Guerra contro il popolo mapuche


Raúl Zibechi

Negli ultimi giorni l’offensiva militarista dello stato del Cile contro il popolo nazione mapuche si è intensificata con attacchi razzisti e fascisti a comuneri e comunere che mantengono una resistenza pacifica in appoggio degli scioperi della fame, provocata dalla grave situazione del machi Celestino Córdova che si avvicina ai 100 giorni di digiuno.

I recenti fatti mostrano un profondo punto di rottura che può riassumersi in un aumento della guerra contro il popolo mapuche. Nella notte del 1 e del 2 agosto, civili armati hanno attaccato dei mapuche che occupavano i municipi di Curacautín, Ercilla, Victoria e Traiguén. Si tratta di “militanti dell’Associazione di Pace e Riconciliazione nell’Araucanía (APRA), un’organizzazione suprematista bianca di ultradestra, composta da latifondisti e impresari transnazionali, “usurpatori delle terre mapuche nel Wallmapu”, come denunciano in un comunicato 21 organizzazioni (https://bit.ly/31Ap1aL).

Le organizzazioni denunciano, inoltre, che il corpo dei Carabinieri ha lasciato agire impunemente i civili violenti che hanno colpito i mapuche, hanno bruciato i loro veicoli e hanno intonato grida di odio e razzismo, giungendo a collaborare con gli aggressori razzisti.

Ricordiamo che l’attuale crisi è provocata dallo sciopero della fame di Celestino che chiede di applicare l’articolo 169 dell’OIL, che permette di scontare la pena della prigione emessa dalla giustizia cilena nella propria comunità. Allo sciopero della fame del machi Celestino si sono andati unendo più di 20 prigionieri delle carceri di Temuco, Angol e Lebu (https://bit.ly/2DAp5zq).

Nella misura in cui la salute degli scioperanti si è andata deteriorando per più di tre mesi di digiuno, vari lof (comunità) hanno cominciato a mobilitarsi, in particolare nel triangolo Tirúa-Temuco-Ercilla.

Verso la fine di novembre il governo di Sebastián Piñera decise di fare una svolta a destra, per il suo profondo logoramento dopo la rivolta iniziata a ottobre del 2019 che continua ad essere attiva, sommato al fallimento della contenzione della pandemia di coronavirus e dopo una sconfitta parlamentare che permette di ritirare dai fondi pensione il 10% dei risparmi. Questo è stato possibile per la divisione nella sua base di appoggio parlamentare.

Questo cambio si è concretizzato nella nomina di un pinochetista a capo del Ministero degli Interni, Víctor Pérez. La sua prima attività pubblica è consistita in un viaggio nel Wallmapu, dove ha fatto un discorso di ordine e sicurezza e non ha lasciato il minimo margine al negoziato. Non è casuale che dopo il viaggio del ministro si siano attivati i gruppi razzisti di ultradestra. Il governo di Piñera è molto debole, incalzato dalla strada e dalla destra, e alla fine ha messo da parte qualsiasi tentazione dialoghista per ricomporre la propria base di sostegno incorporando nel gabinetto il pinochetismo.

Giorni fa il Centro di Investigazione Giornalistica (CIPER) ha diffuso un rapporto dell’Intelligence dei Carabinieri, del 2015, che individuava degli agricoltori che stavano formando dei gruppi di carattere paramilitare, ma non fu presa nessuna misura per fermarli e bloccare lo sviluppo di questi raggruppamenti (https://bit.ly/2PDy4SG).

Nonostante la brutalità della repressione e un aumento del terrorismo di stato, le principali organizzazioni hanno riaffermato il proprio cammino storico: “Questi attacchi, più che intimorirci, ci confermano nella nostra lotta per la restituzione dei nostri diritti territoriali e politici, per l’autonomia e l’autodeterminazione per il Paese Mapuche” (https://bit.ly/31Ap1aL).

Domenica 9, c’è stata una massiccia manifestazione di diverse comunità mapuche nella piazza di Curacautín, dove è stato letto un documento che riafferma la solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame e denuncia le imprese forestali e multinazionali chiedendo che “i 3 milioni di ettari delle imprese forestali siano ripartiti per recuperare il territorio mapuche”.

Alla fine, fa un appello all’organizzazione dei mapuche della città e del campo affinché recuperino la lingua (mapuzugun), la cosmovisione e i modi di essere tradizionali, “perché quanto è mapuche non è una razza ma un modo di intendere la vita di tutti gli esseri e le cose” (https://bit.ly/2PHpbYA).

I prossimi mesi saranno molto duri per il popolo mapuche mobilitato, per lo meno fino alle elezioni dei congressisti di aprile, passando per il plebiscito del 25 ottobre. La destra si sta unendo intorno alla difesa della Costituzione del 1980, dell’era di Pinochet. Nonostante ciò, il popolo nazione mapuche, molto al di là dell’attuale offensiva militarista, continuerà nelle sue richieste come lo sta facendo negli ultimi quattro secoli.

10 agosto 2020

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Raúl Zibechi, Guerra contra el pueblo mapuche” pubblicato il 10/08/2020 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/guerra-contra-el-pueblo-mapuche/?fbclid=IwAR1sATD5cCIszvFCLRRMqAW75J4F7SR4i_R_OdNnP1gfM8mevullKShhr_E] ultimo accesso 13-08-2020

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