Imprese e paramilitari: Alleanza per assassinare dirigenti sociali


L’Università Javeriana ha elaborato una base di dati sulle imprese colombiane e straniere che sono state menzionate nelle sentenze di Giustizia e Pace come presunte collaboratrici dei gruppi paramilitari. La relazione tra queste imprese e paramilitari ha permesso la morte di oppositori del modello economico e politico neoliberale. Una crisi umanitaria che in meno di 12 giorni del 2020 ha già preso la vita di 14 dirigenti sociali.

Settori dell’economia nazionale come quello dello sfruttamento degli idrocarburi, delle monocolture di canna da zucchero e della palma de cera, dell’allevamento intensivo insieme alla produzione di contenuti nei mezzi di comunicazione tradizionali, hanno collaborato con gruppi paramilitari e sono responsabili da più di due decenni della loro promozione e consolidamento in tutta la Colombia.

Per le imprese i/le dirigenti non permettono di sviluppare i loro affari, per questo hanno bisogno che i paramilitari utilizzino la violenza a favore degli interessi economici di imprese come Chiquita Brands e Postobón.

La Legge di Giustizia e Pace o Legge 975 del 2005, che permise la problematica smobilitazione di gruppi paramilitari nel governo di Alvaro Uribe (2002-2010), fu lo scenario affinché paramilitari come Salvatore Mancuso, El Iguano, Monoleche e molti altri confessassero come funzionavano queste strutture criminali. Secondo questi comandanti, varie imprese colombiane e internazionali appoggiarono con denaro e logistica le Autodifese Unite della Colombia (AUC).

La RCN Televisión, la Federazione Nazionale degli Allevatori, Ecopetrol, Chiquita Brands, Postobón, Cementos Argos, furono alcune delle varie imprese segnalate durante le confessioni dei paramilitari.

Estrattivismo

Per esempio, l’Ecopetrol è segnalata da Salvatore Mancuso di pagare una percentuale dell’ammontare dei contratti aggiudicati, “oscillava tra il 2% e il 5%, dipendendo dal valore e dalla natura dei medesimi, opere civili, prestazione di servizi o fornitura di beni”.

Il pagamento della percentuale, che confessò Mancuso, poteva essere liquidato in contanti o in quote mensili. A volte, questi pagamenti si facevano in natura, rappresentati da articoli di prima necessità. Ugualmente, l’Ecopetrol fece una consegna in denaro volontario alle Autodifese Unite della Colombia (AUC) in cambio di sicurezza.

l’Ecopetrol promosse vari omicidi nella mal chiamata pulizia sociale nella zona dove erano insediate le sedi petrolifere, “dicevano che combattevano estorsori e guerriglieri, e i pagamenti ai paramilitari erano fatti direttamente dai dirigenti e dagli amministratori di ciascuna delle imprese. Si considerava l’Ecopetrol come un membro organico della struttura  del Blocco Catatumbo dato che aveva capacità per determinare delitti”, sentenziò Mancuso.

Monocoltura della canna

La Postobón, che appartiene al gruppo imprenditoriale di Carlos Ardila Lulle, secondo Javier Antonio Quintero Coronel, responsabile del Fronte Héctor Julio Peinado Becerra nel dipartimento Cesar, dava mensilmente 15 casse di bibite al Fronte paramilitare per poi commerciarle in un deposito. Gli ordinavano un camion che consegnava le bibite che gli venivano lasciate in un determinato luogo, e la persona del deposito dava al Fronte $150.000 pesos mensili. “Questo lo ordinò l’amministratore di Postobón che c’era nell’anno 1999 o 2000”, riaffermò Armando Madriaga Picón.

Jorge Iván Laverde Zapata, conosciuto come El Iguano, segnalò che la Postobón nel Norte de Santander aiutava attraverso i propri direttori o amministratori, in cambio di sicurezza. I maggiori apporti li ricevette il Fronte Fronteras. La Postobón fu una delle imprese più rappresentative nel contribuire alle finanze del Blocco Catatumbo, una regione colpita significativamente dal paramilitarismo.

Allevamento estensivo

Allo stesso modo, in questo dipartimento del nord est colombiano, la Federazione Nazionale degli Allevatori (Fedegan) fece attivamente parte della struttura del Blocco Catatumbo, fino al punto di “ostentare potere di comando e controllo”, dichiarò Mancuso. Fu accusata di utilizzare il proprio ruolo economico per concretizzare il compimento degli obiettivi criminali alleati dell’allevamento estensivo.

A Córdoba, è segnalato il Fondo Ganadero, l’allevatore Rodrigo García Caicedo servì da intermediario per contattare gli altri impresari industriali come Hernán Echavarría, per concretizzare forme di cooperazione con i paramilitari ed espandere la loro capacità criminale  nel dipartimento del Valle del Cauca.

