello riferito: il partito di governo fa una notifica alla polizia, e ufficiali della Direzione delle Operazioni Speciali (DOEP) perquisiscono il domicilio del vigilato.

Il dottor Arnoldo Toruño fuori di casa sua a León. L’abitazione di questo medico è stata attaccata diverse volte da simpatizzanti sandinisti, come lo dimostra la scritta sul muro “paz y bien”, un motto del governo Ortega-Murillo.

Questa struttura funziona coordinandosi con la Polizia, il corpo armato che mantiene uno stato d’assedio di fatto nel paese, per soffocare ogni segno di protesta sociale. Il dottor Toruño subisce una perquisizione illegale della sua abitazione da parte di ufficiali della DOEP e della divisione antidroga. Una trentina di agenti con cani irrompe nell’abitazione, con il pretesto di cercare droghe. Nella casa non trovano nessuna traccia di stupefacenti, ma la polizia stabilisce un precedente per vessare la cittadinanza: invocare la ricerca di droghe al momento di perquisire un’abitazione senza un ordine giudiziario.

“I CPC sono multiuso. Appoggiano le giornate di vaccinazione ed effettuano censimenti, ma realizzano anche attività di vigilanza”, denuncia il dottor Toruño.

“Democrazia diretta”

Il 30 novembre 2007 il governo di Daniel Ortega presta giuramento in una pubblica piazza con i membri dei CPC, con il motto di “democrazia diretta” e “più potere per il popolo”. L’argomento ufficiale è la promozione della partecipazione cittadina. Di modo che a questi gruppi viene assegnata la distribuzione di programmi sociali come il “Buono Produttivo Alimentare”, “Fame Zero”, “Piano Tetto” e “Case per il Popolo”, tutti finanziati con petrodollari venezuelani.

Rosario Murillo ha messo su buona parte dei Gabinetti della Familia e della Gioventù Sandinista, destinati ad attività di proselitismo e spionaggio.

Presto iniziano a sorgere discussioni sui favoritismi di partito al momento di suddividere l’aiuto, fatto che delegittima i CPC. Nonostante ciò, la maggior critica è che Ortega e sua moglie, Rosario Murillo, emulano con i CPC i Comitati di Difesa Sandinista (CDS), creati nel 1979, durante l’epoca rivoluzionaria. Inizialmente, i CDS facevano attività comunitarie, ma dopo finirono con l’avere funzioni di vigilanza e raccolta di informazioni sui cittadini, in un contesto di guerra tra l’Esercito sandinista e gli effettivi militari della cosiddetta Controrivoluzione.

“Durante la rivoluzione sandinista era un’organizzazione più comunitaria, ma alcune delle persone dei CDS facevano questo lavoro di controllo sociale”, spiega la sociologa Elvira Cuadra, una delle maggiori esperte in sicurezza del Nicaragua. La Cuadra afferma che Ortega insediò i Consigli del Potere Cittadino (CPC) nel 2007 -ritornando al potere- a causa della “bassa legittimità” del governo entrante. Ortega ottiene la Presidenza grazie al patto con il caudillo liberale Arnoldo Alemán, attraverso il quale abbassa il tetto elettorale solo al 35% dei voti per vincere la battaglia.

“Nel 2007, Ortega affronta una società davanti alla quale non aveva una sufficiente legittimità politica. Sapeva che per poter governare, avrebbe avuto bisogno della coercizione”, sostiene Elvira Cuadra. “Per poter portare avanti il suo personale progetto politico, che è anche economico, installò i CPC fin dall’inizio come un meccanismo di vigilanza e controllo sociale e, in questo modo, contenere le espressioni di scontento”.

Ortega cerca, anche, di elevare a rango costituzionale i CPC. Ma nel 2007 la Corte Suprema di Giustizia ha ancora un certo margine di indipendenza, e rifiuta la pretesa presidenziale. Nonostante quello, il Governo prosegue con l’installazione dei CPC nei settori della salute e dell’educazione, e in un’area così controversa come la sicurezza cittadina.

“Dettero l’ordine alla Polizia Nazionale, di coordinarsi nei territori con i CPC. A partire da quella decisione si delineò una rete di repressione e controllo sociale. I CPC servirono anche come meccanismi di identificazione di quelli che dopo sarebbero stati conosciuti come gruppi di scontro o turbe, formati da giovani in situazione di rischio”, spiega la Cuadra.

Nel 2008 si effettuano in Nicaragua le elezioni municipali. Gli osservatori elettorali e l’opposizione documentano una “massiccia frode”, che genera proteste cittadine. Il Governo risponde con le forze di scontro per reprimere lo scontento, tra le quali ci sono membri dei CPC, che dicono di difendere “la rivoluzione”. Elvira Cuadra afferma che in quel medesimo anno questa struttura di vigilanza e controllo politico funzionava a pieno regime. “La usano come una rete di informatori a livello territoriale, alla quale si avvicinano per raccogliere informazioni di qualche soggetto d’interesse”.

Nella misura in cui Ortega consolida il proprio potere autoritario, diversifica il controllo sociale con la creazione di organizzazioni come la Gioventù Sandinista (JS) e i Consigli di Dirigenza Sandinista (CLS) nelle istituzioni pubbliche. Tutte queste istituzioni lavorano con le Forze Armate.

