Nonostante le debolezze e gli errori di Evo Morales e del MAS, questo potrebbe vincere le elezioni.
L’analisi di James Petras a CX36, 20 gennaio 2020. Ascoltare: https://archive.org/details/20200120jamespetras.
Hernán Salina: Vogliamo cominciare dal tema locale, che emerge nella politica statunitense, con il processo politico a Donald Trump al Senato. Come si vive questo sapendo che non ci sarebbero i voti per concretizzare il giudizio? Che ripercussioni politiche sta avendo il processo su Trump?
JP: Ogni volta di più si sta politicizzando al massimo. Il governo di Trump, che sta cercando una qualche via d’uscita, ha ingaggiato vari avvocati che furono coinvolti nel processo a Bill Clinton per le sue relazioni sessuali con la borsista che aveva come aiutante.
Kenneth Starr è l’avvocato che si è aggiunto all’equipe legale di Trump, insieme ad Alan Dershowitz, un mafioso di Harvard che ha utilizzato il proprio potere giudiziario per esonerare molti condannati. E ci sono altre importanti figure che stanno utilizzando, ma nel frattempo, i mezzi di comunicazione -il New York Times, il Washington Post e le emittenti televisive- stanno cercando di danneggiare gli elettori, mostrando tutti i crimini che ha commesso Trump.
Alcuni dicono che il problema di Trump è di utilizzare la carta igienica per fare le proprie conferenze. E questo è una condanna di tutte le accuse e contraddizioni del discorso di Trump che cerca di ampliare le guerre esterne per distrarre il pubblico.
HS: Si può dire che il dibattito nel giudizio al Senato si concentrerà sul tema dell’Ucraina o andrà anche su altri temi della gestione di Trump?
JP: Diranno che Trump utilizza i poteri presidenziali per evitare l’approvazione del Congresso sulle guerre, sui bombardamenti; che ha utilizzato la Presidenza per manipolare le elezioni; e altre cose di più. Si stanno utilizzando le leggi per ottenere concessioni finanziarie, utilizzando i suoi poteri presidenziali.
In altre parole, ci sono molte accuse ma il problema fondamentale è che apparentemente i Democratici non hanno il potere di cambiare completamente i congressisti. Ci sono alcune divisioni nel Partito Repubblicano, ma non sono sufficienti per ottenere la maggioranza al Senato. In fin dei conti le attuali stime indicano che Trump può evitare il giudizio al Senato.
HS: E questo, a livello della gente, del pubblico statunitense come è vissuto? Ci saranno mobilitazioni, qualcosa fuori del Congresso?
JP: Ci sono gruppi di sinistra che stanno organizzando delle proteste ma non si può dire che siano molti. Nonostante ciò, la maggioranza del pubblico è contro Trump, sopra il 50 o il 60%. Ora, scendere in strada o partecipare a proteste in grande scala, non esiste.
In altre parole, c’è una forte opposizione a Trump. C’è molta gente che è realmente disgustata da Trump, ma in questo momento non si muovono. Sono nelle primarie dei Democratici, o sono messi in alcune attività speculative o in qualcos’altro, semplicemente cercano di aumentare i salari evitando il salario minimo.
HS: Passiamo ad un altro tema, guardando all’Africa ma con uno scenario europeo, mi riferisco alla riunione sulla Libia che ha avuto luogo questo fine settimana a Berlino. Che valutazione politica si può fare quando c’è una stampa che evidenzia che c’è stato un accordo sul cessate il fuoco.
JP: Credo che la Libia sia una tragedia. Gli USA e l’Europa sono intervenuti e hanno ucciso Muammar Gheddafi, hanno distrutto l’economia, la vita sociale, e dopo hanno provocato guerre civili, conflitti tribali tra differenti settori e ora ne subiscono le conseguenze nei propri paesi: fame, popoli che non sanno dove andare ed emigrano, e la guerra interna continua assassinando persone; e ogni paese ha i propri protagonisti. La Turchia da un lato, gli USA da un altro, l’Egitto da un altro, l’Italia, da un altro.
È una situazione totalmente caotica e gli accordi di Berlino non avranno molte conseguenze perché i combattenti non vogliono fare concessioni all’altra parte. Il conflitto continuerà, la distruzione è un altro esempio di come gli interventi occidentali abbiano distrutto paesi e causino caos e distruzione.
HS: Allora perché si sono riuniti in questo vertice? Quali erano gli interessi in gioco che hanno tentato di mettere d’accordo?
JP: In prima istanza, per il petrolio che c’è in Libia. Ogni paese vuole prendere il controllo del petrolio libico. In secondo luogo, è il potere strategico, perché la Libia sta nella costa mediterranea e potrebbe influire sul Medio Oriente. Allora tanto gli USA come la Turchia, l’Egitto, la Russia, tutti hanno interesse a guadagnare delle posizioni strategiche nel Mediterraneo.
HS: Vorremmo una prima valutazione dell’annuncio che ha fatto il partito di Evo Morales, il Movimento Al Socialismo (MAS) del binomio presidenziale che presenterà per le elezioni presidenziali, previste a maggio, con l’ex Ministro delle Finanze, Luis Arce, e l’ex cancelliere, David Choquehuanca.
JP: In questo momento le difficoltà del MAS e di Evo Morales non hanno molto peso perché non controllano l’Esercito né la polizia né le finanze private. Il fatto è che Evo Morales ha commesso molti errori. Prima facendo appello alle milizie armate quando non aveva modo di riuscirci. Secondo, nominando personaggi del suo precedente governo che non hanno sostegno nelle masse.
Credo che la Bolivia potrebbe subire un altro golpe, ora l’attuale presidente di fatto ha dichiarato di aver chiesto la rinuncia di tutti i suoi membri del gabinetto e ha nominato dei militari sui quali si possa contare. Ma credo che sia una situazione molto instabile e nonostante le debolezze di Evo Morales e del MAS, questo potrebbe vincere le elezioni, perché la destra è molto divisa, molto screditata e dipende solo dagli USA e da alcuni settori militari.
Credo che in poco tempo vedremo altri avvenimenti che potrebbero terminare con un altro colpo di stato o con una prolungata resistenza contro qualsiasi lacchè che cerchi di prendere il governo.
Riassunto da La Haine.
30/01/2020
La Haine
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
James Petras, “La derecha en Bolivia está muy dividida, muy desprestigiada” pubblicato il 30/01/2020 in La Haine, su [https://www.lahaine.org/mm_ss_mundo.php/laa-derecha-en-bolivia-esta] ultimo accesso 04-02-2020. |