All’uscita del processo manipolato contro il comunero Daniel Canìo, il leader del CAM ha mostrato l’odio mapuche: “I veri nemici sono i gruppi economici”.
Il Tribunale Orale nel Carcere di Temuco ha condannato il comunero mapuche e membro della Coordinadora Arauco Malleco (CAM), Daniel Canìo Tralcal, che è stato dichiarato colpevole per i delitti di incendio reiterato di camion nel Fundo Oyama, di proprietà della Forestal Arauco del Gruppo Angelini.
All’uscita del processo il leader della CAM, Hector Llaitul, ha fatto un appello: “Dobbiamo ribellarci contro le forestali una volta per tutte, fare una rivolta politico militare del Popolo Nazione Mapuche contro le forestali. Noi possiamo lottare contro i gendarmi, contro i pacos o i procuratori, loro sono i cani di questo sistema, i veri nemici sono i gruppi economici. È contro loro, dobbiamo colpire i loro investimenti, gli Organi di Recupero Territoriale (ORT) devono attivarsi”.
“Oggi siamo tornati di nuovo in questo tribunale, rappresentazione del potere, dei potenti nei nostri stessi territori. Le autorità parlano al Popolo Nazione Mapuche di un nuovo trattamento, di una nuova relazione, questo è il trattamento che il potere ci dà nel nostro paese. Che poi non si lamentino delle azioni di resistenza, noi risponderemo come organizzazione tutti i giorni che i nostri peñi passano in carcere, perché la prigionia politica la assumeremo con dignità”, ha spiegato Llaitul.
Rispetto alle azioni dirette che avverranno nel Wallmapu, il werken della Coordinadora Arauco Malleco ha puntualizzato che “qui c’è il Pubblico Ministero e il Governo, leccapiedi del sistema capitalista, e i tribunali che non hanno il minimo pudore, sono dei senza vergogna corrotti e oggi hanno condannato il nostro peñi senza prove sufficienti e con l’utilizzo di testimoni senza volto. Per questo facciamo appello ad ognuno degli ORT e delle comunità a sviluppare con più forza i loro processi di lotta contro le forestali”.
L’avvocato difensore di Canìo, Rodrigo Romàn, ha dichiarato che “c’è inquietudine di fronte allo scandaloso verdetto, lavoriamo per provare che il Pubblico Ministero non aveva prove sufficienti per condannare Daniel Canìo. Questa è la risposta dello Stato del Cile al Popolo Nazione Mapuche, che da molti anni è causa del conflitto. Dietro a questo processo c’è il più ricco dei ricchi del Cile, la Forestàl Arauco”.
L’avvocato Romàn aggiunge: “La prima cosa che denunciamo è l’intervento volgare dello Stato attraverso i suoi rappresentanti che sono riusciti ad avere un tribunale a propria misura, sono riusciti a inabilitare incostituzionalmente un giudice per metterne uno che conveniva a loro. Poi, in diverse occasioni la difesa non è stata ascoltata, come se non bastassero i maltrattamenti dei giudici verso i pichikeches (ragazzi) che sono stati espulsi dalla sala. Questa battaglia non è persa, il prossimo 17 (gennaio) leggeranno la sentenza che non dovrebbe essere superiore a 10 anni di carcere, ma in ogni caso impugneremo la sentenza. Poi presenteremo un ricorso di nullità davanti alla Corte Suprema giacché il peñi è stato giudicato violando le sue garanzie, senza un dovuto processo, un giusto processo. Qui si è sentenziato arbitrariamente, su pressione dello Stato cileno”.
Per la CAM la condanna contro Canìo è politica e, pertanto, una persecuzione dei weichafe mapuche patrocinata dal nemico storico del Popolo Nazione Mapuche, le imprese forestali che stanno distruggendo l’ecosistema del Wallmapu. “Questa è una condanna politica e la risposta arriva. Le azione dirette sono state chiaramente individuate, decise, così le comunità se ne sono fatte carico, noi organizzazioni che stiamo dietro al movimento autonomista siamo impegnate in questa pratica di controllo territoriale, di recupero delle terre”, ha aggiunto Héctor Llaitul.
Ha aggiunto che “da qui in avanti i processi politici di rivendicazione territoriale si attiveranno in modo contundente. Gli ORT sono liberi di fare tutto ciò che riterranno necessario rispetto a questo tipo di risposta che ci dà lo Stato. Le azioni continueranno contro il capitale, una resistenza contro il capitalismo che opera indiscriminatamente nei nostri territori e che ha il controllo delle istituzioni di oppressione come quella rappresentata in questo processo e nella condanna”.
Attualmente le imprese forestali sfruttano più del 50% delle terre usurpate al popolo mapuche. Di fronte a questa realtà il werken ha sentenziato: “Non ci sarà un solo giorno di riposo delle azioni dei nostri weichafe e dei nostri militanti per la causa”.
Storici analizzano l’appello di Llaitul
Il punto di vista storico risulta fondamentale nel momento di capire i processi politici e le strategie che sviluppano le organizzazioni mapuche nel Wallmapu. È il caso della Coordinadora Arauco Malleco (CAM), il cui leader Hèctor Llaitul ha fatto appello ad una “rivolta politica e militare contro le forestali” che realizzano attività estrattive nei territori.
Gli storici Fernando Pairicàn, Claudio Alvarado e Enrique Antileo si riferiscono all’annuncio della CAM nel contesto della lotta per il recupero territoriale da parte delle comunità e all’attuale momento di mobilitazione nazionale.
Di fronte alle parole di Llaitul, pronunciate dopo che il Tribunale Orale nel Carcere di Temuco ha dichiarato colpevole Daniel Canìo Tralcal per diversi delitti associati ad un attacco armato con incendio nell’ottobre del 2018, l’intendente della regione dell’Araucanìa, Victor Manoli, ha annunciato la presentazione di una denuncia davanti al Pubblico Ministero secondo la Legge di Sicurezza dello Stato.
19 gennaio 2020
Resumen Latinoamericano
tratto da Rete Internazionale in Difesa del Popolo Mapuche
https://www.facebook.com/Dignidad2020/videos/10219318660690145/
César Saavedra, “Nación Mapuche: Llaitul llamó a un «levantamiento político y militar contra las forestales»” pubblicato il 19/01/2020 in Resumen Latinoamericano, su [http://www.resumenlatinoamericano.org/2020/01/19/291618/?fbclid=IwAR0Jj9BW-6nXeCjyCg9J38iuwBqoH5ObHTZTUcY6JuNsZfVhAM-JbOK-j-8] ultimo accesso 30-01-2020. |