Nel 2013 i CPC subiscono  un logoramento come concetto. Quel medesimo anno, il Parlamento, controllato dall’Esecutivo Sandinista, incorpora legalmente nel Codice della Famiglia i “Gabinetti della Famiglia, la Comunità e la Vita”, che sono una nuova versione dei CPC, ma incorporati in una quadro giuridico.

“Alla fin fine, CPC o Gabinetto della Famiglia è gente che vive dietro la finestra. Se la persona è andata al mercato, lo segnano; se hanno visto che è arrivata nella casa della persona che è oggetto di vigilanza una visita che non è usuale, lo segnano. Loro stanno costantemente denunciando, tanto quello che è usuale quanto quello che è inusuale”, afferma la Cuadra.

I CPC o Gabinetti della Famiglia hanno una doppia funzione: consegnare programmi sociali come “Piano Tetto” ed effettuare sorveglianza nei quartieri del Nicaragua.

La sorveglianza fa parte della vita del dottor Toruño. L’affronta con una resilienza forgiata negli anni, giacché quasi tutta la sua vita ha lottato con regimi autoritari. “All’epoca della dittatura somozista c’era sorveglianza, ma era mirata più sui combattenti, guerriglieri sandinisti in quel contesto. Quello che succede ora non ha paragone”, afferma lo specialista in salute pubblica. “Uno sa che vive sorvegliato e che ci sono vicini, almeno uno nell’isolato, che ha questa funzione di spionaggio. Una volta venne un figlio di una professoressa della facoltà di medicina a chiedermi un consiglio, lo videro nella mia casa e poco dopo venne la polizia e al ragazzo tolsero la motocicletta”, narra il dottor Toruño.

A partire dal 2018, la sorveglianza dei movimenti del dottor Toruño acquisisce tinte più violente: casa sua è stata presa a sassate a mezza notte e crivellata con raffiche di fucile mitragliatore. La facciata è una testimonianza pietrosa della sorveglianza e della persecuzione. I simpatizzanti sandinisti hanno scritto sul muro la parola d’ordine “Pace e vita”, ripetuta fino alla sazietà dal Governo. Si tratta, piuttosto, di un eufemismo che il medico ricorda, come il personaggio Winston Smith nel romanzo 1984, di George Orwell, che il “Grande Fratello” vigila quotidianamente. 

Di fronte a queste denunce, le autorità fanno orecchi da mercante. Non c’è accesso all’informazione pubblica, e tutti i tentativi per ottenere qualche versione ufficiale sono naufragati contro un muro di silenzio. Otras Miradas ha richiesto l’opinione di Argentina del Socorro Parajón, presidente della commissione di Salute e Sicurezza, ma non c’è stata risposta.

I CPC sono stai concepiti come una organizzazione di partecipazione cittadina, ma questa funzione si è diluita in lavori politici.

Denunce di vicini

Heidy Hurtado González abitava in un quartiere popolare di Masaya, una città situata a circa 30 chilometri da Managua. Ci sono sempre stati dei vicini che facevano parte delle strutture dei CPC e dei Gabinetti della Famiglia, anche se non aveva relazioni con loro. Manteneva una relazione cordiale con i suoi vicini, e non li ha mai creduti “capaci” di denunciare suo marito, José Santos Sánchez Rodríguez, per aver partecipato alle marce di protesta nel 2018.

“È difficile perché è gente del nucleo del quartiere. Persone che abbiamo aiutato come vicini, ma dalle quali abbiamo ricevuto il contrario: aggressioni”, si lamenta la Hurtado González. Dopo l’arresto di suo marito, attualmente in prigione, ha dovuto cambiare casa perché la sorveglianza si è trasformata in persecuzione.

“La sorveglianza era così molesta che se mio marito metteva a casa delle canzoni associate alle proteste contro il Governo, in meno di 20 minuti piombava una pattuglia di poliziotti”, racconta la donna. “Prima del 2018, questo Gabinetto della Famiglia per un certo tempo non funzionò. A volte facevano riunioni per trattare temi della comunità, ma non invitavano nessuno. Nell’anno delle proteste si attivarono per spiare”, aggiunge la Hurtado González.

La sociologa Elvira Cuadra precisa che il 2018 fu lo spartiacque per tutti i meccanismi di controllo e sorveglianza. Incominciarono ad operare con tutto il loro potenziale. “Ogni livello ha la sua funzione. Quella dei CPC o Gabinetti della Famiglia è mantenere la vigilanza sulle persone che sono legate alle differenti espressioni del movimento civico. Nel 2018 giocarono un ruolo chiave, identificando dirigenti territoriali, e consegnando liste a livelli superiori del partito e alla polizia. Molte delle persone in quelle liste finirono prigioniere”.

Fotografie: Wilfredo Miranda, Carlos Herrera, EFE | Divergentes

Divergentes

23 febbraio 2021

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Wilfredo Miranda Aburto, Un “espía” en cada esquina de Nicaragua” pubblicato il 23/02/2021 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/un-espia-en-cada-esquina-de-nicaragua/] ultimo accesso 01-03-2021.

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