Quello che si è raggiunto questo martedì pomeriggio sarebbe “un accordo solo con il Machi, con l’INDH (Istituto Nazionale dei Diritti Umani) come garante”. E si starebbe rivedendo la situazione degli altri prigionieri in Sciopero della Fame.

Temuco, 18 agosto 2020. Questo martedì il Machi Celestino Cordova ha smesso lo sciopero della fame che durava da più di 100 giorni con il quale chiedeva di visitare il suo Rewe e di scontare parte della sua condanna nella propria comunità, tutto questo secondo l’applicazione del Trattato 169 dell’OIL. Riguardo alla situazione del digiuno che stanno effettuando gli altri 26 prigionieri mapuche, questa protesta continua.

Quello che si è raggiunto questo martedì pomeriggio sarebbe “un accordo con il solo Machi, con l’INDH (Istituto Nazionale dei Diritti Umani) come garante”. E si starebbe rivedendo la situazione degli altri prigionieri in Sciopero della Fame.

Secondo alcuni dei firmatari si sarebbero ottenuti dei miglioramenti nella situazione carceraria degli attuali prigionieri politici e negli statuti che regolano il regime penitenziario della popolazione indigena.

Secondo uno scritto firmato solo dal Sottosegretario di Giustizia del regime di Piñera, Sebastián Valenzuela Aguero, “Dopo la sua decisione di smettere lo sciopero della fame, il Machi Celestino Cordova rimarrà nell’ospedale interculturale di Nueva Imperial fino al suo pieno recupero (…). Recuperata la sua salute il machi può essere trasferito in un Centro di Educazione e Lavoro (CET), per il quale deve richiedere (…). Una volta nel CET sarà autorizzata la sua uscita al Rewe. Detta uscita potrà essere prolungata fino ad un massimo di 30 ore e sarà soggetto alle condizioni imposte dalle autorità sanitarie e penitenziarie”, dice il punto 1, 2 e 3 del documento.

Alla firma di questo accordo hanno assistito Jan Jarab e Paula Berruti dell’ACNUDH (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani), il direttore nazionale dell’INDH, Sergio Micco, il vicepresidente del Collegio Medico, Dr. Patricio Meza, e il Dr. Enrique Morales, del Dipartimento dei Diritti Umani del Colmed.

18/08/2020

Mapuespress