Un nuovo attacco paramilitare è stato perpetrato, il passato 22 agosto, contro le basi d’appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), membri dell’Organizzazione Regionale dei Coltivatori di Caffè di Ocosingo (Orcao), hanno sparato, saccheggiato e incendiato due magazzini di caffè nella comunità di Cuxuljá, municipio ribelle di Moisés Gandhi. Le immagini diffuse nelle reti sociali sono chiare, il fuoco sui tetti dei magazzini e le tracce dell’aggressione, mettono in luce quello che ripetutamente il Comando Generale dell’EZLN ha detto, la guerra contro le comunità zapatiste è continua e senza tregua.
La storia del paramilitarismo in Messico è lunga, in Chiapas si è avuta una recrudescenza dopo l’apparizione pubblica del movimento zapatista più di 26 anni fa, da allora massacri come quello di Acteal (1997) o l’assassinio di Samir Flores (2019), così come l’invasione-spoliazione di terre, hanno segnato i quotidiani avvenimenti contro le comunità autonome. I gruppi paramilitari sono stati creati come braccio armato di governi, partiti politici (di qualsiasi coloro siano) e/o impresari-latifondisti i cui interessi si vedono colpiti dal progetto ribelle comunitario dello zapatismo, il loro comportamento deriva dalla libertà che gli fornisce un quadro di impunità avallato dai diversi governi regionali, statali e federali, sono difensori del capitalismo dello Stato Messicano, per questo, l’ininterrotta persecuzione contro le comunità zapatiste.
Il progetto di vita zapatista è opposto alla logica dello sviluppo e della modernità capitalista, la sua natura si iscrive nell’organizzazione di base comunitaria-solidale dei popoli, cosa che non è comprensibile agli occhi e alle misure della tradizione razionale occidentale, che persiste nelle interpretazioni di intellettuali di destra o “progressisti” e di governi condizionati ai limiti del sistema, l’anticapitalismo dello zapatismo era notorio ancor prima della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona del 2005, per il fatto stesso della profonda tradizione storica che si manifesta nelle forme di autonomia, autogoverno e autodeterminazione dei territori ribelli.
Se si osserva, le aggressioni paramilitari cercano sempre di colpire il nocciolo del cuore zapatista, nel continuo agire di questi gruppi si può notare che attentano contro tutto quello che genera e organizza la comunità; autogoverno, territori, cooperative o individui. Per lo zapatismo tutte le parti sono indispensabili nella formazione del suo progetto rivoluzionario, non c’è elemento separato nella sua proposta di vita e di società.
La violenza di oggi ripete quella di ieri, le Basi d’Appoggio Zapatiste sono tenute sotto attacco, ma anche così articolano il progetto emancipatore con la loro esistenza e con la loro cosciente pratica anticapitalista. La guerra a bassa intensità dei governi messicani è stata alimentata con i gruppi paramilitari che sono stati usati nei momenti congiunturali, attualmente lo zapatismo si oppone ai mega-progetti del capitale che continuano con il governo della Quarta Trasformazione, come quello chiamato malamente “Treno Maya”, la congiuntura mostra che nulla avviene per casualità.
I settori della sinistra se sono coerenti, non possono rimanere in silenzio e senza unirsi al generalizzato grido che dice: Alt alle aggressioni contro le Basi d’Appoggio Zapatiste!
27/08/2020
Rebelión
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Cristóbal León Campos, “Agresiones antizapatistas” pubblicato il 27/08/2020 in Rebelión, su [https://rebelion.org/agresiones-antizapatistas/] ultimo accesso 28-08-2020 |