Il mandatario ad interim ha annunciato la sua rinuncia dopo affollate proteste nelle quali ci sono già stati due morti e centinaia di persone ferite. Ora il Congresso dovrà designare un nuovo presidente per terminare il mandato che ha iniziato Pedro Pablo Kuczynski, destituito nel 2018, e che terminerà il prossimo anno dopo le elezioni programmate per l’11 di aprile.
Dalla destituzione di Martin Vizcarra e la successiva assunzione di Manuel Merino lo scorso lunedì, la popolazione peruviana è scesa nuovamente massicciamente a protestare nelle strade denunciando un colpo di stato, al di là delle valutazioni che si abbiano sulla gestione ad interim di Martin Vizcarra. Il precedente colpo di stato nella vicina Bolivia e il fatto strano di destituire un mandatario a meno di 6 mesi dalle elezioni sono due indicatori, tra gli altri, che richiamano l’attenzione e l’indignazione di migliaia di manifestanti.
La risposta alle manifestazioni è stata la repressione. Lontano dal raggiungere l’obiettivo di silenziare le voci di opposizione le manifestazioni sono andate crescendo e sono diventate inoccultabili.
Con il passare dei giorni sono andate guadagnando forza le espressioni per una nuova Costituzione: “Né con Vizcarra, né Merino. Assemblea Costituente ora, Nuova Costituzione” è stata una delle parole d’ordine che diverse organizzazioni sindacali e sociali hanno espresso e diffuso in differenti regioni del paese.
“In questo momento, in cui il paese attraversa una delle più grandi crisi politiche voglio portare a conoscenza di tutto il paese che presento la mia irrevocabile rinuncia alla carica di Presidente della Repubblica e invoco la pace e l’unità di tutti i peruviani”, ha annunciato il presidente a solo 4 giorni dalla sua assunzione e con due persone morte e centinaia di feriti. Da parte sua, ha anche annunciato che per non lasciare un vuoto di potere i suoi ministri continueranno nelle loro cariche.
Il salto del cerchio mediatico
Mentre l’assunzione di Merino è stata presentata come un esempio di lotta contro la corruzione e da molti media egemonici si è omesso di informare e diffondere sulle prime manifestazioni e sulla repressione in diverse città, da parte dei media alternativi, di organizzazioni dei Diritti Umani e manifestanti dalle reti sociali, sono state diffuse immagini di massicce manifestazioni nelle strade. È stato anche denunciato come la polizia gli impediva di entrare nelle principali piazze delle principali città del paese.
Nelle reti sociali come Twitter, tanto l’hashtag #PeruDespierta come #MarchaNacional o altri che chiedevano la rinuncia di Merino o che condannavano quello che consideravano un colpo di stato, sono diventati di tendenza. Sono state diffuse anche immagini che confutavano le dichiarazioni governative diffuse nei media egemonici che criminalizzavano la protesta e negavano la repressione.
Un altro hashtag diffuso venerdì mentre la selezione del Perù giocava la partita di calcio per le eliminatorie con il Cile, è stato #GolesSiGolpeNo. Mente i selezionati giocavano la partita di calcio i popoli si univano e ispiravano dalle loro manifestazione nelle strade.
https://twitter.com/Red__Accion/status/1327410688520818688?s=20
Morti e persone scomparse durante la repressione
Già ci sono due persone morte durante la repressione di ieri. L’EsSalud ha confermato il decesso di un primo manifestante attraverso un comunicato pubblicato nelle reti sociali. “Un paziente maschio di circa 25 anni è stato ricoverato alle ore 20.20 per ferite da proiettile di arma da fuoco (PAF). È stato ricoverato nell’area di Shock Trauma per la Legge di Emergenza dove è stato curato dal personale di guardia, che si è incaricato di notificare che era giunto cadavere”, segnala il documento condiviso dalla Previdenza Sociale della Salute.
Dopo si è potuto confermare il suo nome: Jack Bryan Pintado Sánchez. L’autopsia del suo corpo rende conto di un’eccessiva violenza vedendo 10 impatti di pallini sul suo corpo: 2 nel cranio, 2 nella faccia, 2 sul collo, 2 sul braccio e 2 sul torace.
Dopo è stato riportato un secondo decesso nei Dintorni di Lima. Il defunto è stato identificato come Inti Sotelo Camargo, di 24 anni. L’EsSalud ha confermato che è giunto cadavere, con una ferita grave al torace, all’altezza del cuore, causata da un’arma da fuoco.
È stato trasportato nell’Ospedale Almenara il cittadino Alberth Ñahui Pérez, di 22 anni, che presenta un trauma encefalocranico severo e una frattura del cranio. Inoltre, una ferita nella regione frontale vicina all’occhio sinistro. Il suo stato di salute è molto grave.
D’altra parte, al momento di chiudere questo articolo, dal Perù denunciano che più di 40 persone sono scomparse.
https://twitter.com/AlertaNews24/status/1328050179229036547?s=20
15-11-2020
ANRed
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Perú: tras masivas movilizaciones y dos personas fallecidas renuncia Manuel Merino” pubblicato il 15/11/2020 in ANRed, su [https://www.anred.org/2020/11/15/peru-tras-masivas-movilizaciones-y-dos-personas-fallecidas-renuncia-manuel-merino/?fbclid=IwAR2KZoUM_lYTMjSVrlAHzoOowju6tGim-qOYXPqEZa_Q1fr1N9yYOd8bWgM] ultimo accesso 17-11-2020. |