Multinazionali

Secondo Jesús Ignacio Roldán Pérez, conosciuto come Monoleche, l’impresa Chiquita Brands, degli Stati Uniti, assicurò che il 5 novembre 2001 entrassero nel porto della Chiquita Brands, nel dipartimento del Magdalena, 14 contenitori con 3.400 fucili AK-47 e 7 milioni di cartucce per fucili con destinazione i gruppi paramilitari, portati con la nave Otterloo.

“I contenitori, furono scaricati nel magazzino della Chiquita Brands e l’impresa inviò una gru sofistica per la loro movimentazione. I 14 contenitori, che furono dichiarati alla DIAN come un carico di palloni di cauciù, dopo furono trasferiti nelle tenute La Rinconada e La Maporita” spiegò Roldán, comandante del Blocco Bananiero delle AUC.

Nell’Antioquia le multinazionali bananiere Chiquita Brands e la sua filiale BANADEX, insieme alle commercializzartici Sunisa S.A, Conserva S.A, Uniban, Tropical S.A, Proban, Banafrut, Bagatela S.A e Agrícola Rioverde, finanziarono periodicamente i gruppi paramilitari: “pagarono 3 centesimi di dollaro a cassa di banane esportate dal 1997 al 2007”, confessò José Gregorio Mangones Lugo, alias Carlos Tijeras.

Secondo la Sala penale che ricevette la testimonianza di Mangones, la canalizzazione delle risorse -che avvennero mediante la CONVIVIR Papagayo- incise nelle modalità del Blocco Bananiero di fare vittime, dato che ci furono incentivi materiali per assassinare lavoratori sindacalizzati e militanti di partiti politici di sinistra.

La Coca-Cola, che non è menzionata dallo studio dell’Università Javeriana, fu portata in giudizio negli Stati Uniti grazie alle denunce del sindacato colombiano Sinaltrainal. Questo, perché l’impresa nordamericana contrattò dei paramilitari delle AUC per assassinare 9 sindacalisti nei suoi impianti di imbottigliamento tra gli anni 1990 e 2002.

Uno dei dirigenti sindacali assassinati fu Isidro Segundo Gil, dirigente del sindacato Sinaltrainal, che negoziava una serie di richieste con l’impianto della Coca-Cola a Carepa, Antioquia. La mattina del 5 dicembre 1996 un gruppo di paramilitari delle AUC giunse nel sindacato della imbottigliatrice e lo assassinò.

Nonostante ciò, nel 2003, la Corte nordamericana respinse la The Coca-Cola Company come responsabile perché l’assassinio ebbe luogo fuori degli Stati Uniti e, pertanto, troppo lontano (fisicamente e causalmente) dal Quartier Generale della compagnia ad Atlanta. Il Tribunale permise che il caso andasse avanti contro le due imbottigliatrici della Coca-Cola.

Mezzi di comunicazione

Per quanto riguarda la RCN Televisión -anche questa del gruppo imprenditoriale Ardila Lulle-, il comandante nazionale delle AUC, Salvatore Mancuso affermò che la RCN e altri mezzi di comunicazione come la Caracol ebbero “condiscendenza con il modo di agire delle autodifese” per aver trasmesso interviste nelle quali si mostrava Carlos Castaño come “il capo della lotta contro la sovversione”.

Nonostante che alcune imprese fossero state trovate colpevoli di appoggiare i gruppi paramilitari, tanto in Giustizia e Pace come nella Giustizia Speciale per la Pace (JEP), creata nel governo di Juan Manuel Santos (2010-2018), queste imprese e personaggi come Ardila Lulle furono esclusi dall’essere condannati.

La verità è una delle riparazioni più importanti per le vittime del conflitto sociale, politico e armato che da decenni soffre la Colombia. Conoscere i responsabili dei massacri, assassini, sparizioni, sfollamento, minacce, tra gli altri, è una richiesta fondamentale per superare la guerra e le sue cause.

Allora, anche se la giustizia ordinaria colombiana è la responsabile di condannare personaggi della vita politica e imprenditoriale del nostro paese legati a crimini come l’assassinio di dirigenti sociali, giurisdizioni speciali come Giustizia e Pace e la JEP hanno dimostrato l’importanza della loro attività.

Riparare le vittime e garantire la pace in condizioni di vita degna sono responsabilità dello stato. Negare che grandi imprese come Ecopetrol e Chiquita Brands, così come impresari come Carlos Ardila Lulle abbiano legami con il paramilitarismo è come negare la sistematicità degli assassinii di dirigenti sociali in Colombia.

12/01/2020

Colombia Informa

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Empresas y paramilitares: Alianza para asesinar a líderes y lideresas sociales” pubblicato il 12/01/2020 in Colombia Informa, su [http://www.colombiainforma.info/empresas-y-paramilitares-alianza-para-asesinar-a-lideres-y-lideresas-sociales/] ultimo accesso 03-02-2020.

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